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Toscana: nel Santuario del Bagno Grande portati alla luce migliaia di preziosi reperti preservati grazie ad acqua e fango
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Statue e serpenti in bronzo ma anche una corona e altri preziosi gioielli d'oro, centinaia di oggetti votivi, migliaia di monete e persino delle uova integre: dopo la campagna di scavi 2024 il “tesoro” del Santuario etrusco e romano del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Si) si è arricchito di nuovi eccezionali ritrovamenti, e l’epopea di questo straordinario luogo di culto continua sempre più ad ammaliare il largo pubblico e non solo gli addetti ai lavori. Terminati gli scavi di quest'anno, si riprenderà nel 2025, con la certezza che le scoperte e le sorprese saranno altrettanto, se non di più, memorabili.
IL “SANTUARIO RITROVATO” - Situato a ridosso della sorgente termale del Bagno Grande (le cui proprietà erano sfruttate fin dall’epoca romana), il “Santuario ritrovato” è unico in Italia, legato come è alla sacralità delle acque ritenute curative grazie all’intercessione delle divinità. I suoi preziosi oggetti sono arrivati miracolosamente intatti fino a noi perché quando venne dismesso all’inizio del V secolo d.C. non fu distrutto, ma fu chiuso ritualmente, con rispetto, mantenendo intatte le architetture e consegnando al tempo i suoi tesori, sommersi via via dal fango, che non li ha intaccati e dove sono stati ritrovati dagli archeologi che stanno lavorando nell’area dal 2019. Dal fango sono via via riemerse le sue architetture e tesori di inestimabile valore, ad iniziare da oltre 3000 monete in oro, rame, bronzo e argento d’epoca romana perfettamente conservate.
SPECIALISTI DAL TUTTO IL MONDO - Le ricerche archeologiche realizzati tra giugno e ottobre 2024 hanno visto impegnati oltre 90 specialisti italiani e stranieri di varie discipline e più di 80 studenti e studentesse di archeologia provenienti da università di tutto il mondo. È stato rinvenuto il temenos, il muro di recinzione dello spazio sacro, che racchiudeva più edifici tra cui il tempio costruito attorno alla grande vasca sacra, con resti di doni e cerimonie che avvennero nel corso dei secoli, con deposizioni di lucerne, unguentari di vetro, bronzetti votivi, ex voto anatomici in terracotta dipinta e perfino foglie d’oro.
LA CORONA D’ORO - Ma è all’interno della vasca sacra che si sono stratificati doni votivi assolutamente unici e preziosi, che sono arrivati fino a noi nella loro bellezza, grazie al fatto che li hanno protetti l’acqua termale e il fango argilloso. Si tratta per lo più di offerte in metallo pregiato fra cui quattro nuove statue, braccia, teste votive e gambe con iscrizioni, assieme a strumenti rituali, monete di età repubblicana e imperiale, che portano a più di 10.000 quelle rinvenute complessivamente nel santuario del Bagno Grande. Accanto ai bronzi, sono stati ritrovati una corona e un anello d’oro, che vanno ad aggiungersi ai numerosi aurei romani rinvenuti gli scorsi anni.
ISCRIZIONI E STATUE - Dagli scavi sono riemerse eccezionali iscrizioni in etrusco e in latino. E poi statue veramente straordinarie, come quella raffigurante un corpo nudo maschile rappresentato esattamente a metà, come reciso dal collo ai genitali da un taglio chirurgico: dedicato da un certo Gaio Roscio alla Fonte Calda, questo mezzo corpo testimonia forse la guarigione della parte immortalata nel bronzo. E poi quella di un bimbo augure, un piccolo sacerdote della fine del II secolo a.C., con una lunga iscrizione in etrusco sulla gamba destra, che ruota nella mano sinistra una palla, forse un elemento divinatorio, da far ruotare appunto in un rito. O quella di una offerente con eleganti trecce che ricadono sul petto.
I SERPENTI DI BRONZO E CENTINAIA DI UOVA - Infissi in verticale in uno dei punti focali della vasca votiva, lo scavo ha portato alla luce una serie di serpenti in bronzo, concentrati nella profondità del deposito. Di forme diverse, presentano misure di scale differenti: dai piccoli serpentelli ad un esemplare di oltre 90 cm, quasi la misura perfetta di tre piedi romani. Si tratta, con ogni probabilità, di un serpente agatodemone (serpente buono, simbolo di salute e buona sorte), il più grande ad oggi rinvenuto, protettore della sorgente, che aveva un ruolo fondamentale nelle pratiche divinatorie. Una vera curiosità è infine il ritrovamento di migliaia di frammenti di uova in alcuni casi rinvenute intere, o praticamente integre con il tuorlo ancora visibile all’interno, la cui deposizione rimanda ai riti di rinascita e rigenerazione: questo prezioso materiale organico è fra quanto di più raro possa emergere da uno scavo.
Per maggiori informazioni: www.unionecomuni.valdichiana.si.it