Arte e spirito

Viaggi slow: tra arte, natura e devozione, i Sacri Monti del Piemonte

Varallo, Oropa e Belmonte: tre siti UNESCO da visitare in lentezza, tra capolavori dell’arte, simboli della spiritualità e paesaggi incantevoli

di Raffaella Martinotti
29 Mag 2024 - 06:00
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© Istockphoto  | Il Sacro Monte di Varallo
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Visitare un Sacro Monte oggi significa regalarsi un’esperienza variegata: può essere una semplice passeggiata nella natura ammirando capolavori dell’arte, oppure, per chi ha voglia di cimentarsi, un mini trekking in bassa montagna, dal quale deviare magari verso percorsi più impegnativi, oppure può significare offrire un’intenzione ai propri passi e trasformarsi in pellegrino per un giorno, rivivendo l’esperienza dei fedeli che, secoli fa, camminavano verso laTerra Santa. I Sacri Monti sono infatti realtà architettoniche che ricostruiscono in chiave simbolica un percorso devozionale dedicato alla vita di Gesù o alla storia di Maria e di alcuni Santi: si va di cappella in cappella, ammirando le varie scene che sono riprodotte con intenso realismo al loro interno per mezzo di dipinti di pregio e statue a grandezza naturale. Intorno a tutto questo, la bellezza della natura partecipa alla narrazione e al cammino di conversione e di riconnessione con se stessi, per ricordarci che la natura è, innanzi tutto, bellissima. Non a caso, i Sacri Monti dell’Italia Settentrionale fanno parte dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO: sono in tutto nove, sette in Piemonte e due in Lombardia e sono una meta ideale per chi ama viaggiare in lentezza, nel rispetto dell’ambiente e della spiritualità.

I SACRI MONTI PATRIMONIO UNESCO – I sette Sacri Monti del Piemonte (Varallo, Oropa, Crea, Belmonte, Domodossola, Orta e Ghiffa) e i due della Lombardia (Ossuccio e Varese), sono entrati a far parte dei Patrimoni UNESCO perché, come si legge nella motivazione ufficiale, costituiscono opere uniche di architettura e arte sacra, immerse in un paesaggio naturale di grande pregio, per scopi didattici e spirituali, e hanno avuto una profonda influenza nel resto d'Europa. I Sacri Monti, infatti, sono stati edificati tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo per creare in Europa luoghi di preghiera e di pellegrinaggio alternativi ai Luoghi Santi di Gerusalemme e della Palestina, resi di accesso sempre più difficile e pericoloso a causa dell'espansione della cultura musulmana. Questo modello devozionale ha preso come esempio quello di Varallo, disegnato attorno al 1480, ed è stato utilizzato dopo il Concilio di Trento (1545 - 1563)  come  strumento per contrastare l'influenza della Riforma protestante. Su questo modello sono stati creati altri Sacri Monti come concreta espressione di devozione in contrapposizione alle dottrine eretiche: alcuni sono dedicati alla vita di Gesù, altri al culto di Maria, della Trinità e di alcuni Santi. La splendida natura che li circonda contribuisce a coinvolgere ancor di più il viaggiatore. Oggi, visitare un Sacro Monte significa immergersi profondamente in un percorso nel quale l’atto di camminare riassume in sé numerosi valori: il viaggio in lentezza, il procedere immergersi in una natura ancora intatta e lo stimolo di intraprendere un cammino di riscoperta di sé.  

IL SACRO MONTE DI VARALLO – Il percorso è realizzato su uno sperone di roccia che sovrasta la città e che, negli intenti del suo ideatore, il frate francescano Bernardino Caimi, voleva rappresentare una Terra Santa in miniatura. Alla fine del Quattrocento egli fece costruire piccoli edifici rurali, che riproducevano i luoghi di Gerusalemme legati alla vita di Cristo, rievocando al loro interno, con statue e dipinti, gli episodi che vi erano accaduti. All'inizio del Cinquecento, intervenne l'artista valsesiano Gaudenzio Ferrari, che abbellì le cappelle con sculture tridimensionali a grandezza naturale, abbigliate con vesti colorate e persino barbe e capelli veri, inserite in uno scenario affrescato dall'effetto immersivo molto coinvolgente. Gli interventi successivi, sempre ad opera di artisti illustri, tra cui il Tabacchetti, i Fiammenghini, il Morazzone, trasformarono sempre più il Sacro Monte in un percorso di pedagogia spirituale, come una specie di catechismo illustrato da pitture e statue dall'effetto molto realistico, capace di coinvolgere e commuovere anche il visitatore di oggi. Oggi il Sacro Monte si raggiunge senza sforzo con una telecabina che scala il pendio scosceso e porta alla sommità, nella quale si passeggia in un grazioso parco-giardino, visitando le diverse cappelle disposte all’interno di mura fortificate e intorno a due piccole piazze, ammirandone tutta la bellezza.

IL SACRO MONTE E IL SANTUARIO DI OROPA – Il percorso devozionale, facilmente raggiungibile da Biella, si snoda a 1200 metri di altitudine, arrampicandosi a zig-zag sulle pendici delle colline. Il Sacro Monte è costituito da dodici cappelle, molte delle quali oggi in restauro, dedicate alla vita di Maria, costruite a partire dal 1620 e ornate con statue in terracotta policroma e affreschi di Giovanni d’Enrico e di alcuni altri artisti. A Maria è intitolato anche l’imponente santuario di Oropa, che sorge lì accanto, circondato da una splendida conca di montagne, con le sue due basiliche, quella Antica e quella Superiore, e con le ampie corti fiancheggiate da edifici e portici. La storia del santuario è legata a quella di una statua lignea della Vergine, che secondo la tradizione fu scolpita da San Luca e portata qui dalla Terra Santa per opera di Sant'Eusebio, ma che in realtà è probabilmente opera di uno scultore valdostano del tardo Duecento. La statua fu collocata dal santo nel IV secolo in una grotta al riparo, accanto a quella che oggi è la basilica Antica: la statua oggi è chiamata Madonna Nera per il suo colore bruno, ed è veneratissima perché ritenuta artefice di alcuni miracoli: è protettrice in particolare della maternità e quindi delle donne in gravidanza o che desiderano un figlio. L'intero Santuario, in grado di accogliere centinaia di ospiti, è meta di importanti pellegrinaggi, di suggestive tradizioni e di processioni antichissime, tra cui quella che, una volta ogni cinque anni, parte nel cuore della notte dal borgo valdostano di Fontainemore alla luce delle fiaccole e giunge a Oropa alle prime luci dell'alba dopo aver scavalcato le Alpi Biellesi.

IL SACRO MONTE DI BELMONTE – Il Sacro Monte di Belmonte, affacciato sulla pianura torinese e sui monti del Canavese, si trova a pochi chilometri da Ivrea, città nella quale vale la pena fermarsi per visitare, tra l’altro, gli antichi stabilimenti Olivetti e, soprattutto, gli esempi di architettura industriale e di servizi welfare rivoluzionari per l’epoca, messi a disposizione degli operai, dei dipendenti e delle loro famiglie. Il Sacro Monte, nato per affiancarsi a un santuario antichissimo dedicato alla Madonna e risalente all’inizio dell’XI secolo, è il più recente tra i Sacri Monti piemontesi inclusi nel patrimonio UNESCO. Il percorso ricalca il cammino della Via Crucis e, come il Sacro Monte di Varallo, è popolato da dipinti e statue a grandezza naturale. Progettato dal frate francescano Michelangelo da Montiglio di ritorno dalla Terra Santa, il percorso è composto da tredici cappelle, tante quante le stazioni della Via della Passione e Morte del Cristo: sono state costruite nel Settecento, decorate da artisti della zona e disposte lungo un percorso circolare in un ambiente naturale rigoglioso, con querce e castagni secolari. Il sito riveste grande interesse naturalistico per la presenza di una particolare qualità di granito di colore rosso e per il grandioso panorama che vi si può ammirare. Punto di partenza e di arrivo del cammino è lo splendido Santuario che la tradizione vuole sia stato edificato per volontà del re longobardo Arduino d'Ivrea per ringraziare la Vergine di una inattesa guarigione. Il luogo è considerato miracoloso, come testimoniano i numerosissimi ex voto, esposti in una grande galleria.

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