Da Pasolini e Bertolucci, da Germi a Rosi fino ai mitici Don Camillo e Beppone e ai Borgia della tv
L’Emilia e il cinema: un rapporto particolarissimo e intenso, tanto che paesi, città e campagna emiliani sono stati molto spesso lo sfondo dei più celebri registi italiani. Ed è una tradizione che non si ferma come confermano le riprese di recenti serie tv ambientate in paesaggi straordinari e intatti.
Cominciamo, come suggerisce Destinazione Turistica Emilia, dalla mitica Brescello patria di Peppone e Don Camillo: sebbene il capitolo della saga diretto da Mario Camerini nel 1972 abbia spostato l’intero paese negli esterni di San Secondo Parmense (PR), tutti sanno che l’eterna vicenda di amore e odio tra Don Camillo e Peppone si svolge nelle piazze e nelle strade di Brescello (RE). Il mondo piccolo descritto da Giovannino Guareschi, le figure del parroco e del sindaco, ovvero Fernandel e Gino Cervi è girato prevalentemente entro i confini del piccolo comune in provincia di Reggio Emilia.
Il crocifisso parlante - Nella piazza centrale di Brescello, corredata oggi dalle statue dei due protagonisti – continuano a fronteggiarsi emblematicamente il Municipio e la Chiesa di Santa Maria Nascente, che conserva in una cappella il celebre crocifisso parlante. Restaurata grazie ai volontari della pro-loco, la locomotiva che tante volte ci ha fatto entrare e uscire dal paese si trova nel parco intitolato a Guareschi, mentre un “sostituto” del carro armato che compare in un film della serie riposa pacificamente in Piazza Mingori, vicino al “Museo Brescello e Guareschi – Il Territorio e il cinema”.
Fellini, Germi, Ligabue - Ovviamente, non ci sono solo Don Camillo e Peppone in un’area che ha conquistato Pietro Germi – autore de “Il Cammino della speranza”, ambientato a Campegine (RE) – e letteralmente ispirato – con Correggio - “Radiofreccia” di Luciano Ligabue, che ha anche spostato la macchina da presa a Novellara, ricostruita oniricamente a Cinecittà da Federico Fellini per “La voce della luna”.
Bertolucci - Bertolucci, originario di Parma usò la città come set di molte pellicole, come “Prima della Rivoluzione”, che si snoda anche in zona Villetta e si insinua negli interni di Palazzo della Rosa Prati, abitazione di Fabrizio. Il film immortala anche il Parco Ducale e il complesso della Pilotta, location che – insieme al Duomo – il regista riutilizzerà per le riprese de “La Luna”. Ugo Tognazzi, nei panni di Primo Spaggiari ne “La tragedia di un uomo ridicolo”, percorre in bicicletta le strade della città. Bertolucci si sposta invece a Roncole Verdi, precisamente nella corte agricola delle Piacentine, per un momento di “Novecento”.
Il magnifico castello di Torrechiara - Carlo Lizzani girò a Salsomaggiore Terme per “Il Carabiniere a Cavallo” e Mauro Bolognini “Arabella”. Anche il circondario di Parma pullula di luoghi che il cinema ha utilizzato. Basti pensare al Castello di Torrechiara, che ha fatto da cornice a svariate pellicole, tra le quali “Addio fratello crudele” di Giuseppe Patroni Griffi, “I Condottieri – Giovanni delle Bande Nere” di Luis Trenker, “Donne e Soldati” di Antonio Marchi e Luigi Malerba e, in tempi più recenti, “Ladyhawke” di Richard Donner.
Rock Hudson a Cortemaggiore - “Belle al Bar” di Alessandro Benvenuti è un tour tra i locali, il Duomo e la stazione di Piacenza ma il vero luogo cult di questo angolo di Destinazione Turistica Emilia è Bobbio (PC), dove Marco Bellocchio ha girato il suo esordio, “I Pugni in Tasca”. Sempre nella provincia di Piacenza, il cinetour prosegue verso Cortemaggiore, dove Francesco Rosi ha girato – con attinenza alla realtà dei fatti - alcune scene de “Il Caso Mattei”, e la Diga di Mignano in Val D’Arda, che ha offerto il teatro per l’epico finale de “I lupi attaccano in branco”, con Sylva Koscina e un baffuto Rock Hudson.
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