Lago di Garda

Sirmione e le Grotte di Catullo

La ville romana, tra verità e leggende

18 Mar 2014 - 09:00
 © tgcom24

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Sirmione, sul Lago di Garda, è uno scenario così bello da far innamorare. Ne è stato "vittima" persino uno dei poeti più romantici di tutti i tempi, il latino Catullo, il quale, complice la magia del luogo, fece innamorare di sé una giovane fanciulla di nome Quinzia: la ragazza, disperata per la partenza del suo amato, si recò in riva al lago e pianse tutte le sue lacrime, convinta che egli fosse morto. Scivolando in acqua, le lacrime della fanciulla formarono sul fondo un'effigie del poeta. Oggi Sirmione è uno dei luoghi più suggestivi del lago di Garda e uno splendido punto di vista da cui godere il magnifico panorama delle due rive del lago.

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Al di là delle leggende, la città di Sirmione è un antico borgo che sorge su una penisola protesa per circa 4 km nel lago di Garda, sulla sponda meridionale dal lato bresciano. Nell'antichità Sirmione, "Sirmio" per i romani, fu una "stazione" stradale alla base della penisola: infatti, oltre alle sue bellezze naturali, la città aveva una certa importanza nel sistema viario romano poiché si trovava sulla via Gallica, l'antica strada che attraverso Bergamo e Brescia arrivava a Verona.

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A partire dal primo secolo a.C., Sirmione divenne un rinomato luogo di vacanze e cure termali e fu eletto a luogo prediletto per la villeggiatura dalle ricche famiglie veronesi, tra le quali quella dei Valeri. Ad essa apparteneva il poeta Caio Valerio Catullo (87-54 a.C.), che in un suo componimento (il Carme 31 dei Liber) canta la bellezza di Sirmione: “Sirmione fiore delle penisole e delle isole, (...) con quanta gioia ti rivedo a stento credendo vero di aver finalmente lasciato la Tinia e la Bitinia e di vedere te, al sicuro! (...) Salve o bellissima Sirmione, rallegrati per il ritorno del padrone e rallegratevi anche voi, o onde Lidie del lago, e quanto vi è di ridente nella mia casa.” Oggi si arriva a Sirmione per mezzo di una strada costeggiata da pini marittimi ed olivi, che conduce direttamente alla porta principale della città. Un alto torrione, circondato da un profondo fossato e collegato alla terra da un ponte di pietra e mattoni, costituisce la porta d'accesso dell'antica Rocca Scaligera di epoca medievale. Le mura dell'antico fortilizio circondano ancora oggi il borgo, sviluppandosi intorno all'edificio, sino ai resti dell'antica villa romana, le cosiddette “Grotte di Catullo”. Una lunga passeggiata panoramica parte dalla Rocca e costeggia il lago, sino all'ingresso del sito archeologico, il più grande di tutta il Nord Italia.

La famosa villa fu probabilmente proprietà del celebre poeta latino: Catullo, come abbiamo detto, trascorse a Sirmione parte della propria vita. Non ci sono però testimonianze certe che lo confermino: l'attribuzione è, infatti, dovuta alle congetture di uno studioso rinascimentale, Martin Sanudo, che, innamorato del luogo e della sua bellezza, affermò che solo Catullo avrebbe potuto abitarvi. Ancora oggi, nonostante i dubbi storici in proposito, il parco archeologico ed il complesso della villa portano amcora il nome del grande poeta. Le Grotte di Catullo sono una sfarzosa villa romana, che andò a sovrapporsi ad un'altra ancora più antica. Oltre alle 'botteghe', da cui derivò il nome di 'grotte', si trovano un portico a pilastri, una piscina riscaldata appartenente al quartiere termale, la cosiddetta 'Aula dei Giganti' e numerosi altri ambienti.
La villa in origine misurava 240 metri in lunghezza e 105 metri in larghezza, ed è la più vasta di quelle ritrovate nell'Italia settentrionale, sebbene gli scavi abbiano messo in luce solo un terzo della sua superficie. E' circondata da due ettari di parco, a strapiombo sul lago e fu probabilmente realizzata sotto gli imperatori Augusto e Tiberio. La villa era un vero paradiso, dotato anche di un vasto settore termale che sfruttava i benefici flussi delle acque della penisola di Sirmione.
Le informazioni per organizzare la visita si trovano sul sito www.sirmioneonline.net/index.htm

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