© Istockphoto | La valle del Tevere in Umbria
© Istockphoto | La valle del Tevere in Umbria
Arte, natura, armonia nella valle del Tevere fra Toscana e Umbria
© Istockphoto | La valle del Tevere in Umbria
© Istockphoto | La valle del Tevere in Umbria
Una gita fuori porta ideale per l’inizio dell’autunno per godere dello spettacolo di colori dorati, ramati, bronzati che la natura esprime sulle colline della Valtiberina incorniciata da borghi medievali, pievi, eremi e castelli tra Toscana e Umbria. Da Sansepolcro scendendo verso Anghiari e Città di Castello, dalla provincia di Arezzo a quella di Perugia, i paesaggi hanno un’identità ancora integra e le tracce storico-artistiche insieme alle tradizioni rendono questi luoghi incredibilmente accoglienti per il viaggiatore.
Quello che un tempo veniva chiamato Borgo Sansepolcro era una cittadina rettangolare, con mura cinquecentesche erette per proteggere le reliquie del Santo Sepolcro, che due pellegrini (Arcano e Egidio) avevano riportato dalla Terra Santa intorno al X secolo. Le tante dominazioni, fra cui quella di Perugia, poi degli aretini, successivamente dei Medici, poi dei Lorena, hanno dato forma a questa piccola realtà medievale, in particolare lo stile degli edifici e delle vie del centro, per quanto ritoccato nel corso dei secoli, ha mantenuto la struttura originaria: bella l’architettura dei palazzi gotici, rinascimentali e manieristici di via XX Settembre, come Palazzo Graziani, Palazzo Ducci e il teatro Dante (inaugurato nel 1836, con facciata neoclassica), ma puntiamo all’imponente Duomo, la Cattedrale di San Giovanni Evangelista. Il nostro viaggiatore salirà la scalinata pensando che un tempo al suo posto sorgeva un monastero (benedettino nel X secolo poi camaldolese nel XII secolo) e noterà l’intreccio di stile gotico nella facciata e all’interno e di stile romanico nelle tre navate. Di fianco al Duomo il Palazzo delle Laudi attrae per il suo bel porticato cinquecentesco; proprio di fronte, in via della Firenzuola, fu aperto il primo forno della famiglia Buitoni. Terra di Piero della Francesca (la cui casa natale è visitabile in via Aggiunti), le sue opere si possono ammirare al Museo Civico Sansepolcro insieme ad una sostanziosa collezione di dipinti di artisti quali Pontormo, Iacopo Bassano, Luca della Robbia, Santi di Tito. Poi nella Chiesa di San Lorenzo su Via Santa Croce sarà da vedere la “Deposizione”, capolavoro di Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino.
Per vivere una cena nello scenario tardo rinascimentale con piatti tipici storici e della tradizione toscana la tavola giusta è quella del Ristorante Fiorentino, aperto dal 1807 in un edificio cinquecentesco di pregio di fianco al Museo Piero della Francesca.
Ripartenza in direzione di Anghiari, uno dei borghi più belli d’Italia. Il paesaggio è verdeggiante e rigoglioso, i campi di grano e tabacco sono simmetrici e regolari, incorniciati da montagne coperte di boschi, colline segnate da cipressi che trasmettono tranquillità e pace. Anghiari è un saliscendi di vicoli lastricati circondati da mura duecentesche; è nota perché, grazie alla sua posizione strategica, fu contesa fino ad essere teatro della battaglia di Anghiari del 1440 vinta dalle truppe fiorentine alleate col Papa contro i milanesi; Nicolò Machiavelli la ricordava scrivendo: “tanta rotta e sì lunga zuffa che durò dalle venti alle ventiquattro ore”. Per ripercorrere quella pagina di storia il viaggiatore potrà entrare nel Museo della Battaglia di Anghiari; dopodichè varcherà il Museo Statale delle Arti e Tradizioni Popolari a Palazzo Taglieschi che conserva affreschi, dipinti, sculture lignee di gran valore. Per strada l’atmosfera è ovattata, antica, come i profumi provenienti dalle osterie e dalle botteghe, che ci attraggono verso l’assaggio delle peculiarità gastronomiche del territorio: la pasta fatta in casa come i bringoli (spaghetti spessi) con sugo di lepre, d’oca o – in questo periodo – funghi, poi la cacciagione, i salumi, i frutti del sottobosco. Curioso da visitare il Museo della Misericordia, dell’omonima compagnia che fu fondata nel 1564 per prendersi cura dei poveri e dei malati e seppellire i morti. Vi si trovano lettighe, carrozze e antiche attrezzature sanitarie di due o tre secoli fa.
Rotta per Città di Castello. Antico centro che non si sottomise agli Etruschi, fu fiorente Municipio romano, con il nome di Tifernum Tiberinum, e pare che dopo essere stata distrutta da Totila sia stata ricostruita dal vescovo Florido. Si accede alla città attraverso la doppia cinta muraria; da qui il viaggiatore raggiunge subito il centro storico, la Cattedrale per iniziare. Consacrata nel 1540, presenta un portale gotico ed una scalinata settecentesca, un settecentesco soffitto a cassettoni, un interno cinquecentesco, ciononostante tutto risulta armonicamente combinato. La chiesa sotterranea suggerisce mistero e devozione verso le reliquie ed il sarcofago di San Florido, lì conservate. A questo punto il viaggiatore camminerà fino al Palazzo dei Priori scoprendo uno degli edifici più belli dell’Umbria. Sedersi e contemplare. Il campanile cilindrico che risale al Duecento è una sorpresa per l’osservatore. Poi la chiesa di San Francesco, consacrata nel 1291, contiene la cappella Vitelli, costruita nel 1500 su disegno del Vasari, e dei bellissimi stalli del coro. Città di Castello è una cittadina incantevole, gli affacci sull’Umbria sono cartoline da sogno, la qualità della vita è invidiabile e sempre più viaggiatori la scelgono per conquistare riposo e stimoli artistici. Da visitare anche la Pinacoteca con opere di autori di grande importanza, fra cui Raffaello.
Spostandosi ancora un po’ a sud si può completare il relax cenando al Ristorante Collins’ sulla spettacolare terrazza dello storico palazzo Brufani, il Sina Hotel Brufani di Perugia, con vista mozzafiato sulle colline umbre, lasciandosi trascinare lungo la storia gastronomica della città servita nei piatti.