Nella città dei matt(acchioni) per sentirsi come signori
di Nadia BaldiL’autunno è senza dubbio la stagione più bella per visitare Gubbio. Nessuna esitazione dunque per dedicarsi un fine settimana a base di buona tavola (è il periodo dell’olio nuovo e di ottimi tartufi), passeggiate lungo la storia dell’antica Iguvium, paesaggi autunnali lungo vie del trekking religioso e relax, con un po’ di sano edonismo.
Siamo nel nord dell’Umbria, all’incrocio fra Toscana, Marche ed Emilia Romagna, sulle vie di comunicazione fra Tirreno e Adriatico. Il nostro viaggiatore può dimenticare l’auto e girare agevolmente a piedi per Gubbio, aiutato dagli ascensori dislocati in diversi punti della città (info su www.comune.gubbio.pg.it). Da piazza San Giovanni il panorama è splendido, e da qui con pochi passi (e l’ascensore da via della Repubblica) si arriva al cuore della città, Piazza Grande, una grande terrazza affacciata sulle colline umbre, delimitata da edifici affascinanti come il Palazzo dei Consoli ed il Palazzo Pretorio. Il primo risale al 1300, costruito in stile gotico dal governo della città a dimostrazione della potenza raggiunta dalla città; custodisce le Tavole Eugubine, sette tavole in bronzo ritrovate nel XV secolo, 4400 parole redatte a partire dal III secolo a.C. in lingua umbra utilizzando in parte l’alfabeto umbro e in parte l’alfabeto latino. Il Palazzo Pretorio è stato costruito in varie fasi a partire dalla metà del 1300 ed oggi è sede del Comune di Gubbio. Nei vicoli che dipartono dalla piazza ci si imbatte in negozietti curiosi, botteghe artigiane e bistrot dove poter mangiare la golosa crescia, una tipica torta al testo riempita a piacere con formaggi, salumi, verdure. Da provare quella della cresceria Cresciamia in via Cavour 23, dove il piatto povero della tradizione locale viene presentato in svariate e nuove combinazioni, utilizzando prodotti genuini del territorio.
Proseguendo fra le stradine il nostro viaggiatore raggiunge il Palazzo del Bargello, elegante edificio medievale, che incuriosisce per la “porta del morto”, ossia una porta alta e stretta, elevata rispetto al piano strada, che veniva utilizzata esclusivamente per far uscire la bara del defunto abitante della casa dall’edificio. Di fronte si trova la nota Fontana dei matti (vero nome Fontana del Bargello), cinquecentesca, che secondo l’antica tradizione permetterebbe di acquisire la cittadinanza di Gubbio a colui che facesse tre giri di corsa intorno ad essa mentre qualcuno lo bagnasse con l’acqua. Ne conseguirebbe pure il titolo onorifico di “Matto d'Agobbio”, nel senso di “mattacchione di Gubbio” (un’associazione rilascia i documenti ufficiali). Una salita in ascensore e si arriva al Palazzo Ducale di Gubbio, costruito dal noto Federico da Montefeltro, il noto signore in rosso ritratto di profilo dal naso inconfondibile. La chiesa del Duomo vanta dipinti del XVI secolo e una cappella barocca da vedere. Si sale ancora, stavolta con una funivia, fino al Colle S. Ubaldo, dove sorge la Basilica, nella quale si trovano i resti del patrono e i 3 ceri, ovvero 3 strutture lignee altissime, sulle quali vengono montate le statue dei santi. Ogni anno all’inizio di maggio i ceri vengono trasferiti nel Palazzo dei Consoli, ed il 15 maggio, durante la tradizionale fastosa Festa dei Ceri, vengono portati in processione di corsa su per il Monte Ingino, fino alla basilica (www.ceri.it). Un vero atto di devozione, vista la gran fatica e i tanti accorgimenti per non fare cadere i santi.
Prima che giunga sera il nostro viaggiatore si sposta al Castello di Petroia (www.petroia.it), poco fuori la cittadina di Gubbio, una fortificazione risalente al IX-X secolo, divenuta successivamente di proprietà dei Montefeltro, dimora nella quale nel 1422 nacque Federico da Montefeltro. La posizione è incantevole, un imponente cancello segna l’ingresso alla maestosa mole di edifici medievali racchiusi entro una lunga cinta muraria: l’atmosfera da fiaba e la suggestione cavalleresca ci frastornano, come in un’altra realtà. Pur essendo tangibile in ogni dettaglio la storia millenaria di questo austero castello, adesso i comfort sono all’altezza della sua nobiltà. Come veri signori del castello si può trascorrere una serata unica sedendosi a tavola fra gli antichi spaziosi camini in pietra e travi di legno, gustando piatti a base di tartufo e di olio extra vergine di oliva appena franto. In cima alla torre più antica si trova camera ricostruita in stile d’epoca, dove il viaggiatore si sentirà sospeso nel tempo e da cui all’alba potrà apprezzare il magico paesaggio circostante abbracciato dai vapori delle nebbie sottili. Di buon mattino si parte alla volta del trekking nella campagna autunnale, camminando su tappeti morbidi di foglie, lungo uno degli itinerari ben segnalati, fra i quali c’è il percorso francescano per la pace (www.caigubbio.it) che porta da Gubbio ad Assisi (a Gubbio si svolge l’episodio dell’incontro di San Francesco con il lupo, luogo nel quale oggi sorge la chiesa di Santa Vittorina): fra cerri di oltre 300 anni, querce secolari, lecci, cipressi, prati, ruscelli e sorgenti, si va alla ricerca di funghi e, per gli esperti, di tartufaie per raccogliere i frutti prelibati.
Tornando verso il centro abitato si incontra un grande parco che circonda il teatro romano, ultimato intorno al 20 a.C, testimonianza dell’alleanza con Roma già dal III sec a.C. Poteva accogliere circa 7000 spettatori ed era tra i più capienti del suo tempo, più o meno come il teatro di Marcello a Roma. E’ tuttora utilizzato: in estate il Teatro diventa la suggestiva cornice per rappresentazioni classiche all'aperto.
Per informazioni: www.umbriatourism.it