A spasso tra campielli e vicoli, tra punti panoramici alternativi, botteghe d’arte, storie nascoste
di Nadia BaldiNient’affatto decadente, Venezia rimane al top delle mete più affascinanti del mondo, che attira oltre dieci milioni di turisti l’anno: una vacanza quand’anche breve, se intrisa di cultura, shopping d’artigianato, tappe o punti di vista insoliti, può fungere da svolta per il viaggiatore dalle mete classiche. La città sull’acqua può svelarsi anticonformista e sorprendente.
Il nostro viaggiatore dovrà arrivare a Venezia sul levar del giorno: è questo il momento ideale in cui soffermarsi sui dettagli di piazza San Marco, quelli che vengono distratti dallo sguardo dalla folla, prima di addentrarsi nei sestieri più contorti; il cuore di Venezia al mattino presto è un gioiello per pochi, una piazza silenziosa, misteriosa e maestosa sotto la sorveglianza dei leoni alati, abbracciata dalla preziosa Basilica (dal cui campanile si gode una splendida vista), dal severo Palazzo Ducale e dalla romantica Torre dell’Orologio.
Procediamo a piedi per Calle Drio la Chiesa e Calle Sant’Anzolo per arrivare a Palazzo Fortuny, un esempio di gotico veneziano di assoluto pregio, dalla vasta mole, dove nel XVI secolo si tennero memorabili feste nobiliari. Prende nome da Mariano Fortuny Mandrazo che all’inizio del secolo scorso si stabilì a Venezia e vi fondò il noto atelier di stoffe di lusso; oggi è una casa-museo che conserva intatto lo studio atelier e la ricca biblioteca, e nella quale transitano periodicamente mostre contemporanee (fino al 23 luglio per “Primavera al Fortuny” sono esposte opere dalla collezione Merlini ed un omaggio a Zoran Mušic); info su fortuny.visitmuve.it. Nel ‘900 Fortuny ha fatto fare shopping da sogno a clienti di tutto il mondo, ma ancora oggi si possono acquistare tessuti meravigliosi nello showroom omonimo alla Giudecca, laddove già negli anni ‘20 si insediò il laboratorio artigiano-artistico, che ancora lavora per mantenere la tradizione ed i segreti di questa straordinaria produzione. Quest’anno ad ispirare la collezione è la leggenda della “pietra filosofale”, secondo la quale un metallo comune si tramutava in metallo prezioso, così facendo i colori delle stoffe riproducono la lucentezza dei gioielli e trasformano i tessuti in pregiati decori.
Facciamo pochi passi e fermiamoci a visitare la Chiesa del Santissimo Redentore, una chiesa in marmo bianco, abbagliante, un capolavoro architettonico del Rinascimento costruito dal Palladio nel 1577 per tener fede al voto fatto durante la terribile pestilenza dei due anni precedenti. Per l’inaugurazione, tanto fu importante, fu cantata una messa scritta per l’occasione dal noto Gioseffo Zarlino e un mottetto a 8 voci – trionfale – dell’altrettanto noto Andrea Gabrieli. Successivamente Claudio Monteverdi diresse qui concerti durante i festeggiamenti della festa del Redentore.
Alla Giudecca si può acquistare la carta artigianale di altissimo pregio, dei veri e propri pezzi da esposizione, da Cartavenezia, dove si realizza tutta carta a partire dal cotone. I pezzi sono costosi ma il loro valore è superiore.
Con la “Primavera” di Vivaldi come colonna sonora nelle nostre orecchie – un altro nome veneziano del periodo d’oro della Serenissima - sarà emozionante perdersi fra i sestieri di Venezia, fino ad arrivare in una zona dal fascino discreto, meno frenetica ma così stimolante da vantare locali glam, botteghe artigiane giovani e gallerie d’arte, la zona del Dorsoduro. A due passi dal brulicare di cultura e frequentazioni chic il nostro viaggiatore troverà il punto di riferimento perfetto per il pernottamento, un boutique hotel accogliente ed elegante come il Salute Palace, uno dei Les Collectionneurs, che imprime immediato agio nel viaggiatore che ne varchi la soglia. Siamo nei pressi della Basilica di Santa Maria della Salute (costruita da un allievo del Palladio) a cui la credenza popolare attribuisce un significato mistico quasi taumaturgico facendone il luogo di culto più amato e frequentato dai veneziani. Ancora pochi passi e il viaggiatore si trova a Punta della Dogana e Palazzo Grassi, due musei di arte contemporanea che – in linea con la vocazione di Venezia tutta – ispirano la creatività di ogni osservatore.
A questo punto ci si può accomodare alla tavola del Bistrot da Cici, ambiente dall’atmosfera informale con piatti gourmet senza trascurare la tradizione, un punto d’incontro storico negli anni ’60. Attraversando le Mercerie, antica arteria commerciale tuttora luogo di shopping per tutte le tasche, si raggiunge il famoso Ridotto Venier, quasi nascosto fra i palazzi, che fu una sala da gioco e da conversazione privata in cui si giocava d'azzardo e dove Casanova fissava incontri galanti; ora se ne ammirano gli arredi originali e le ricche decorazioni di pareti e soffitti. Al tramonto il nostro viaggiatore potrebbe affacciarsi sui tetti rossi veneziani per memorizzare un nuovo punto di vista sulla città lagunare: dalla terrazza del Fontego dei Tedeschi (il Fondaco), dietro al Ponte di Rialto, si gode uno dei panorami più originali e belli, a 360 gradi, senza dover pagare biglietto. Poi destinazione Frulalà, un fruit bar in zona Cannaregio che serve frullati e frutti freschi, oppure tappa all’Ardidos Coffee, per uno spuntino naturale veloce prima di scendere nelle stanze segrete dove Casanova fu imprigionato per quasi un anno e mezzo, ai Piombi di Venezia. Nella zona di San Basilio invece si raggiunge la bottega Mistero Buffo per vedere al lavoro il maestro mascheraio Leonardo Faggian mentre crea la scultura in creta, lo stampo in gesso, la decorazione e poi la maschera finita pronta da indossare o da collezionare. Bellissimo.
Ancora maschere a Ca’ Macana, i cui artigiani mostrano tutta la procedura per costruire maschere secondo la tecnica antica della lavorazione della carta pesta.