© Istockphoto | Venezia
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Un riconoscimento ai maestri artigiani che tramandano alle future generazioni la conoscenza di una delle più antiche arti veneziane.
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Una ragione in più per visitare Venezia: l’arte della lavorazione delle perle di vetro è stata inserita nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, secondo riconoscimento per Venezia da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, che nel 1987 l’aveva inserita con sua laguna nella World Heritage List. Un importante ed autorevolissimo omaggio al saper fare degli artigiani veneziani, che nei secoli hanno saputo distinguersi per abilità ed esperienza in questo tipo di lavorazioni, tramandando ininterrottamente le loro conoscenze da una generazione all'altra, per più di 700 anni.
Nel territorio veneziano, l’arte delle perle di vetro è diffusa da secoli vita e ancor oggi, in molte famiglie, c’è una perlera, un perler, un’impiraressa (che si dedica ad infilare le conterie, ovvero le perline, in mazzi e creare manufatti), un molatore o un maestro del vetro. I loro gesti, i ricordi, il linguaggio particolare, spesso legati al cucito e alla cucina, i luoghi dedicati all’arte delle perle di vetro impregnano la quotidianità di tutta la società veneziana. Le perle di vetro, fragili, colorate, dai molteplici disegni e fogge, che occhieggiano nelle vetrine di botteghe e laboratori, sono una delle peculiarità che rendono unica Venezia e ne lasciano nel visitatore un ricordo indelebile. Se ne possono ripercorrere le tracce anche in luoghi dedicati, come ad esempio Calle delle Conterie (ovvero le minuscole perline a semenza), oppure scoprirne i segreti in laboratori che – su prenotazione- aprono le porte ai visitatori. A Venezia, si possono ad esempio visitare su appuntamento, i laboratori di Salvatore e Antonella Sito (S.U.V. Venetian Beads), Pierluigi e Maria Cristina Biancardi (Biancardi snc), Alessandra Gardin (Kirumakata), Luna Darin, Moulaye Niang (Muranero), Stefano e Daniele Attombri (Attombri), Marisa Convento (Bottega Cini). A Murano quelli di Alessandro Moretti (Costantini Glassbeads), Muriel Balensi, Renata Ferrari (La Perla Veneziana). Il sestiere veneziano storicamente legato alle infilatrici, e ancor oggi ben radicato nella memoria collettiva della città, è Castello.
Diverse lavorazioni - L’arte delle perle di vetro – diffusa oltre che a Venezia, anche nel suo territorio, sia isole che terraferma - è strettamente legata alla ricchezza delle conoscenze e alla padronanza di una materia, il vetro, e di un elemento, il fuoco. Riunisce saperi condivisi e tecniche, rinvia a procedimenti e a strumenti artigianali particolari e include diverse fasi di lavorazione. A ricevere il riconoscimento UNESCO non sono le perle in sé, ma l’intera filiera che conduce alla loro produzione. Diverse sono le lavorazioni: perle a “lume” (avvolgimento di vetro fuso alla fiamma intorno a un bastoncino di metallo), perle da “canna” (taglio e molatura di canne di vetro forate), infilatura delle conterie, minuscole perline di vetro, realizzazione in fornace di canne di vetro.
Un riconoscimento al saper fare – L’iscrizione nella lista Unesco è un riconoscimento a tante donne e uomini, veri e propri maestri dell'arte delle perle di vetro, che, nonostante le difficoltà e i tanti sacrifici, continuano ad impegnarsi per poter tramandare alle future generazioni la conoscenza di una delle arti veneziane. Non si tratta di semplici oggetti: ciascuna perla, unica per realizzazione, racconta una storia, un momento, un vissuto di chi, con maestria, l’ha creata. La candidatura UNESCO era stata depositata da Italia e Francia, con l’Italia capofila, e proposta per la parte Italiana dalla Comunità dei perleri veneziani rappresentati dal Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di vetro veneziane e per la parte francese dalla Comunità dei perlai francesi, rappresentati dall’Association des Perliers d’art de France.
Per maggiori informazioni: www.arteperlevetro.org