Viaggi imperdibili

Giordania molto altro da scoprire oltre alla mitica Petra

Le dieci cose imperdibili per un viaggio memorabile

09 Feb 2023 - 06:00
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© Istockphoto  | Petra
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Storia e natura, straordinari reperti archeologici e scenari di eccezionale bellezza e potenza: una vacanza in Giordania si declina così, fra questi due poli d'attrazione che si alternano e compenetrano, regalando ogni giorno nuove emozioni. Con l’imperdibile pausa relax nelle calde acque del Mar Morto, dove il corpo pare perdere peso e galleggia leggero.

Proclamata Best in Travel 2023 da parte di Lonely Planet, la Giordania è un paese comodo da raggiungere dall’Italia e facile da visitare, viste anche le distanze relativamente brevi fra le varie località che vale assolutamente la pena di conoscere. Da Petra (l’icona del Paese) al Mar Morto, da Amman al deserto del Wadi Rum passando per luoghi iconici, come il Monte Nebo dalla cui sommità Mosè vide dall’alto la Terra Promessa o Jerach (l’antica Gerasa) con le più imponenti rovine romane al di fuori dell'Urbe, la Giordania è la meta ideale per chi cerca una vacanza dalle mille sfaccettature per tuffarsi in uno straordinario mondo assolutamente lontano dal proprio quotidiano, che non necessita però un lungo viaggio per essere raggiunto.

Voli diretti - Ora la Giordania è ancor più facile da raggiungere dall’Italia, grazie ai nuovi 3 voli settimanali di Royal Jordanian Airlines che in 3 ore e mezzo (il sabato, la domenica e il mercoledì), conducono da Malpensa al Queen Alia International Amman, importante hub che permette anche numerose connessioni verso il Medio Oriente. Una volta arrivati, si è avvolti dalle magiche atmosfere di questo paese dall’antichissima storia e dalle mille attrattive e le giornate passano veloci. Ecco cosa non perdere assolutamente, in un ideale tour da Nord a Sud del paese fino a raggiungere Petra, fra le 7 meraviglie del mondo e Patrimonio Umanità dell’Unesco. Scoprirete quanto offre la Giordania da scoprire e da vivere oltre a Petra, la sua perla più nota e preziosa.

Amman, la candida capitale - Sorta su 7 colli come Roma, Amman –la capitale della Giordania - è una città di stimolanti contrasti, in un affascinante mix dove si intrecciano antico e moderno. Candida, grande e popolata (vi vivono circa 4 milioni di persone, sugli 11.000 abitanti dell’intero regno) va scoperta zona per zona: Downtown; il centro moderno con le sue architetture contemporanee, i ristoranti eleganti, le gallerie d'arte e le boutique che si affiancano ai caffè tradizionali e alle piccole botteghe artigiane; Jabal Lweibdeh con le sue gallerie d'arte; il moderno quartiere dello shopping di Abdali; il trambusto dei mercati (imperdibile in estate è quello del venerdì a Jabal Amman); la vivacità un po’ bohémienne di Rainbow Street, punto di ritrovo irrinunciabile per cittadini e turisti. Per abbracciare dall’alto la città con un sol colpo d’occhio, si sale fino alla Cittadella, che regala una delle più belle vedute di Amman. È il fulcro della parte storico –monumentale della città, con il Tempio di Ercole nel II secolo d.C, il Palazzo degli Omayyadi e la Chiesa Bizantina.

Um Quais, la città di basalto nero - Basalto nero: con questa splendida pietra è stata costruita la biblica Gadara (oggi Um Quais), una dei perni della Decapoli, la confederazione di 10 città romane sorta nel I secolo a.C. a presidio dei confini orientali. A Nord di Amman, importante centro culturale tanto da essere denominata “Seconda Atene”, con le sue imponenti rovine romane e gli edifici ottomani, è arroccata su una collina che domina la valle del Giordano e il “mare di Galilea”. Dall’alto lo sguardo spazia sulle alture siriane del Golan, sul monte Hermon, sul lago di Tiberiade e sulle pianure a nord della Palestina. Ci si sente al centro di luoghi carichi di storia e sacralità, ed è un’emozione. Imponenti i resti romani che stanno ancora affiorando dal terreno grazie a intense campagne di scavo, dal lunghissimo decumano massimo fiancheggiato da decine di colonne ai due teatri. Da visitare anche il villaggio ottomano abitato fino al 1986 (quando è stato acquisito dal Dipartimento delle Antichità che ora ha diversi progetti di scavo e conservazione del sito) dove si trova un piccolo ma interessante Museo, ospitato in due antiche case. Una piacevole e inconsueta esperienza è provare i genuini sapori della cucina locale, accolti da una famiglia. A casa di Galsoum Al-Sayyah, ad esempio, eccellente e colta cuoca, la cui tavola è un tripudio di falafel, hummus, mansaf (riso, agnello e yogurt) per quello che è considerato il piatto nazionale giordano), mejadra (lenticchie, grano e cipolla fritta), fata’ir (focacce ripiene di carne e pomodori) e altri piatti tradizionali.

Jordan Trail e l’Iris Nero - Una volta a Umm Quais, anche chi non è un camminatore accanito si regali una passeggiata nella natura selvaggia che abbraccia la località, con squarci paesaggistici di indubbia suggestione. L’itinerario da seguire è quello del Jordan Trail che inizia proprio qui e, con i suoi 680 km di sentieri che toccano ben 75 villaggi, attraversa l’intero Paese, fino ad Aqaba. A tracciarlo sono stati l’eco guida di Umm Quais Ahamd Alomari, assieme a una quarantina di altri volontari. Il tratto iniziale, percorribile in meno di 2 ore, si snoda sotto la cittadina fra arbusti e macchie di vegetazione: in primavera - quando fiorisce anche il delicato Iris Nero, fiore nazionale - è un’esplosione di colori e profumi. Per chi ama il trekking, l’intero percorso è percorribile in 40 giorni e può essere pianificato seguendo le indicazioni del sito jordantrail.org.

Jerash, la Pompei d'Oriente - Jerash, l’antica Herasa, è la città meglio conservata della Decalopoli ed è seconda solo a Petra come attrazione archeologica della Giordania. La chiamano Pompei d'Oriente ed è fra le città romane meglio conservate al mondo. Vi si accede passando sotto l’imponente arco di Adriano, innalzato nel 129 d.C. per commemorare la visita dell’imperatore romano, e si procede facendo una straordinaria e interminabile camminata archeologica le cui tappe imprescindibili sono l’Ippodromo capace di contenere 15.000 spettatori, la monumentale Piazza ovale ellittica lunga 90 metri e larga 80 con 56 colonne, due straordinari teatri dall’acustica perfetta. E poi i due templi che dominano il sito dall’alto di due alture contrapposte: quello di Zeus e quello di Artemide, che con le sue svettanti colonne corinzie era il principale della città. È un’emozione camminare fra l’interminabile sequenza rettilinea di colonne che delineano il Cardo Massimo (ne sono rimaste in piedi ben 500), la strada principale lunga circa 800 m (tutt’oggi lastricata con le pietre originali in cui si vedono i solchi delle bighe) che portava a luoghi nevralgici della vita cittadina, come il Ninfeo, il mercato, il tempio di Dioniso (nel IV secolo ricostruito come chiesa bizantina e ora chiamato Cattedrale).

Al-Salt, botteghe e mercati in una città Patrimonio Unesco - Vivace e animata, con il suq straripante di frutta e spezie, botteghe artigianali e negozietti di trouvailles, questa bella città con le sue architetture ottocentesche giallo ocra abbarbicate su 3 colline è stata la prima capitale della Trangiordana nel 1922 ed è dal 2021 il 6° sito Patrimonio dell'Umanità della Giordania. Esempio di tolleranza e pacifica convivenza, nella sua chiesa di San Giorgio i cristiani pregano a fianco dei mussulmani. Dopo un visita al Museo Storico, vagabondate senza fretta, scoprendo angoli nascosti e andando a caccia di deliziosi acquisti da portare a casa per uno shopping non banale e turistico, dalle golosità bio ai cesti intrecciati a mano, ai begli oggetti, abiti, bigiotteria artigianali dei negozi Al-Khader Center realizzati da donne all’interno di un progetto sostenuto dalla Regina Rania, la cui foto in visita spicca sulla parete. A-Salt anche il pranzo non può essere banale e se gustato in una guest house (un’altra delle realtà sostenute dalla regina per incentivare le attività delle donne) diventa un’esperienza da ricordare. Fatima El Zebi nella sua Al Zaou’bi House prepara una delizioso Maqluba, specialità locale con riso, pollo, melanzane e cavolfiore, che scodella scenograficamente prima di farvi accomodare alla bassa tavola della sua sala per un vero pranzo di famiglia.

Galleggiare sul Mar Morto, il punto più basso della terra - È una sensazione veramente strana quella di galleggiare come se il corpo non avesse peso sulla superficie delle acque del Mar Morto, il punto più basso della superficie terrestre, a oltre 430 metri sotto il livello del mare. La loro elevata salinità (dieci volte più di quella degli altri mari) tiene a galla senza il minimo sforzo ed ecco così che i bagnanti si distendono rilassati sulla schiena, magari anche leggendo un libro! Le proprietà benefiche delle acque calde del Mar Morto (ricchi di sali di cloruro di magnesio, sodio, potassio, bromo e molti altri) e dei suoi fanghi erano apprezzate fin dall’antichità ed ora sono sfruttate nelle Spa degli alberghi che si trovano sulle sue sponde, dove si possono trascorre rilassanti vacanze benessere.

Madaba, la Città dei mosaici - Nota come la Città dei mosaici, ne conserva nella chiesa di San Giorgio uno dei più spettacolari al mondo, raffigurate la Mappa della Terra Santa e dell’intero Levante, dal Libano al delta del Nilo, dal Mediterraneo al deserto.  Il mosaico, realizzato tra il 542 e il 570 d.C. per una chiesa bizantina, doveva servire probabilmente per aiutare i pellegrini diretti a Gerusalemme ad orientarsi. Originariamente era composto da due milioni di tessere disposte su una superficie di 15,6 m di lunghezza e 6 m di larghezza. Vale una sosta per un thè o, ancor meglio, per un gustoso brunch a base di veloci cibi tradizionali o vegetariani Kawon, delizioso bistrot con orto e giardino a cui è annessa una libreria- biblioteca ricolma di volumi anche antichi, stampe, cartoline d’epoca, punto di ritrovo per giovani e intellettuali.

Monte Nebo, da dove Mosè vide la Terra Promessa - Un luogo di profonda sacralità: dalla ventosa cima del Monte Nebo, dove lo sguardo spazia dal Mar Morto alla valle del fiume Giordano, a Gerico con le colline di Gerusalemme che nelle giornate più limpide si scorgono sullo sfondo, Mosè vide prima di morire la Terra Promessa, che non avrebbe mai raggiunto. Luogo di pellegrinaggio per i primi cristiani diretti a Gerusalemme, per commemorare la morte di Mosè nel IV secolo vi fu costruita una piccola chiesa, di cui alcune pietre sono inglobate nella basilica attuale risalente al V e VI secolo. Splendidi i mosaici bizantini che la decorano. All’esterno, un ulivo piantato da Giovanni Paolo II nel suo pellegrinaggio del 2.000 e un’alta croce serpentina, il simbolo del serpente di rame (o di bronzo) innalzato da Mosè nel deserto e della croce su cui Gesù fu crocifisso.

Petra, fra le 7 Meraviglie del mondo moderno - Eccoci infine, in un crescendo di meraviglie, alla parte conclusiva del viaggio, che riserva i due tesori più conosciuti della Giordania, la città rosa di Petra e il deserto lunare del Wadi Rum. Patrimonio Umanità Unesco, Petra è una straordinaria simbiosi fra natura e opera dell’uomo, scavata come è nelle rocce dalle straordinarie sfumature dal giallo al rosso acceso, con le facciate di edifici e tombe che si fondono con le pareti dirupate. Era la capitale del Regno dei Nabatei, abili e colti commercianti di origine araba, che a partire dal VI sec a.C. crearono una città naturalmente protetta e di difficile accesso. Anche oggi ci si arriva percorrendo la stretta gola del Siq dalle fantastiche forme contorte scavata dalle acque di un antico torrente (lo si può fare anche bordo di macchinine elettriche che partono dal Centro Visita), che si apre all’improvviso sul Tesoro (Al Khazneh), la monumentale tomba alta oltre 40 metri coronata da un’alta urna che secondo la leggenda doveva contenere il tesoro del Faraone. Se questo è il monumento più noto di Petra, non è che l’inizio di uno straordinario percorso che prosegue con la Strada delle facciate verso le Tombe Reali, il Ninfeo, la Strada Colonnata e termina con Qasr Al-Bint (il Castello della Ragazza). Tutt’attorno tombe monumentali, templi, chiese: ciascuno può disegnarsi il suo itinerario, salire per visitare questi straordinari monumenti e avere una visione complessiva dall’alto di questo sito veramente unico al mondo. Proseguendo oltre, vale la pena di fare gli 850 gradini che portano fino al Monastero, la cui facciata alta 48 m supera per imponenza quella del Tesoro. Edificato nel II sec d.C., il suo nome deriva dalla presenza di alcune croci scolpite sulle pareti, indizio di un possibile utilizzo come chiesa in epoca bizantina. Dall’alto la vista è magnifica e ricompensa la fatica della salita (che può essere fatta anche a dorso di mulo). Annessa all’Impero Romano nel 102 d.C., Petra iniziò a decadere nel IV sec. in seguito ad un terremoto e al progressivo cambio delle rotte commerciali, e dalla metà del VII secolo se ne perdono le tracce. A conservare il segreto della sua ubicazione furono i beduini, che continuarono ad abitarla, fino a quando nel 1812 un orientalista svizzero J.L.Burkhardt riuscì a carpirlo. E Petra fu presto annoverata fra le più affascinati città dell’antichità, attirando turisti dal tutto il mondo. Per vistarla occorre almeno una giornata e l’ingresso è a pagamento.

Wadi Rum, la Valle della luna - Conosciuto come “Valle della luna” per il suo scenario grandioso, brullo ed irreale, il deserto del Wadi Rum è una distesa sconfinata di sabbia rossa dalle mille tonalità e straordinarie formazioni rocciose plasmate dalle acque e dal vento, su cui sono tracciate a volte antichissime incisioni rupestri che indicavano alle carovane la via da seguire. Uno dei deserti più belli del mondo.  Da sempre via di passaggio da e per l’Arabia Saudita, era percorso da nomadi fin dai tempi più antichi e - venendo a anni più recenti - è stato il set ideale per numerosi film hollywoodiani ambientati su Marte. Abitato da rare tribù nomadi beduine, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, è un tuffo in paesaggi e orizzonti sconfinati. “Vasto, echeggiante e divino” lo aveva definito il mitico Lawrence d’Arabia (che ispirò il celebre film con Peter O’Toole e Omar Sharif), che vi stabilì il suo campo base quando, fra il 1917 e il 1918, fu l’anima delle rivolte delle tribù arabe contro il potere centralizzato dell’Impero Ottomano. Il libro che raccoglie le sue memorie, I sette pilastri della saggezza, dà il nome ad una delle formazioni rocciose più suggestive del deserto. Emozionante è trascorrervi la notte con il cielo rilucente di stelle, dopo aver goduto un fiammeggiante tramonto: piacevole è l’esperienza di fermarsi in uno dei molti campi tendati o glamping (come il Captain’s Desert Camp) creati in angoli particolarmente suggestivi. Dal Wadi Run si riprende la strada del ritorno: Amman è solo a 270 km di distanza. Chi ha invece ancora un po’ di tempo a disposizione continui ancor più verso sud, fino ad Aquaba e il Mar Rosso con la sua stupenda barriera corallina.

Per maggiori informazioni: https://it.visitjordan.com/

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