In Valle Camonica la Sistina della preistoria
© ente-del-turismo
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Oltre duecentomila figure incise sulla roccia. In Lombardia il mondo magico dei nostri antenati del Paleolitico
In Valle Camonica (l’ampia valle lombarda, che dal Lago d’Iseo si spinge fino a Ponte di Legno) si trova la più grande concentrazione di incisioni rupestri finora scoperta al mondo: un tesoro storico ed artistico eccezionale, unico, che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità già nel 1979, primo sito italiano e primo ambito di arte rupestre, insieme a Lascaux in Francia, a ricevere questo riconoscimento.
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Un tempo, la gente del posto la chiamava “pitoti” (cioè fantocci) e pensava che a tracciarli sulle rocce, nelle sere di luna piena, fossero state le streghe con magici rituali. L’archeologia ufficiale ha cominciato ad interessarsi dei “pitoti” qualche decennio fa: studiosi di fama internazionale (Laeng, Suss, Mirabella Roberti e soprattutto l’archeologo Emmanuel Anati) vi hanno concentrato i loro studi e ora i graffiti camuni sono conosciuti in tutto il mondo.
Incisioni rupestri da record - Quello scoperto in Valle Camonica è il più grande complesso di incisioni rupestri del mondo: circa 200.000 figure già catalogate e studiate e una vera e propria “miniera” ancora da scoprire, eseguite in un arco di tempo di circa 10 mila anni, dal Paleolitico al periodo Romano. A determinarne l’importanza e il fascino, non è solamente l’imponenza e l’estensione, ma anche il messaggio che i graffiti queste trasmettono. Sulle rocce della Valle Camonica si leggono infatti la storia di un popolo, che potrebbe essere emblematicamente considerata la storia della nostra civiltà europea.
Un viaggio nel passato remoto - Una giornata, o ancor meglio un week end, in Valle Camonica alla loro scoperta, può essere quindi qualcosa di diverso dalla semplice gita turistica, può diventare un viaggio nel nostro passato. Ma perché sia tale, è bene non andarci del tutto impreparati: meglio prima documentarsi un poco. Il messaggio lasciato delle incisioni è profondo, ma muto. Per una società come la nostra – legata alla parola scritta – decifrare il linguaggio dei grafici non è sempre semplice. Una chiara cartellonistica illustra comunque i siti principali.
Il Parco Nazionale di Naquane a Capo di Ponte – Da non perdere assolutamente una visita al Parco Nazionale di Naquane a Capo di Ponte dove, su un centinaio di rocce, sono raggruppate oltre 30 mila figure, la maggiore concentrazione scoperta al mondo. Il parco – completamente recintato – si estende per 14 ettari su un promontorio a mezza costa. Sulle sue rocce affioranti dal terreno sono incise scene di vita quotidiana (caccia, lavoro, guerra, allevamento, agricoltura) e simboli, non tutti di facile interpretazione, come le cosi dette “palette”, le spirali, la rosa “camuna” (scelta come simbolo per la regione Lombardia): le si può ammirare percorrendo uno dei 5 facili percorsi di visita, corredati da pannelli informativi.
La Grande Roccia - Il cuore del parco è costituito da una grande radura da cui si gode una vista splendida su tutta la valle: qui si trova un altare preistorico (costituito da un grande masso rozzamente arrotondato) e la “Grande Roccia”, che da sola giustificherebbe ampiamente un viaggio fin qui. Sulla sua superficie, lunga una cinquantina di metri sono incise circa 900 figure, realizzate (a volte anche sovrapponendosi l’una all’altra) in momenti successivi, dalla fine del Neolitico all’Età del ferro. Le più recenti e meno numerose risalgono al Medio Evo. Si tratta di graffiti incisi a più mani in un arco di circa 1000 anni da ignoti artisti, spinti dal desiderio di esprimere qualcosa della loro vita, dei loro riti.
Una processione di millenni fa - E così, accanto alle più antiche raffigurazioni di telaio (verticale, a peso) finora ritrovate in Europa e risalenti al secondo Millennio a.C., ci sono ad esempio una scena di iniziazione di una donna e una strana processione che rivela con sorprendente chiarezza quale era l’organizzazione sociale di quella comunità preistorica: vi compaiono due gruppi di persone che si vanno incontro, al cui centro si trovano rispettivamente il capo clan (che è a cavallo, armato e porta anche gli attributi del potere religioso) e due sacerdoti (gli unici che non sono armati).
I Massi di Cemmo e le altre incisioni – Dirimpetto a Naquane, a Cemmo, si trovano i due grandi massi che diedero il via, all’inizio del ‘900, agli studi sulle incisioni camune. Graffiti incisi su massi di varie dimensioni (alcuni raggiungono i 50 m e raccolgono fino a 100 figure) si trovano anche in varie località della Valle Camonica, da Pisogne (sul lago d’Iseo) a Edolo. Dopo Capo di Ponte, ma la maggiore concentrazione si ha a Sellero, Paspardo, Cimbergo e Ceto.
I miei primi 40 anni - Per celebrare i primi 40 anni del riconoscimento Unesco è stato messo a punto per tutto il 2019 un ricco calendario di iniziative, che affiancheranno a studi, ricerche, didattica, convegni anche spettacoli e manifestazioni di diverso genere (www.vallecamonicaunesco.it)
Per maggiori informazioni: www.bresciatourism.it