© Istockphoto
© Istockphoto
Armonia e relax tra templi spettacolari e una natura rigogliosa: ma anche una meta molto trendy
© Istockphoto
© Istockphoto
Chiamata l’“isola degli Dei” Bali stupisce sempre, con i suoi 20 mila templi dove si adorano un migliaio di divinità. E’ insomma è un mondo a sé, nel panorama pur vastissimo, delle 13.677 isole dell’Indonesia.
A creare il mito di Bali, che dura immutato è un insieme di fattori – la natura, i paesaggi, l’arte che si commistiona con l’artigianato, la spiritualità e il tratto gentile del suo popolo – il cui mix costituisce ancor oggi uno straordinario richiamo per chi cerca nel viaggio esperienze ed emozioni.
Una natura rigogliosissima e generosa - Straordinariamente lussureggiante, con foreste equatoriali verdissime di palme e banani, e un’incredibile varietà di fiori, cascate di bouganville, orchidee, ortensie; distese a perdita d’occhio di risaie che, a terrazze, ricoprono le pendici di colline e vallate e disegnano in modo, unico e inconfondibile, il paesaggio; vulcani e laghi nell’interno; coste che alternano ripide scogliere a lunghe spiagge di sabbia, dove si trovano le principali località turistiche: Kuta, Nusa Dua, Sanur, Candi Dasa, Lovina, Tulamben (il punto di immersione più noto dell’isola).
L’arte – E’ uno degli aspetti più interessanti di Bali, ad iniziare dalle opere dei pittori della Scuola balinese che, ai primi del ’900, divenne famosa in tutto il mondo. E poi, la musica, le danze (fra cui il raffinato legong, archetipo di raffinatezza e di femminilità), il teatro di corte e quello delle maschere, l’artigianato i cui contorni a volte sfumano nell’arte, con interi villaggi dediti totalmente alla produzione di determinati prodotti: batik, dipinti naif, sculture e intagli in legno, lavorazioni di argento e metalli preziosi.
La spiritualità – Riti e feste religiose scandiscono i momenti della vita e i periodi dell’anno e la religione, induista, è profondamente intrecciata ancor oggi alla vita quotidiana dell’isola. Ne sono testimonianza, fra l’altro, le migliaia di templi di cui Bali è costellata; le offerte alle divinità che i balinesi depongono ogni giorno non solo nei templi, ma anche per strada, ai crocicchi delle vie, davanti alle case per iniziare bene la giornata e propiziarsi la benevolenza del loro sterminato pantheon; i complessi rituali, fra cui quello della cremazione; le spettacolari processioni di donne che portano in bilico sul capo elaborate piramidi di frutta e fiori, da deporre nel tempio del villaggio; l’odalan, cioè la festa che celebra la venuta degli dei ad ogni anniversario della fondazione del loro tempio: poiché i templi sull’isola sono migliaia, le occasioni di assistere ad una di queste cerimonie sono veramente numerose.
Il mercato delle orchidee - Ma i tesori più stupefacenti dell’isola si trovano all’interno, dove ci si inoltra fra risaie e foreste. Cosa non perdere assolutamente? Bedugul,con il suo animato mercato delle spezie e delle orchidee, che si trova sulla sponda meridionale del lago Bratan, famoso per il tempio di Kandi Kuning (un suggestivo complesso di edifici disseminati fra la riva e alcuni isolotti) e per il vicino Bali Handara Kosaido Country Club, golf a 18 buche considerato fra i 50 migliori del mondo. Le cascate di Git-Git, alla periferia di Singaraja, uno degli spettacoli naturali più suggestivi del Nord dell’isola. Il Pura Pucak Penulisan a Kintamani, il tempio più alto di Bali ad oltre 1500 m di altitudine: dal paese si ha una panoramica eccezionale sulle acque azzurrissime del lago Batur, incastonato in un’antica caldera, al centro della quale s’innalza un vulcano, ancora attivo.
Il cuore culturale - Il Pura Besakih, nell’omonimo villaggio nella parte orientale dell'isola, considerato il tempio madre di Bali e veneratissimo, spettacolare complesso di meru , i tipici altari coperti da alti tetti multipli a pagoda, consacrati a divinità ancestrali o della natura. Tenganan, villaggio-museo della popolazione degli Aga (considerati i primi abitanti di Bali) dichiarato monumento nazionale, dove la vita scorre come centinaia di anni fa e le donne-uniche in Indonesia- intrecciano il solo, pregiatissimo, tessuto prodotto con la complessa tecnica del doppio ikat,che deve far coincidere perfettamente trama e ordito. La città di Klungkung, cuore politico e culturale dell’isola dalla sua fondazione avvenuta nel ‘600 alla decadenza, sopravvenuta con gli Olandesi all’inizio del’900, famosa per l’antico Palazzo di giustizia dai magnifici affreschi che ornano con decine di minuziosissime storie il padiglione dove il re emetteva le sue sentenze. Poco distante si visitano le Tombe reali di Gunung Kawi e le sorgenti sacre di Tampaksiring.
Templi nelle grotte - Fra i templi più inconsueti, ancor oggi meta di frotte di fedeli, c’è il Tempio di Goa Lawah, con la sacra Grotta dei Pipistrelli, che vi vivono indisturbati e veneratissimi, a migliaia. Infine, densa di suggestione è la spettacolare Grotta dell’Elefante di Goa Gajah, antichissimo luogo di culto e sito archeologico, a cui si accede passando nelle bocca-galleria di una sorta di grande volto mostruoso: probabilmente raffigura uno spirito degli Inferi ma, dato che il primo occidentale che la vide pensò si trattasse di un elefante, ancor oggi ne porta il nome.
L'arte si coniuga con shopping - L’elenco dei luoghi da scoprire potrebbe continuare a lungo. Lo concludiamo con tre posti dove arte e cultura si coniugano con shopping e mercati, di cui Bali è diventata una sorta di Mecca: Ubud, culla della scuola di pittura naif per la quale l’isola è conosciuta in tutto il mondo, ancor oggi frequentata da pittori e personaggi del mondo della cultura e dell’arte, famosa anche per il suo Palazzo reale e per il pittoresco, caotico, vivacissimo mercato dove si acquista quanto di più tipico offre l’isola; i villaggi di Mas e Celuk, rispettivamente i paesi degli intagliatori e degli scultori del legno e degli artigiani dell’argento, dove si allineano una dietro l’altra decine e decine di botteghe, in cui si vedono all’opera giovani e vecchi, donne e uomini, intenti al loro lavoro, via di mezzo fra arte e artigianato.
Tanah Lot - A sud di Denpasar (la capitale, caotica e rumorosa), il Tempio (che in balinese si dice Pura) di Tanah Lot, probabilmente il più famoso dell’isola, anche per la sua spettacolare posizione, sulla cima di un isolotto abbracciato dalle le acque dell’oceano che si raggiunge a piedi con la bassa marea: il momento migliore per andarvi è verso sera, per ammirare quello che tutte le guide definiscono il più bel tramonto dell’isola. Altrettanto suggestivo è il calar del sole dietro un altro tempio spettacolare, il Pura Luhur Uluwatu, che si protrae nel mare, come un vascello in pietra, sulla cima di un altissimo sperone roccioso a cui si adegua la sua sagoma: si trova all’estremità sud occidentale della penisola di Nusa Dua e le alte onde che si infrangono sulle sue rocce sono conosciute in tutto il mondo dagli appassionati di surf .