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Un tuffo in un passato ricco e glorioso, con le sue tredici torri appare come un incanto
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San Gimignano, svetta da lontano sulla cima di un colle che domina la Valdelsa, col suo magico scenario di alte torri svettanti contro il cielo, nell’inconfondibile quiete toscana. E' una delle cittadine in cui più suggestive sono le tracce del medioevo italiano, per le sue bellezze naturali e culturali, è annoverato dall’Unesco tra i patrimoni mondiali dell’umanità.
Visitarla è fare un balzo indietro nel tempo, fino all’eroico periodo dell’Italia dei Comuni. Di origini etrusche, San Gimignano iniziò a svilupparsi tra il nono e dodicesimo secolo, grazie ai privilegi commerciali derivanti dall’incrocio della via Francigena con la via Pisana. Conobbe il suo momento di massima prosperità all’inizio del tredicesimo secolo, quando diventò un libero Comune. Teatro di lotte intestine tra guelfi e ghibellini, nel 1351 perse la sua autonomia e fu sottomessa a Firenze. Questa storia si legge nelle sue antiche pietre che, quanto mai altre, evocano suggestioni ed echi del passato.
Una vista unica - Dall’alto della torri di San Gimignano si gode di una vista unica sul borgo e sull’intero paesaggio circostante. Il principale punto d’osservazione si trova dentro palazzo del Popolo, sede del comune, da cui si accede alla torre Grossa, alta 54 metri. Dalla piccola piazza delle Erbe, dominata dalle due torri Salvucci, si può risalire verso la panoramica rocca di Montestaffoli, parco pubblico e ritrovo degli artisti del luogo. Qui, da una piccola ed accessibile torre, si può ammirare il panorama più bello e suggestivo della città.
Le celebri torri - Le due porte principali per l’accesso al borgo, porta San Giovanni (sud) e porta San Matteo (nord), danno il nome alle due rispettive vie principali che conducono al cuore di San Gimignano. La duecentesca piazza della Cisterna, di forma triangolare, è così chiamata per la presenza nel suo centro di un pozzo: su di essa si affacciano numerose torri e palazzi edificati dalle famiglie aristocratiche del tempo. Testimonianza vivente di mille anni di storia e dell’antica prosperità del paese, le torri erano simbolo di potere e affermazione, motivo per cui le famiglie si sfidavano per costruirne sempre più alte. Se ne contavano settantadue nel periodo di massimo splendore, anche se oggi ne restano soltanto tredici.
I palazzi - A pochi passi, ecco piazza del duomo, con un lato occupato dalla Collegiata, con la cappella di Santa Fina, e l’altro dal palazzo del Podestà, che faceva da ingresso alla prima torre di San Gimignano, la torre Rognosa. Da non perdere una visita al Museo civico ospitato nel palazzo del Popolo (con pregevoli opere della pittura toscana dei secoli del periodo compreso fra Duecento e Quattrocento) e alle due chiese di San Piero e Sant’Agostino. All’interno di quest’ultima, di mirabile interesse è l’affresco quattrocentesco che rappresenta in 17 scene la vita del santo.
Nei dintorni - A meno di 5 km da San Gimignano, in direzione nord-ovest, una distesa di cipressi cela la romanica pieve di Cèllole, datata 1238, che presenta una particolare facciata dall’insolita caratteristica di essere più larga che alta. Altre curiosità, unica, dell’edificio, che fa pensare sia stato trasferito da altra sede e montato in modo errato, è la singolare disposizione degli elementi decorativi dell’abside.
La gastronomia - San Gimignano, oltre che per le storiche torri, è nota anche per la produzione di Vernaccia, vino ricavato da questa particolare varietà di uva. L’inimitabile sapore di questo vino bianco conquistò già nei tempi passati i palati più raffinati, primi fra tutti quelli dei papi, i quali obbligarono la città a rilevanti e gratuite forniture di vino. In onore di questo nettare è stato istituito il Museo della Vernaccia di San Gimignano, dove viene proposto al visitatore un itinerario attraverso il vino, la sua lavorazione e la sua storia, con relativa sala di degustazione per apprezzarne essenza e genuinità. Altro prodotto tipico di San Gimignano è lo zafferano, anch’esso oggetto un tempo di scambi commerciali: si ha notizia, infatti, che nel 1228 il comune pagò alcuni debiti con denaro contante e prezioso zafferano. Particolarmente apprezzati sono infine i formaggi, l’olio extravergine d’oliva, per la cui qualità è nota tutta la regione toscana, la carne di cinghiale, assai magra e dal sapore intenso, il panforte, i cantuccini (deliziosi dolcetti secchi), le marmellate ed il miele.
Per maggiori informazioni: www.visittuscany.com