Toscana: in viaggio nel luoghi di Leonardo da Vinci
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Vinci, Firenze e le campagne toscane dei paesaggi del genio
di Nadia Baldi© istockphoto
Nacque ad Anchiano, nei pressi di Vinci, in provincia di Firenze, nelle curve collinari più affascinanti della Toscana, quelle di cui ci si innamora e si giura di non lasciare più. Leonardo da Vinci, il genio del Rinascimento, non solo grande scienziato ed inventore, ma anche raffinato artista, simbolo più di altri, dell’Italia virtuosa ed incomparabile. Il nostro viaggiatore lo seguirà in un itinerario fra Vinci e Firenze.
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Da quando nacque, non proprio benvenuto essendo figlio di un notaio e una contadina (impossibile un matrimonio viste le differenze sociali), furono i nonni a prendersi cura di lui (in particolare il nonno paterno) e lo crebbero in un ambiente sereno e stimolante. Quelle stesse ispirazioni che derivano dal paesaggio, il nostro viaggiatore le apprezzerà a bordo di un’auto decappottabile, di una moto, o perché no, di una bici, arrivando a Vinci: circondato da distese verdi d’erba che riempiono gli occhi, intervallate dai profumi e dai colori dei fusti nodosi degli ulivi (che qui sul Montalbano regalano un olio extravergine di oliva da dieci e lode) e dei filari ordinati di viti per la produzione di Chianti Montalbano DOCG come si può non essere ispirati a dare il meglio di noi stessi? A proposito di vino Leonardo si espresse anche in questa materia, dando indicazioni su come fare il “suo” vino, il Chianti.
Vinci è un piccolo borgo contraddistinto dalla presenza del Castello dei Conti Guidi, noto come “castello della nave” per la sua forma particolare allungata su cui spicca la torre, come l’albero maestro; qui e nella Palazzina Uzielli è ospitato il Museo Leonardiano. Ci sono documenti di studio dei progetti del Brunelleschi sulla cupola del Duomo di Firenze, progetti per la costruzione di macchine automatiche per il ciclo produttivo tessile, per la realizzazione di orologi meccanici, c’è una sezione di anatomia umana; e si svolgono laboratori didattici per bambini. Poi oltre 60 modelli di macchine leonardesche, dalle opere di ingegneria bellica agli strumenti di uso scientifico, affiancati anche da animazioni digitali e applicazioni interattive. Nella Biblioteca Leonardiana si trovano le riproduzioni di tutti i manoscritti e disegni di Leonardo (www.museoleonardiano.it).
Una bella passeggiata fra i prati e gli uliveti, guidata oppure autogestita seguendo il sentiero 14 nelle indicazioni della strada verde, ci condurrà ad Anchiano a visitare la casa natale del genio. Si tratta di una colonica restaurata, nella quale un percorso virtuale ci accompagna nella vita di Leonardo; un inaspettato ologramma ci permette perfino di incontrare “l’uomo” Leonardo a grandezza naturale. Per mangiare, volendo soddisfare le curiosità culinarie sulla cucina locale il consiglio è di fermarsi all’azienda agricola La Burra di Vinci (in via Orbignanese 15), e provare i primi fatti in casa con prodotti dell’azienda e la bistecca alla griglia. Dopo pranzo, vagando di collina in collina, si incontra la Villa medicea di Artimino, chiamata anche Villa dei cento camini, nelle cui cantine granducali è conservato un girarrosto progettato da Leonardo, che pare frequentasse la bellissima tenuta dal grandioso panorama su Firenze. Una sosta golosa da non perdere: di fronte alla Villa, alla gelateria La Torre di Artimino, Sandro Cioni prepara un gelato di qualità altissima, indimenticabile per il palato.
Pochi chilometri e dal Montalbano si scende a Firenze, laddove Leonardo, dimostratosi precocemente talentuoso nel disegno, fu mandato dal padre ad imparare il mestiere dell’arte nella bottega del Verrocchio. Insieme al maestro dipinse il “Battesimo di Cristo” - conservato nella Sala di Leonardo alla Galleria degli Uffizi - uno dei primissimi lavori che mostra la straordinaria abilità del Leonardo-pittore, il cui angelo inginocchiato di profilo sprigiona la grazia peculiare dello stile leonardesco. Il Vasari riporta la leggenda che quell’angelo venne ritratto dall’allievo Leonardo in maniera così sublime che il maestro Verrocchio, compresa la superiorità dell’allievo, da quel momento in poi abbandonò per sempre la pittura. La seconda opera della sala è “l’Annunciazione”, nella quale, oltre ad un angelo con ali che sembrano pronte per spiccare il volo, è il paesaggio lontano a dar prova della resa d’atmosfera impareggiabile nei retroscena leonardiani. E poi “l’Adorazione dei Magi”, lasciata incompiuta al momento in cui Leonardo partì per Milano nel 1482: guardandola pare quasi di partecipare al processo creativo di Leonardo stesso.
In preda alla Sindrome di Stendhal, una sistemazione all’altezza del capogiro estatico sarà una delle suite dell’albergo Portrait Firenze, su Ponte Vecchio, destinazione esclusiva che cala il viaggiatore in una dimensione ad un tempo antica e contemporanea. Aperitivo al cocktail bar Montefiore, di tendenza, e poi cena raffinata di là d’Arno, seduti sulle sponde del “nastro d’argento” che scorre sotto i nobili ponti fiorentini, alla tavola di Borgo San Jacopo, per assaggiare i sapori tipici, attualizzati, mai banali.
Al risveglio il nostro viaggiatore percorrerà Por Santa Maria, piazza della Signoria fin dentro alle sale di Palazzo Vecchio, dove il genio incontrava un altro esponente dell’ingegno rinascimentale, Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico: qui Leonardo aveva iniziato i progetti per la decorazione della Sala Grande del Palazzo con la mastodontica Battaglia di Anghiari, purtroppo perduta o non realizzata, in sfida con Michelangelo che invece preparava la Battaglia di Cascina per la parete opposta.