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Una serie di creature inquietanti e misteriose, scolpite nel basalto da un geniale artista del '500
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Chi ama gli enigmi o i misteri, magari celati tra le opere d’arte, deve assolutamente visitare il Parco dei Mostri a Bomarzo, in provincia di Viterbo. Qui la fantasia corre a briglia sciolta, tra rocce dall’aspetto mostruoso e sculture che fanno paura.
Un giardino di esseri mostruosi e fortemente simbolici, la cui chiave interpretativa non è stata ancora completamente scoperta. Chi si avventura nel Parco viene rapito dalla meraviglia e dallo stupore di chi abbia potuto inventarsi questa sorta di Disneyland barocca, che nasce dalla fantasia di un’originalissimo artista italiano che la realizzò nel 1547.
Trionfo della fantasia barocca - Le origini costruttive di questo incredibile giardino che si trova in provincia di Viterbo sono illustri: il Parco dei Mostri porta infatti la firma di Pirro Ligorio, l’architetto che completò la Basilica di San Pietro a Roma. E’ il trionfo della fantasia barocca, un complesso monumentale assolutamente bizzarro che presenta colossali statue e raffigurazioni di mostri, frutto ancora misterioso della cultura italiana del tardo ‘500.
Il Proteo e la tartaruga - Tra le statue e gruppi statuari colpisce subito il Proteo un gigantesco volto con la bocca spalancata come un orco; riferimenti etruschi invece poco più in là dove sorge il Mausoleo e colpisce il colossale Ercole di basalto che è anche la più grande statua del Parco dei mostri. Ci sono poi sculture che evocano la complessa cultura rinascimentale, in equilibro tra mitologia, fede e magia, come testimonia ad esempio il gruppo della tartaruga e della Balena, dove la prima simbolizza uno stretto legame tra terra e cielo.
Cerere - Ci sono poi una gigantesca Cerere con nelle mani una cornucopia che promette racccolti abbondanti oppure un drago spaventoso che lottava con tre altri esseri fantastici, oggi purtroppo non più riconoscibili. Ma ci sono anche una sorta di enorme sirena con due code di serpente invece delle gambe e una Furia, figura femminile con le ali di drago. Il parco si estende per circa