Gioielli d’architettura e meraviglie della natura nella costa sud della Trinacria
di Nadia Baldi© istockphoto
Coi suoi templi e monumenti storici (patrimonio Unesco) e le sue spiagge (fra le più belle al mondo) la Sicilia conquista ogni viaggiatore e in primavera, già avanzata sulla costa meridionale dell’isola, la sua bellezza raggiunge l’apice. Voliamo fino a Catania per una vacanza di puro piacere (almeno 4 giorni), noleggiamo un’auto o una moto e poi muoviamoci da Siracusa a Segesta, dall’orecchio di Dioniso al teatro sull’infinito, passando per Noto, la Valle dei Templi, Selinunte.
A Siracusa la prima tappa è l’isoletta di Ortigia, dove si insediarono i Greci nell’VIII secolo a.C. per fondare la città che poi fu giudicata fra le più belle dell’antichità (anche Cicerone lo sosteneva). Poi arriviamo nel centro storico, sito Unesco per la magnificenza del Tempio di Atena, del teatro greco, dell’anfiteatro romano, dell’Orecchio di Dionisio; i bambini rimangono affascinati da questa spettacolare grotta artificiale, costruita proprio sotto al teatro, così chiamato dopo che Caravaggio ci intravide la sagoma di un orecchio d’asino alta 23 metri e con percorso a spirale; “di Dionisio” perché il tiranno di Siracusa vi rinchiudeva i prigionieri, e, appostandosi all'interno di una cavità superiore, spiava i loro discorsi, grazie ad un’amplificazione acustica dovuta alla forma. Un rapido passaggio alla suggestiva necropoli di Pantalica, oltre 5000 tombe scavate nella roccia fra XIII e VII secolo a.C., con camminamenti panoramici e laghetti dall’acqua cristallina, e poi mare: da Fontane Bianche alle spiagge selvagge di Eloro e di Calamosche nella riserva naturale di Vendicari. In queste acque 2300 anni fa Archimede, geniale scienziato, pronunciò l’esclamazione “Eureka” quando ebbe l’intuizione sul principio dei corpi galleggianti: il Tecnoparco di Archimede è perfetto per piccoli scienziati in erba (www.tecnoparco-archimede.com).
Il nostro viaggiatore prosegue verso la Val di Noto, culmine del Barocco europeo. Girovagando col naso all’insù per le trame urbane intessute con lucido e ricco disegno nelle cittadine di Noto e di Caltagirone si perde la testa davanti ai sontuosi ed eleganti palazzi, guardando le sorprendenti facciate delle chiese dai preziosi interni. Il Palazzo Nicolaci di Villadorata è un incanto coi suoi balconi scolpiti in modo diverso l’uno dall’altro con figure di leoni, putti, sirene, cavalli alati.
Fra una granita (dolce freddo di origine araba – sherbet - un tempo preparato con neve dell’Etna conservata in delle specie di ghiacciaie, le niviere, con aggiunta di sciroppi di frutta) e una tavoletta di cioccolato di Modica (realizzata con cacao lavorato a freddo con aggiunta di spezie e zucchero, da provare nella pluripremiata cioccolateria Sabadì, “Tavoletta d’oro” anche per il 2019) si imposta la rotta verso Agrigento. Un tuffo prima nei freschi flutti di San Leone, la spiaggia dei giovani fra le dune dorate e le palme, poi nella Valle dei Templi, uno spettacolo adesso che la vegetazione è rigogliosa ed i mandorli del parco archeologico biancheggiano coi loro profumatissimi fiori. Se possibile cogliamo l’occasione per una passeggiata nel centro della città, sintesi fra la medievale Girgenti e la moderna un po’ decadente Agrigento. Da assaggiare i dolci ed il gelato ai pistacchi di Raffadali a Le Cuspidi.
Si riparte. Le spiagge intorno a Sciacca Terme, poco note al turismo di massa, sbalordiscono per il loro aspetto incontaminato e accogliente. Timpi Russi, San Giorgio, Verdura, sono quelle da vivere. Si cammina verso ovest su sabbia dorata e fine, scogli, sassolini chiari e si giunge dentro alla magnifica tenuta Verdura, una distesa infinita di erba verde (un green perfetto), giardini di ulivi e aranceti, vigneti, intorno al fiume omonimo. E’ qui, nei pressi degli antichi edifici di tufo, vicino alla piazzetta del borgo, che si trova la tavola più ambita per gustare la cena: è “La Zagara” dello chef Fulvio Pierangelini, che sceglie solo i prodotti dell’isola – fra i quali spiccano olio extravergine di oliva, limoni, arance, pesce della costa – per deliziare i palati più esperti. E poi un drink fino a tarda notte nella terrazza davanti al mare del Verdura Golf Resort, meta ricercata dei Vip dello sport per allenarsi (da Cipollini a Zambrotta) e del jet set internazionale (attori e magnati) per rilassarsi. Mimetizzato nei colori della roccia e della terra, il centro benessere punta ad una integrazione della salute mentale, fisica, emotiva e spirituale anche nel viaggiatore più esigente, che, rigenerato, può impostare adesso il navigatore su Selinunte.
La città che deve il nome al sedano selvatico vanta un tempio in posizione dominante sul mare. Il parco archeologico è una discesa al mare fra are, santuari, torri e mura che dall’acropoli portano alla spiaggia di granella di tufo che guarda l’Africa (nelle giornate più limpide se ne scorgono le coste). Selinunte ebbe vita breve, circa due secoli e mezzo di gloria. Tentò di conquistare la sua vicina rivale Segesta chiedendo l’appoggio di Siracusa, ma Segesta si fece difendere da Atene e da Cartagine, con infausto esito per Selinunte. Per visitare Segesta è necessario che il nostro viaggiatore abbia buone scarpe e un po’ di fiato, dato che per raggiungere il magnifico tempio dorico e l’incantevole teatro greco - affacciato su infinite vallate circostanti – bisogna salire fino alla cima del monte Barbaro. Ma ogni sforzo viene ripagato al momento della contemplazione di quanta grandezza sia rimasta intatta nei secoli per sorprenderci.