Viaggio alle origini della vita nella natura dell’Alto Adige, tra Val D’Ega e val di Fiemme
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C'è un luogo in Trentino Alto Adige, fra Val D'Ega e la Val di Fiemme, dove si può viaggiare nel tempo e arrivare alle origini della Terra: è l'imponente e scenografico canyon del Bletterbach. Ci si ritrova nel passato dei sauri, i nonni dei dinosauri, le cui orme originali e le sembianze ricostruite esposte nel museo faranno sobbalzare; e poi ancora più indietro nel tempo, fra strati di rocce formatisi circa 280 milioni di anni fa nel Permiano e nel Triassico, riportati alla luce dall'opera di erosione dell'acqua del Bletterbach.
Si raggiunge la Val D'Ega (www.eggenthal.com), 15-20 minuti da Bolzano, si lasciano i bagagli in hotel e poi si prosegue in direzione Aldino. Le indicazioni conducono al centro visitatori e all'ingresso del sentiero n.3 da cui, in compagnia di una guida, si inizia il percorso verso il cuore del Canyon.
Dopo una lunga discesa si arriva al cosiddetto Taubenleck, una gola suggestiva fra alte pareti di roccia di ogni colore. Dietro a quella policromia c'è la storia della terra, infatti questo canyon è il risultato dell'erosione degli elementi a partire dall'era glaciale, circa quindicimila anni fa, durato diverse ere geologiche, quando il Bletterbach ha scavato una via lunga 8 chilometri e profonda 400 metri. Così ogni strato è venuto alla luce ed oggi il canyon del Bletterbach può essere sfogliato come un libro. Gli strati di roccia sono intatti e ben visibili più che in ogni altra parte delle Alpi: la loro formazione spiega il clima e le condizioni ambientali di circa 250 milioni di anni fa. Prima il porfido quarzifero di Bolzano (risultato di eruzioni vulcaniche di 280-250 milioni di anni fa), poi la cosiddetta pietra arenaria della Val Gardena (data da deposito e solidificazione di sabbia, ghiaia e calcare), poi la formazione di Bellerophon (coaguli di gesso di colore bianco o rossastro sorti dopo l'abbassamento del livello del mare), successivamente gli strati di Werfen estremamente eterogenei, e infine il Contrin (alghe calcaree), di cui è fatta la vetta del Corno Bianco. In tutti questi livelli si scoprono continuamente tracce ben conservate di parti di piante, numerosi resti di pasti animali, impronte dei più grandi e pesanti, come i sauri, rinvenute negli strati di pietra arenaria della Val Gardena. Mentre camminiamo risalendo il canyon, prima di arrivare alla cascata, se stiamo attenti possiamo notare sulle pietre sotto ai nostri piedi fossili dei sedimenti marini, come ammoniti, gasteropodi e cefalopodi, che raccontano la vita dei mari tropicali dell'epoca.
Alla fine della risalita del canyon ci si imbatte in una spettacolare cascata di acqua. E' lei la responsabile dei continui cambiamenti della fisionomia della gola. In effetti il canyon è praticabile soltanto quando non piove, perché l'aumento della portata dell'acqua della cascata scatena in men che non si dica frane di rocce e sassi, ingenti e pericolose durante l'inverno.
A questo punto si torna su, percorrendo una serie infinita di gradini che conduce al sentiero alto del canyon, una grande fatica, ma da lassù si gode un bellissimo panorama. Lungo il cammino si trovano delle postazioni informative che raccontano la vita del bosco; alcune sono stazioni fotografiche sonore, che non mostrano soltanto le immagini ma replicano anche i versi degli animali che popolano quelle aree, come i picchi o le rane.
Quando i nostri viaggiatori saranno in cima, dopo la lunga arrampicata, ci sarà un rifugio ad accoglierli con pietanze tipiche e un prato attrezzato con giochi per i bambini: è la Malga Laneralm (www.laneralm.com).
Infine l'eccitazione farà trottare anche i più stanchi verso il centro visitatori per ammirare le vere originali impronte dei sauri e fare la conoscenza del sauro esposto, ricostruito sulla base delle orme ritrovate, uno spettacolo irrinunciabile per i bambini. Si potrà vedere e toccare anche un piccolo sauro ritrovato in Germania (si tratta in realtà di una copia dell'originale custodito altrove). Filmati e reperti esposti poi daranno le spiegazioni sull'evoluzione della terra - ed in particolare della zona dolomitica - dalla sua nascita ad oggi.
Dopo una giornata così intensa sarà un piacere abbandonarsi in una piscina calda o sottoporsi ad un massaggio rigenerante ai piedi: a poca distanza dal Geopark, nei pressi di Nova Ponente, c'è l'hotel Ganischgerhof, che gode di uno straordinario panorama sulle montagne del Catinaccio, del Latemar, dello Sciliar (www.ganischger.com), incantevole al tramonto, quando le Dolomiti si tingono di rosa. In hotel fra l'altro vengono organizzate escursioni intriganti, come la passeggiata all'alba per ammirare il sole che sorge dalle vette, per chi decidesse di trattenersi per più giorni.
Il Centro visitatori di Aldino è aperto fino al 31 ottobre, tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00, invece per il Geopark Bletterbach è necessario informarsi sulla reale possibilità di percorrerlo in base alla situazione meteorologica: tel. 0471 886 946, info@bletterbach.info.