© Istockphoto | Le strade incantevoli della Val d'Orcia
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I segreti del paesaggio toscano emblema della grande bellezza italiana
di Nadia Baldi© Istockphoto | Le strade incantevoli della Val d'Orcia
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La Val D’Orcia, in Toscana, è la destinazione che più asseconda la voglia di libertà tipica della primavera. Una campagna integra di rara bellezza a perdita d’occhio, disseminata di cipressi, di vigne, di bacini termali, di borghi arroccati sulle colline dal grande fascino. I suoi paesaggi sono quelli che riempiono l’immaginario comune al solo sentir pronunciare “Italia”; luoghi evocativi nella spiritualità e nella cultura, poi nell’ingegno e nel piacere.
Partenza per Pienza capitale della Val D’Orcia, città di papa Pio II Piccolomini, che vi era nato e che la trasformò rendendo concreto il progetto rinascimentale di città ideale. È a lui che si deve l’edificazione della piazza e della cattedrale di Santa Maria Assunta, del palazzo della famiglia e la ristrutturazione degli antichi edifici per l’adeguamento ai modelli del Quattrocento fiorentino, sotto le direttive dell’architetto Bernardo Rossellino. Sono pochi i viaggiatori che conoscono il fenomeno d’ombra che interessa il Duomo due volte l’anno: come se fosse una gigantesca meridiana, quando il sole è alto a mezzogiorno la chiesa crea una particolare proiezione della facciata sui nove riquadri della pavimentazione della piazza. Un’ombra che replica in simmetria e armonia il profilo della chiesa ogni primo aprile e ogni 11 settembre di ogni anno.
Di fianco al Duomo si trova Palazzo Borgia, ora Museo Diocesano, che raccoglie prestigiose antiche tavole dipinte, arazzi fiamminghi, codici miniati, argenteria ed il Piviale di Pio II, di manifattura inglese, realizzato con una laboriosa e straordinaria tecnica tessile.
Lungo la strada provinciale 146 il nostro viaggiatore esplora il meglio del panorama circostante, guidando lentamente mentre ascolta le sonorità della chitarra classica del Movieguitarduo, catturato dai brani delle più belle colonne sonore cinematografiche, nella rilettura appassionata di Giorgio Rossini e Luca Tesi: l’atmosfera sarà letteralmente da film (www.movieguitarduo.com). Poi si trovano le indicazioni per la Cappella di Vitaleta e da lì si procede in auto o a piedi lungo la strada bianca che conduce fino in cima ad una collina, commovente lo scorcio, dove solitaria si erge la piccola chiesa rurale tardo rinascimentale, oggi di proprietà privata, affiancata da due cipressi che la incorniciano e ne aumentano il fascino.
Un’occasione per apprezzare queste terre in modo anticonvenzionale, decisamente salutare e sostenibile, è la “Scarpinata” del 21 maggio prossimo, una manifestazione che porta a percorrere 14 o 20 o 30 chilometri (ognuno al proprio passo) su sentieri impeccabili, partendo da San Quirico e passando per una parte della via Francigena, da Bagno Vignoni, dai vigneti della Tenuta Sanoner, da Poggio Bacoca, dalla Cappella di Vitaleta, fino a concludere rientrando - sfiniti ma felici - in piazza Chigi a San Quirico D’Orcia.
Come ricostituente naturale dopo la fatica niente sarà meglio dei bagni nelle acque termali di Bagno Vignoni, il piccolissimo ed unico borgo raccolto intorno a una vasca termale rettangolare che funge da cuore dell’abitato e che già i Romani frequentavano per le proprietà curative miracolose. Nel Medioevo Lorenzo il Magnifico e gli altri Medici venivano a bagnarsi qua. La sorgente naturale sgorga in vari punti del borgo, liberamente sotto la collina, dove crea dei bacini balneabili fra le rocce; poco più su invece una vasca termale in una vecchia cava di travertino assume un aspetto monumentale: all’interno del parco dell’Adler Thermae l’area scavata nel travertino massiccio color avorio è diventata una piscina naturale che riceve dalla profondità di circa 1000 metri le acque bicarbonato-solfato-calciche-carboniche a oltre 50°C (poi si mitigano e rimangono costanti sui 36°C). Un’immersione totale nel piacere, nella salute e nella pace, da cui diventa difficile staccarsi (www.adler-resorts.com).
Fra i filari di cipressi che segnano i crinali delle colline della Val D’Orcia e che si ammirano dalle piscine calde fumanti di Bagno Vignoni il più celebre è il viale che Massimo Decimo Meridio percorre nel film “Il Gladiatore” in scene cariche di emozione (si trova nel comune di San Quirico D’Orcia, raggiungibile facilmente seguendo le indicazioni). In effetti i cipressi della Val D’Orcia rappresentano un’icona naturalistica e paesaggistica, in particolare vale la pena nelle vicinanze di fermarsi a contemplare un boschetto caratteristico, circolare, chiamato “cipressini di San Quirico d'Orcia” che si trova su una collina verde dal profilo rotondeggiante a margine della Via Cassia in località “I Triboli”.
Dopo la colazione con i prodotti migliori del territorio (la ricotta di Pienza e le marmellate del posto) in un chiostro realizzato al piano alto della villa in stile toscano dell’Adler Resort, si imbocca la Cassia verso Montalcino e poi la SP55 in direzione di Castelnuovo dell’Abate per raggiungere l’abbazia di Sant’Antimo, fondata secondo la leggenda da Carlo Magno, ex voto dopo la peste. La chiesa romanica è un vero capolavoro, la sua apparentemente fredda struttura in travertino antico comunica già dal portale un profondo senso di spiritualità nel viaggiatore, che viene trascinato in un’architettura raffinata per la semplicità e l’armonia dei suoi elementi. L’accoglienza monastica è pervasa dal silenzio. Ma in alcune ore del giorno si può ascoltare un coro di pochi frati benedettini che prega cantando inni gregoriani di sì forte suggestione, da generare un piacevole smarrimento.