© Istockphoto | I vigneti della Valdobbiadene: Farra di Soligo
© Istockphoto | I vigneti della Valdobbiadene: Farra di Soligo
Un paesaggio incantevole, una collana di borghi suggestivi e una gastronomia sopraffina: le terre del Prosecco
© Istockphoto | I vigneti della Valdobbiadene: Farra di Soligo
© Istockphoto | I vigneti della Valdobbiadene: Farra di Soligo
Le colline della Valdobbiadene sono così belle e "speciali" da essere state iscritte nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità Unesco. Basta un colpo d'occhio per capirne la ragione: sono pendii che salgono bruscamente dalla pianura, dalle geometrie suggestive, a volte dolci ma che a tratti si fanno aspre e richiedono una coltivazione "eroica". Tra queste colline, produttrici del celebre Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG, si incontrano piccoli borghi dal fascino antico: da un lato sembrano fermi nel tempo, ma conoscendoli meglio, si scopre che dalle solide radici affondate nella tradizione scorre un'energia fresca e vitale, tutta proiettata verso il futuro.
Il paesaggio è ciò che incanta il visitatore fin dal primo istante. Le morbide geometrie disegnate dai vigneti che si estendono tra Conegliano e Valdobbiadene seguono le forme naturali delle colline e sono intervallate da boschi di faggio e castagni; non a caso la motivazione Unesco, descrivendo il paesaggio e le sue caratteristiche, evidenzia che "la zona è caratterizzata da dorsali collinari, ciglioni (piccoli vigneti in terrazzamenti), foreste, villaggi e coltivazioni. [...] Il Comitato ha evidenziato come la protezione del paesaggio rurale sia garantita dalle regole di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, che promuove il mantenimento dei vigneti, dei ciglioni e la conservazione delle tradizioni locali e la tutela della biodiversità e degli ecosistemi associati". Le caratteristiche naturali del territorio sono dunque rispettate e preservate anche per garantirne la biodiversità: i boschi di castagni producono, tra l’altro una varietà particolarmente pregiata di frutto, il Marrone di Combai, al quale è stato riconosciuto il marchio IGP.
Tra magnifici boschi, vigneti e colline da esplorare in lentezza, sorge una collana di borghi dal cuore antico, di pievi, abbazie, rocche e opifici, la maggior parte dei quali sono aperti e visitabili. Oltre alla lavorazione vinicola, alla quale lavorano in totale oltre 6mila addetti e che nel 2020 ha prodotto e venduto circa 92 milioni di bottiglie di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, in zona è ancora viva e prospera la tradizione della lavorazione di lana e seta, con la creazione di filati e tessuti pregiatissimi, destinati alle grandi maison internazionali della moda. Per scoprire questo mondo prezioso si può visitare il Lanificio Paoletti di Follina, che dal 1795 ospita il ciclo completo di creazione di tessuti fantasia, ricercatissimi dalla griffes internazionali. A poca distanza si trova la città di Follina, oggi uno dei Borghi più belli d’Italia e Città slow, meta di grande interesse per gli appassionati di arte e architettura: il visitatore può ammirare una bella piazza con palazzi nobiliari e soprattutto la splendida Antica Abbazia di Santa Maria, con un incantevole chiostro cistercense del XII sec. : furono proprio i monaci cistercensi ad introdurre la lavorazione dei panni lana e a dare impulso allo sviluppo di Follina. Un altro borgo di grande suggestione è Cison di Valmarino, anch’esso parte del circuito “Borghi più belli d’Italia” e Bandiera Arancione del Touring. Con il suo castello del XII secolo, i palazzi seicenteschi e la chiesa barocca, la cittadina è stata per secoli il centro amministrativo della contea retta dalla famiglia Brandolini alle dipendenze della Repubblica di Venezia. Un altro borgo tra i borghi più suggestivi della zona, è Stramare di Segusino, un minuscolo incantevole borgo perfettamente restaurato che, oggi, conta un solo residente, ma che nel periodo estivo si popola di una cinquantina di abitanti. Una passeggiata per le viuzze e una visita alla cappella sono un vero viaggio in un’altra dimensione.
Stessa suggestione, anche se con emozioni diverse, viene dalla visita al piccolo centro di Vidor, dove si può salire fino al Castello, situato in un avamposto panoramico sulla stretta del Piave in cui si combatté aspramente durante la prima guerra mondiale. Prenotando la visita presso gli enti turistici locali, si può ammirare l’antica Abbazia benedettina di Santa Bona e il suo chiostro, vero gioiello edificato intorno al 1100 dai monaci benedettini e gestita nel corso dei secoli dai monaci dell’Abbazia di Pomposa: il sito era di importanza strategica perché qui funzionava un passo barca, unico modo per attraversare il Piave, dato che non esisteva alcun ponte sul fiume. Dal belvedere antistante l’Abbazia e la villa si gode di un meraviglioso affaccio sul Piave.
Un’intera collana di piccole cappelle, pievi e chiesette è da ammirare partendo da Farra di Soligo e percorrendo uno dei numerosi e caratteristici itinerari, anche ciclo pedonali, che attraversano il territorio del Prosecco Superiore, da Col San Martino a Soligo. Ricordiamo qui solo il Sentiero delle Vedette, fra arte, storia e paesaggi mozzafiato, e la bella chiesetta trecentesca dedicata a San Vigilio, dal curioso orologio gigante, dalla quale si gode una splendida vista sulle colline del Prosecco. Infine, per un tocco di cultura rurale, è quasi un obbligo la visita al seicentesco Molinetto della Croda di Refrontolo, tutt’ora funzionante e semplicemente incantevole.
Dato che il palato vuole la sua parte, non si possono perdere gli spettacolari risotti al Prosecco, interpretati dai diversi ristoranti locali secondo ricette particolari e sempre deliziose. Chi desidera una pausa di gusto, può fermarsi a Valdobbiadene, per degustare il Prosecco Comegliano Valdobbiadene Superiore presso la Cantina Colesel, nella frazione di Santo Stefano di Valdobbiadene, nel cuore del Cartizze. Chi ha fame trova a poca distanza l’Agriturismo Al Cartizze di Bepi Boret, sempre a Valdobbiadene, oppure, per deliziosi piatti a base di pesce, al Ristorante Ca’ del Poggio, in località San Pietro di Feletto, da cui si gode un affaccio mozzafiato sulle colline circostanti. E infine, un tocco di dolcezza: tappa d’obbligo per i golosi è la Pasticceria Villa dei Cedri di Valdobbiadene: qui sono da scoprire le deliziose “tette delle monache”, una particolare pasta ripiena di crema che ricorda appunto la forma di un seno femminile, e ancora brioches, biscotti, pasticcini deliziosi e, soprattutto, specialità al cioccolato pluripremiate a livello internazionale.