Italia da scoprire

Val Mivola: i tesori delle Marche tra i fiumi Misa e Nevola

Due fiumi che si incontrano e due magnifiche valli tra castelli e natura rigogliosa, dai monti fino al mare

29 Giu 2022 - 06:00
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© Ente del Turismo  |  Corinaldo
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Nelle Marche, in provincia di Ancona, due fiumi - Misa e Nevola - si incontrano dando vita a due fertili vallate che dalla montagna al mare sono costellate da borghi millenari, natura rigogliosa e una costa fatta di sabbia di velluto. L’ideale unione delle valli del Misa e Nevola è diventato oggi un nuovo soggetto turistico: Val Mivola, che mette in network ciò che da tempo la natura ha voluto far convivere e dialogare.

Val Mivola con le sue storie, tradizioni, culture ed eccellenze rappresenta la pluralità delle Marche nella sua essenza più vera: gli Appennini da un lato che in poco più di 40 km degradano dolcemente fino al mare. Un museo diffuso e un parco naturale allo stesso tempo, costellato da nove comuni - Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti, Trecastelli - accomunati dalla presenza di tesori d’arte, tradizioni tramandate e sapori antichi.

I borghi e i castelli - Incastonata tra gli appennini c’è Arcevia, l’antica Rocca Contrada, dove ammirare la Collegiata di San Medardo, passeggiare nel giardino botanico e da cui si gode di uno stupendo panorama fino al mare. Con una storia ricca di dominazioni e conquiste, la sua unicità risiede nei nove castelli che la circondano, antichi villaggi fortificati tutti da scoprire. Partendo da ovest si incontrano il piccolo Castello di Caudino e poi Palazzo che, tra continui saliscendi, ospita la chiesa dei Santi Settimio e Stefano, di origine tardobarocca. Proseguendo s’incontra il piccolo San Pietro in Musio, Nidastore, così chiamato poiché quasi irraggiungibile come il nido dei rapaci, e poi Loretello, uno dei più belli, con la cinta muraria ancora percorribile. E ancora Montale, che vanta un bel camminamento di ronda, e Piticchio, che si distingue per la peculiare via coperta con affaccio panoramico. Castiglioni custodisce, tra altre bellezze, la Chiesa di Santa Maria della Piana, dalla facciata rettangolare. Conclude il tour il duecentesco borgo di Avacelli con i suoi possenti bastoni che si stagliano su boschi verdeggianti.

Le mura di Corinaldo - Scendendo a valle si incontra Serra de’ Conti, il cui centro storico ha una particolare conformazione che digrada con linee parallele di vicoli e vicoletti lungo il versante della collina. E poi Barbara, il più piccolo dei comuni di Val Mivola, con il suo Castello con un mastio sopraelevato chiamato “Il Torrione”, che fu conteso tra Guelfi e Ghibellini e fu teatro di due vittoriose azioni difensive una nel 1461 da parte delle truppe d’assedio di Sigismondo Malatesta e l’altra nel 1517 da Francesco Maria Della Rovere. Ostra - un tempo Montalboddo - con la sua cinta muraria lunga più di 1 km e la sua torre civica con i suoi 33 metri di altezza e Ostra Vetere – un tempo Montenovo – in cui si può ammirare la cupola e il campanile di Santa Maria di Piazza, gioiello del neogotico nelle Marche. C’è anche Corinaldo, uno dei Borghi più belli d’Italia, con le sue imponenti mura quattrocentesche perfettamente conservate e nel cuore del centro storico la “Piaggia”, la scalinata di cento gradini con al centro il celebre “Pozzo della Polenta”, protagonista della leggenda che diede origine alla annuale rievocazione storica. Trecastelli con Monterado, il cui castello sorge sulle fondamenta di un’antica pieve dei monaci avellaniti dell’anno mille e Ripe con il suo nucleo castellano all’interno del borgo fortificato.

Senigallia - L’itinerario tra i castelli si conclude idealmente a Senigallia con la sua Rocca Roveresca la cui struttura attuale, progettato da Luciano Laurana e Baccio Pontelli, è stata voluta da Giovanni della Rovere, signore di Senigallia e genero di Federico III da Montefeltro, duca di Urbino. Monumento contemporaneo, ma ugualmente iconico è la Rotonda a Mare, una delle sole due presenti in Italia, oggi centro polifunzionale per l’arte, la musica e lo spettacolo da cui si diramano i 13 km di sabbia finissima, chiamata appunto spiaggia di velluto, e che rappresenta anche una delle location del Summer Jumboree, il Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’America anni ’40 e ’50, il più grande in Europa e secondo al mondo che si svolge da 23 anni a Senigallia.

Arte - Val Mivola è anche ricca di tesori artistici ed archeologici da esplorare, dal mare alla montagna, uno degli itinerari può essere proprio all’insegna delle bellezze artistiche del territorio. Il viaggio non può che iniziare da Senigallia Città della Fotografia, che ha ottenuto questo appellativo grazie a Mario Giacomelli, grande fotografo del Novecento, nato e vissuto tutta la vita in città e a cui è dedicata una sezione permanente dello spazio espositivo di Palazzo del Duca, con alcuni dei suoi lavori più celebri, come le serie “Scanno” e “Io non ho mani che mi accarezzino il volto” e gli scatti dei celebri “pretini” che giocano nelle loro tonache nere. Nel centro storico di Senigallia, inoltre, si trova la Chiesa della Croce, capolavoro del Barocco italiano che conserva una preziosa deposizione di Federico Barocci datata 1582. Nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie e annesso Convento, fuori dal centro cittadino, edificata dai Duchi Giovanni della Rovere e Giovanna da Montefeltro spicca una delle opere d’arte più importanti del territorio, la “Madonna con Santi” del Perugino.

Archeologia - I territori di Val Mivola sono anche ricchi di testimonianze archeologiche che raccontano la presenza di insediamenti fin dall’era paleolitica. In particolare, è Castelleone di Suasa che conserva le evidenze più interessanti, con la prestigiosa Domus dei Coiedii, l’abitazione di una delle più facoltose famiglie dell’epoca, l’anfiteatro, il foro e una domus di età repubblicana. A Corinaldo nell’area archeologica di Santa Maria in Portuno è stata fatta recentemente una importante scoperta che ha riportato alla luce una necropoli picena con una tomba principesca risalente al VII sec. a.C. con armi e oggetti simbolo collegati al rango del defunto e alla ritualità funeraria. Inoltre, nel territorio di Ostra sorgeva una città romana nata nel III sec. a.C., dove è possibile ancora vedere il settore centrale della città con le terme, il teatro e tutta una serie di edifici che affacciano sulla piazza del foro.

Sport e Natura - Anche Val Mivola è inserita all’interno del progetto di promozione territoriale Marche Outdoor, promosso dalla Regione Marche, che vuole valorizzare le strade secondarie che attraversano il paesaggio marchigiano, dal mare alla montagna, e che possono essere percorse in bicicletta e non solo. Nei territori di Val Mivola infatti, si possono fare tante esperienze su due ruote e a piedi, per stare all’aria aperta e conoscere la zona da un punto di vista diverso. Partendo da Senigallia c’è “PercorriMisa”, una passeggiata naturalistica di 13 km da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo lungo il fiume Misa da Senigallia a Casine di Ostra. Poi il percorso ad anello Ostra-Vaccarile di circa 15 km, che presenta vari aspetti di interesse non solo naturalistico, ma anche storico/culturale - con il Castello di Vaccarile, le rovine di Ostra antica e le chiesette rurali - e legato alle tipicità locali.

Le specialità enogastronomiche - Le valli del Misa e Nevola sono ricche di tradizioni enogastronomiche, un territorio fertile per la coltivazione del vino, in particolare con il vitigno autoctono a bacca bianca Verdicchio dei Castelli di Jesi da cui si ricava il vino omonimo, prodotto specialmente nella zona di Ostra Vetere e Barbara e con il Lacrima di Morro d’Alba, vino rosso tipico DOC marchigiano, conosciuto sin dai tempi di Federico Barbarossa la cui produzione è consentita unicamente nella zona di Morro d’Alba e comuni limitrofi. Invece nella zona di Serra de’ Conti, da una varietà di ciliegie acide, simili alle amarene, prodotte dal visciolo a cui viene aggiunto il mosto, viene prodotto il Vino di visciola, esclusivamente da dolce. Altre coltivazioni autoctone sono la cipolla di Suasa coltivata nell’area di Castelleone, la cicerchia di Serra de’ Conti, legume oggi diventato presidio slow food coltivata con tecniche a basso impatto ambientale e, sempre dallo stesso territorio, il fagiolo solfino, riscoperto e reintrodotto da poco tempo, dalla buccia finissima, la consistenza cremosa e il sapore delicato. Infine, il mais ottofile di Roccacontrada, prodotto nella zona di Arcevia, dal colore rosso e dall’aroma intenso permette la preparazione di una polenta di grandi qualità organolettiche.

Per maggiori informazioni: www.valmivola.com

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