Viaggi esperienziali

Musei del vino: scoprire l’Italia a partire dalle sue uve

Un modo diverso di accostarsi alla cultura dei territori ed esplorare tradizioni antichissime

31 Mag 2022 - 06:00
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© Istockphoto  | Castello Faletti, Museo del vino di Barolo
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© Istockphoto | Castello Faletti, Museo del vino di Barolo

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Il vino è un patrimonio di cultura e di esperienza, e può offrire un punto di vista originale attraverso cui accostarsi alla storia e alle tradizioni di molte regioni d’Italia. I musei del vino offrono un vero e proprio racconto che incorpora in sé la storia dei territori in cui viene prodotto: per questo una visita offre l’opportunità di scoprire tanti aspetti e tradizioni che altrimenti rimarrebbero nascosti. E, spesso, al termine della visita, si può partecipare a degustazioni guidate in cui scoprire le eccellenze dei vigneti e delle sapienti lavorazioni delle cantine locali. Ecco allora quattro musei di grande interesse. 

WIMU, WINE MUSEUM DI BAROLO - Sede del museo è il castello Falletti a Barolo. Progettato dall’occhio visionario dell’architetto svizzero François Confino e inaugurato nel 2010, il museo si propone di offrire ai visitatori un’immersione multisensoriale e nello stesso tempo moderna nel mondo del vino. Il museo offre un viaggio interattivo ed emozionale che pone sempre in primo piano la stretta relazione del vino con l'uomo e la sua storia: è raccontato come prodotto della cultura di un popolo e nello stesso tempo produttore di cultura, capace di modellare l'aspetto di interi territori. Il percorso espositivo, che si snoda nei cinque piani del castello, intreccia dimensioni scientifiche, sensoriali e poetiche, tra giochi di luce, illustrazioni e pannelli multimediali. Nelle pertinenze del castello, il WiMu ospita anche WiLa, la Wine Labels Collection: una stupefacente collezione personale di 282mila pezzi, donata al Comune di Barolo dal professor Cesare Baroni Urbani di Sirolo e dalla moglie Maria.  www.wimubarolo.it. 

MUSEO AGRICOLO E DEL VINO RICCI CURBASTRO, CAPRIOLO, BRESCIA – Negli anni Sessanta, la Franciacorta, un territorio della Pianura Padana alle porte di Brescia, sembrava destinato a diventare una grande area industriale e cementificata.  L’intuizione dell’imprenditore Gualberto Ricci Curbastro, insieme a quella di  dieci altri colleghi della zona, ha invece trasformato la Franciacorta in un’area vitivinicola d'eccellenza e in un distretto con oltre il 70% di vigneti biologici, dove 18 Comuni ragionano insieme di sviluppo sostenibile e uso consapevole del territorio. Nel 1986, Ricci Curbastro ha intuito la necessità di salvare la memoria storica di ciò che la regione era prima della sua trasformazione e ha dato vita a Capriolo, accanto alla sede della sua cantina, al Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro. Alle tre sale realizzate inizialmente, ristrutturando fienile, scuderie e porticati costruiti nel 1875, sono stati aggiunti nel 1995 la sala espositiva e per conferenze, e un percorso espositivo che comprende anche la cantina. Nel 2001 è stata completata la nuova biblioteca con scaffali per oltre 2500 volumi. www.riccicurbastro.it

MUVIT, MUSEO DEL VINO DI TORGIANO - INAUGURATO A TORGIANO (PERUGIA)-  Nel 1974, il Museo del Vino (MUVIT) è nato con l'intento di far dialogare vino e arti decorative, ed è considerato uno dei più importanti musei del settore in Italia. Il percorso espositivo è articolato in 20 sale situate all’interno di Palazzo Graziani-Baglioni, dimora gentilizia seicentesca, negli ambienti un tempo destinati all'immagazzinamento delle derrate agricole.  Sono esposti oltre tremila manufatti, tra reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, oltre a contenitori vinari in ceramica di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea. Sono in mostra, inoltre, incisioni e disegni dal XV al XX secolo, da Mantegna a Picasso e sono presenti anche altre testimonianze che documentano quanto fosse importante il vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato nel corso dei millenni il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale.  https://www.muvit.it. 

MUSEO DEL VINO “PIERO E SALVATORE LEONE DE CASTRIS” – Salice Salentino (Lecce) - Il museo è dedicato a due pionieri della viticoltura pugliese: Piero, un vero innovatore nella gestione dei vigneti, ha avuto il grande merito di inaugurare in Puglia, nel lontano 1925, la consuetudine di non limitarsi alla trasformazione delle uve ma di procedere anche all'imbottigliamento del vino. Salvatore, figlio di Piiero, è stato la figura di riferimento del mondo vitivinicolo pugliese nella seconda metà del Novecento. La cantina è però molto più antica: è nata nel 1665 per opera di Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, antenato di Piero, a Salice Salentino, nello stesso luogo in cui si trova ancor oggi. Intorno ad essa si è sviluppato nel corso del tempo un intero borgo, abitato dalle famiglie che lavoravano nella tenuta e in quelle limitrofe. Nel 1925, Piero Leone, discendente di Oronzo, sposò Donna Lisetta de Castris, unendo due grandi famiglie vocate entrambe alla terra e ai suoi prodotti e inaugurando la stirpe dei Leone de Castris. Nel 1943 fu creato il vino Five Roses, il primo rosato imbottigliato in Italia. La struttura museale e il percorso di visita si sviluppano all'interno dell'azienda, tra sale tappezzate dei trofei vinti dalle diverse etichette, una affascinante bottaia e ambienti più moderni e funzionali. Il visitatore si trova immerso in uno spaccato dell'azienda, ma insieme dell'intera storia vitivinicola pugliese, in un affascinante percorso storico-culturale. Sono esposte foto, antiche e iconiche bottiglie, attrezzi agricoli d’epoca che ripercorrono i tre secoli di storia aziendale. Tra le foto, oltre ai ritratti che raccontano la storia della famiglia, ci sono anche immagini degli anni 40-50, tra cui alcuni gruppi di lavoranti donne che, negli anni della guerra mondiale, furono costrette a sostituirsi nel lavoro in vigna agli uomini chiamati al fronte. In questo frangente, in controtendenza alle consuetudini del tempo, la famiglia de Castris, per sostenerle riconobbe loro la stessa paga riservata agli uomini, mentre i bambini venivano raccolti, accuditi e istruiti dalle signore della famiglia, in una pionieristica forma di welfare aziendale.  https://www.leonedecastris.com/ 

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