© Ufficio stampa | Volterra
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L’antica città toscana è una delle perle d’Italia, gioiello di arte etrusca, romana e medievale e luogo del buon vivere e di eccellente enogastronomia
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Volterra, arroccata su un alto colle e circondata da antiche mura, domina dall’alto la valle del Cecina, che si spinge fino al mare. Circondata da un alone di mistero e di romantica bellezza, da sempre amata da colti viaggiatori, è balzata sulla scena internazionale sulla scia del grande successo della serie fantasy Twilight, che ne aveva fatto la sede dalla più antica famiglia di vampiri, i Volturi.
Nel cuore della Toscana, con stupendi dintorni, è una destinazione ideale per vacanze, o lunghi week end, fra arte e gusto, natura e relax. E se ci si va in autunno, è di scena il suo straordinario tartufo bianco! Ecco le cose da non perdere in questa incantevole città da vivere intensamente e da scoprire poco a poco.
Piazza dei Priori, cuore della città – Un vero gioiello, cuore della città, piazza dei Priori è il punto di partenza per esplorare, passo dopo passo, Volterra, città di pietra, perché di pietra sono le strade, le torri, i palazzi e le mura austere. Vi si affaccia l’imponente Palazzo dei Priori (costruito a partire dal 1208, è il più antico palazzo pubblico toscano) su cui svetta l’alta Torre Civica, dall’alto della quale si gode di un incomparabile panorama sulla città e la campagna circostante. All’interno è un susseguirsi di sale: la più imponente è la Sala del Consiglio, con l’affresco trecentesco dell’Annunciazione, stemmi di famiglie volterrane e castelli.
La Cattedrale e il Battistero, capolavori del Romanico - Piazza San Giovanni è il cuore artistico e religioso della città. Vi si affacciano la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Battistero, pregevoli esempi di Romanico, che conservano opere d’arte di valore inestimabile. Consacrata nel 1120, la Cattedrale è l’edificio religioso più significativo della città. Tra i numerosi capolavori che custodisce (fra cui opere di celebri artisti quali il pittore fiammingo Pieter de Witte, Guido Reni e Benozzo Gozzoli, spicca il gruppo ligneo con 5 figure della Deposizione, realizzato verso il 1228, considerato un unicum per la qualità della fattura, lo stato di conservazione e i colori originali. Del complesso della cattedrale fa parte anche la grande Cappella dell’Addolorata, dove sono custoditi due gruppi scultorei in terracotta policroma attribuiti a Andrea della Robbia, e l’affresco con il Corteo dei Magi di Benozzo Gozzoli.
Il restauro in diretta della deposizione di Rosso Fiorentino - E’ la superstar della Pinacoteca civica, a Palazzo Minucci Solaini, compie 500 anni ed era amata da D’Annunzio e Pasolini: La Deposizione di Rosso Fiorentino per un anno circa sarà sottoposta ad un delicato lavoro di restauro, che i visitatori potranno seguire al di là di una grande vetrata, mentre un video-diario su uno schermo posto all’esterno della sala ne racconta la storia e il progredire dei lavori. Di Rosso Fiorentino Vasari scrisse che “con pochi maestri volle stare all'arte, avendo egli una certa sua opinione contraria alla maniera di quegli", a rimarcare il tratto inquieto e ribelle dell’artista, innovatore pur rimanendo nei canoni della classicità. La maestosa pala, che dipinse a soli 26 anni, è ricca di particolari: dallo "sconficcamento" del corpo del Cristo dalla croce, in alto, si scende alla visione dei dolenti che piangono la morte del Salvatore, mentre la Maddalena con ardita invenzione iconografica anziché abbracciare la croce, si getta ai piedi della Madonna e San Giovanni si allontana dal gruppo, nascondendosi il volto fra le mani. Oltre alla Deposizione, altri sono i capolavori da ammirare nella Pinacoteca, dove sono esposte opere di Ghirlandaio, Taddeo di Bartolo, Luca Signorelli e di altri straordinari artisti prevalentemente di Scuola toscana. L’arte etrusca, invece, è raccolta al Museo etrusco Guarnacci, temporaneamente chiuso.
Città dell’alabastro, la pietra degli dei – Con le sue trasparenze, l’alabastro di Volterra, lavorato fin dal periodo etrusco, è considerato il più pregiato d’Europa. Pietra gessosa formatasi 6/7 milioni di anni fa, cambia aspetto, colorazione e consistenza al variare della composizione chimica del terreno: la presenza del ferro per esempio dona sfumature rosse mentre quella dello zolfo la vira verso il giallo. La sua storia viene raccontata nell’Ecomuseo dell’alabastro, che offre uno spaccato sulla sua lavorazione dall’antichità al design contemporaneo. Oggi la tradizione della lavorazione dell’alabastro viene portata avanti da abili artigiani- artisti, di cui si possono visitare le botteghe.
La Fortezza Medicea e il Parco archeologico – Lo skyline di Volterra e caratterizzato dalle linee dell’imponente Rocca medicea costruita nel 1474, di cui si può visitare solo la Torre del Maschio, dato che oggi ospita un penitenziario. Sulla sommità della collina si trova anche il Parco archeologico con i resti dell’acropoli etrusca edificata partire dal settimo secolo a.C., dove si ammirano i resti di due grandi templi di età ellenistica e si può visitare una grande cisterna sotterranea di periodo romano che riforniva gran parte della città.
L’antico teatro romano - Alle pendici settentrionali della città sorge il teatro romano (fra i più imponenti del Centro Italia): costruito alla fine del I secolo a.C., ospitava oltre 2.000 spettatori. Fu abbandonato a partire dal III sec d.C. e con i resti fu costruito, al centro del porticato che si trovava dietro la scena, un impianto termale. Gli scavi degli anni 50 lo hanno riportato alla luce ed ora se ne visitano varie zone. D’estate diviene la suggestiva scenografia naturale del Festival internazionale del Teatro Romano di Volterra.
Le Balze al tramonto - Uno dei luoghi più affascinanti di Volterra sono le Balze, candide e spettacolari pareti a picco all’estremità del colle su cui si trova la città, generate da crolli ed erosioni del terreno, che hanno dato luogo alla tipica morfologia a balze, con calanchi sottostanti. Una sorta di voragine a circa 2 km fuori da porta San Francesco, dalla sommità della quale si ammira un panorama eccezionale che, nelle giornate più limpide, spazia fino al mare. Il terreno qui è argilloso, tende a franare e nel tempo ha inghiottito chiese, monasteri, strade e persino una necropoli. Sul bordo delle Balze si trovano i suggestivi ruderi della badia camaldolese dei Santi Giusto e Clemente, patroni di Volterra, costruita nel 1034 e abitata fino a metà Ottocento. Alla sera, per un gioco di luci che solo il tramonto può offrire, si tingono di rosso, offrendo un spettacolo unico.
Il tartufo bianco, re della tavola autunnale – Volterra vuol dire anche gusto. Straordinari i suoi prodotti e la sua gastronomia, che si può gustare in raffinati ristoranti (quali la centralissima e storica Enoteca Del Duca) o in tipiche trattorie. In ogni periodo ci si arrivi, la tavola è sempre una piacevolissima e mutevole sorpresa, dettata dalla stagionalità e dalla tradizione agricola e pastorale dei dintorni. In autunno è tempo di castagne, funghi e selvaggina, cucinati con sapiente maestria antica o proposti in combinazioni inedite da chi, con tocco leggero, non rinuncia alla sperimentazione. Ma è soprattutto il tempo dei tartufi, per i quali la città è nota, dal pregiatissimo e raro tartufo bianco, il Tuber Magnatum, allo scorzone, dal sapore decisamente aromatico (il tartufo marzuolo si raccoglie invece da metà gennaio ad aprile). Per alloggiare, non c’è che l’imbarazzo della scelta, fra gli hotel in centro storico (dove ci sono anche le molte soluzioni proposte dall’Albergo Diffuso Volterra) e gli agriturismi nei dintorni (come il super accogliente e isolato Marcampo, con vista spettacolare sulle balze e l’infinita dolcezza della campagna, annesso all’omonima e rinomata azienda vinicola).
I cerchi ciclopici di Staccioli - Arte contemporanea fuori dalle mura cittadine: avvicinandosi a Volterra, non si può non rimanere colpiti dalle gigantesche sculture a forma di cerchio installate in posizioni panoramiche. Sono opera di Mauro Staccioli, scultore volterrano noto le sue imponenti opere che circoscrivono una piccola, ma significativa fetta di infinito. Le grandiose opere ambientali, cerchi vuoti o pieni, in differenti inclinazioni, sono state lasciate dallo scultore alla sua città d’origine. Un modo per scoprire la campagna di Volterra, attraverso scorci e cornici che cambiano e si rinnovano ogni giorno in un gioco continuo e mutevole tra opera, paesaggio e spettatore. Ideali per scattare foto e selfie memorabili.
Per maggiori informazioni: www.volterratur.it