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Un borgo sospeso tra sogno e realtà, un dedalo intrigante tra muri bianchissimi e architettura barocca
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Locorotondo: come si fa a non amare questo paese della Puglia che fa parte del circuito dei Borghi più Belli d’Italia, con la sua straordinaria forma circolare, i vicoli che si incuneano stretti tra le case, ma nulla hanno di angusto perché sono attraversati dalla luce, bianca, accecante? Il nome proviene dal latino Locus Rotundus, che dal medioevo presentava quella caratteristica forma circolare.
A Locorotondo le case che profumano di calce, poggiate sulla splendida pavimentazione in pietra locale (le chianche), hanno un’altra particolarità: i loro tetti spioventi - le due falde fatte di lastre di pietra calcarea, chiamate cummerse - sembrano nordici ma hanno origine tutta locale, che viene dal bisogno di racchiudere volte a botte dal profilo molto rialzato.
Un balcone sulla Murgia - La bianca Locorotondo è il più bel balcone della Murgia dei Trulli. Dal suo belvedere si ammira un territorio che è a tratti emozionante: un mosaico di piccoli vigneti segnati da muretti a secco, macchie di bosco mediterraneo e argentei uliveti che circondano antiche masserie, migliaia di trulli sparsi nelle contrade. In più, il piccolo nucleo antico di Locorotondo, racchiuso nella sua perfezione circolare di pietre e calcine, un tempo segnato dalle mura, sembra sospeso tra sogno e realtà: il bianco della calce avvolge ogni cosa, fa da abbagliante sfondo alle architetture barocche in pietra locale, esalta le macchie di colore intenso dei balconi fioriti. I caratteristici tetti aguzzi fatti di grigie “chiancarelle” di pietra, le cummerse, fanno svettare in alto le facciate delle case, che all’interno presentano ambienti dalle tipiche volte a stella. Nel borgo storico tutto è grazioso e intimo. Dalla piazza Vittorio Emanuele, dove due grandi pilastri ottocenteschi individuano l’antica Porta Napoli, si snoda il percorso lungo il quale si trovano il palazzetto del Comune ora biblioteca Comunale (fine Settecento), il barocco palazzo Morelli, con lo splendido portale e i balconcini con ringhiere in ferro battuto a petto d’oca e, più avanti, la chiesa Madre.
Da vedere - Accanto alla chiesa Madre si trova l’ottocentesca chiesetta dell’Annunziata, sorta su un oratorio del 1633, che conserva all’interno alcune statue di legno e cartapesta. Più rilevante è la chiesa della Madonna della Greca, sulla cui origine non si hanno notizie certe. Il primo documento che la cita risale al 1520, sebbene una serie di elementi architettonici, come la volta a semibotte, facciano pensare a una fondazione più antica (XII-XIII sec.). Ha un impianto a tre navate con le basi e i capitelli delle colonne ornati di motivi medievali. Proviene da un’antica cappella della chiesa Madre il ricco apparato scultoreo in pietra, tra cui spiccano il polittico dell’altare maggiore e il gruppo scultoreo di San Giorgio (1559). Originale è la piccola chiesa di San Nicola (1660) con la sua copertura in chiancarelle, tipica dei trulli. All’interno presenta le volte affrescate e un antico bassorilievo in pietra della Crocifissione. La chiesetta dell’Ospedale, infine, situata fuori del centro storico, viene fatta risalire alla metà del Cinquecento. Nei locali della Biblioteca Comunale sono esposti reperti risalenti al Neolitico e all’Età del Ferro.
I dintorni - Locorotondo vanta un territorio rurale estremamente popolato, dove nella maggior parte delle 138 contrade si ripete lo schema dell’agglomerato di case e trulli che condividono uno spazio comune, detto jazzile, che permette alla gente di vivere in piacevole unità di vicinato. Fra macchie di lecci, resti di antiche boscaglie, orti, vigneti, distese di ulivi, muretti a secco e maestosi alberi di fragno, sorgono trulli, masserie e chiesette rurali, spesso dirute, sempre con la tipica copertura a cummerse. Il trullo più antico di Puglia, risalente al 1559 - data incisa sull’architrave della porta - si trova in una di queste affascinanti contrade, Marziolla. In località Lamie Affascinate i vigneti spiccano sullo sfondo di antichi trulli e cummerse, e meritano una visita anche le contrade Crocefisso e Serralta, sempre per i loro trulli e le costruzioni a cummersa. A Pozzomasiello si erge splendida fra gli alberi una masseria, in fondo al passaturo che in tarda primavera occhieggia di mille papaveri rossi.