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Dieci destinazioni da brivido, testimonianze di eventi catastrofici e insieme invito a esplorare aspetti nascosti della cultura italiana
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Altro che Halloween: in Italia esistono borghi e intere città abbandonati dai loro abitanti e trasformati in luoghi fantasma, dopo essere stati colpiti da reali eventi catastrofici. In molti di questi si sono sviluppate leggende e storie da paura, da raccontare e ricordare per esplorare aspetti nascosti della cultura italiana e preservare la memoria collettiva di una comunità. In occasione di Halloween, ma anche in ogni altro periodo dell’anno, possono diventare mete ideali per coloro che cercano un contatto più profondo con un territorio e la sua cultura.
Il viaggio tra i luoghi fantasma del nostro Paese è proposto dalla piattaforma di corsi di lingue Preply, la quale ha analizzato il volume di ricerche e di query su borghi e città italiane totalmente o parzialmente disabitati, oppure che presentano una parte antica non abitata, compilando una classifica dei luoghi più cercati. Di seguito, ecco le prime dieci.
1. Craco (Basilicata) - In prima posizione, troviamo la città di Craco, in Basilicata, abbandonata definitivamente dal 1980 in seguito a un susseguirsi di frane, alluvioni e dopo un terremoto. Nel 2010 il borgo è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare, redatta dalla World Monuments Fund. È diventato inoltre una meta turistica e un ambito set cinematografico, nel quale sono stati realizzate, tra l’altro, nel 2007 alcune scene del film di James Bond, “Quantum of Solace”. È al centro di alcune leggende: una di queste racconta che la Chiesa Madre di San Nicola, risalente al XIV secolo, contiene il corpo mummificato di un santo. Una seconda è relativa al “Canzoniere”, un’antica osteria gestita da una strega che, secondo la leggenda, seduceva i malcapitati che entravano nel suo locale, per poi ucciderli e metterli sotto aceto, facendone il piatto forte della sua osteria. Craco si classifica come in assoluto il borgo fantasma più cercato con 14.800 ricerche.
2. Erto (Friuli-Venezia Giulia) - Erto, insieme alla frazione di Casso, è famoso per il tragico disastro della diga del Vajont. Nell’ottobre del 1963 dal vicino monte Toc si staccò una parte della montagna che finì nel bacino idrico delimitato dalla diga del Vajont, provocando un’onda immensa che distrusse la sottostante città di Longarone. Erto fu in parte risparmiato dal disastro, grazie al riparo offerto da uno sperone di roccia, ma fu comunque abbandonato.
3. Poggio Santa Cecilia (Toscana) - Questa frazione in provincia di Siena, è famosa per aver ospitato, nell’agosto del 1867, il patriota Giuseppe Garibaldi, che vi soggiornò per sottoporsi ad alcune cure presso i bagni termali di Rapolano.
4. Bussana Vecchia (Liguria) - Chiamata anche il “villaggio degli artisti”, Bussana vecchia, frazione del comune di Sanremo, fu evacuata nel febbraio del 1887 dopo un terremoto. Totalmente abbandonata per decenni, verso la fine degli anni 50 cominciò a essere riabitata da artisti italiani e stranieri che resero nuovamente agibili gli edifici meno danneggiati, aprendo botteghe artigiane e alcuni punti di ristoro.
5. Consonno (Lombardia) - Definita la “città dei balocchi”, oggi questa città ha un aspetto surreale: il borgo originario fu demolito negli anni 60 per costruirvi una città dei divertimenti, ma le opere intaccarono l’equilibrio idrogeologico del territorio. Per questa ragione, le continue piogge che si verificarono nel 1966 provocarono una serie di frane che negli anni successivi distrussero l’intero complesso. Nel tempo molte strutture sono state imbrattate da graffiti: il luogo viene oggi utilizzato come “set” per videoclip musicali, pubblicità e film.
6. Pentedattilo (Calabria) - Abbandonato definitivamente negli anni Sessanta, il borgo è conosciuto per una terribile vicenda verificatasi nel Seicento, la cosiddetta Strage degli Alberti, raccontata nel romanzo di Andrea Cantadori “La tragedia di Pentidattilo”. La promessa di matrimonio di Antonietta Alberti a Bernardino Abenavoli scatenò una cruenta faida tra le famiglie. Secondo la leggenda le cinque dita della montagna su cui è arroccato il paese rappresenterebbero le anime della famiglia uccisa dall’Abenavoli. Inoltre, si dice che in una precisa ora della giornata sarebbe visibile l’impronta della mano di Lorenzo Alberti, quando le cinque dita si tingono di rosso sangue colpite dal sole.
7. Osini Vecchia (Sardegna) - Questo borgo sardo di epoca medievale fu abbandonato in seguito alla terribile alluvione del 1951, considerata la più grave del ‘900. Il paese è stato ricostruito un chilometro più a nord. Oggi alcune case sono state ristrutturate e vengono allestite secondo la foggia di un tempo in occasione della festa dedicata a Santa Susanna.
8. Roscigno Vecchio (Campania) - Questo vecchio borgo campano è stato abbandonato e mai contaminato dalla modernità nel corso degli anni. Soprannominato la “Pompei del Novecento”, il luogo è stato abbandonato dagli abitanti per fuggire alle forze della natura e alle continue frane. Nell'anno 2000 vi abitavano solo quattro persone, una delle quali è apparsa nel 2015 nel video clip del brano “E continuo” di Enzo Gragnaniello.
9. Ischiazza (Trentino-Alto Adige) - Il suo nome deriva da "Ischia", toponimo assai comune in Trentino, che sta a indicare un deposito di sabbia e detriti lasciato da un torrente. Il borgo è una frazione del comune di Valfloriana ed è stato abbandonato definitivamente dopo una forte alluvione.
10. Apice Vecchia (Campania) - Questa cittadina è stata colpita da un violento terremoto nell’agosto del 1962 a seguito del quale la maggior parte della popolazione fu costretta ad abbandonarla. Nel 1980 le pochissime persone rimaste sono state messe in fuga da un nuovo terremoto.