© ente-del-turismo | Monte Tabor, foto di Mordagan, Israeli Ministry of Tourism
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Cantine sempre più attrezzate dove degustare prodotti genuini e gradevolissimi
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La Toscana in Italia, la Borgogna e lo Champagne in Francia, la Mosella in Germania…accanto a queste e altre classiche icone amate dai wine lovers, in Italia ed all’estero si stanno affermando (ed attrezzando per riceverli al meglio) varie altre zone, meno conosciute e tutte la scoprire. Fra le più interessanti, e sicuramente fra le più inaspettate, c’è Israele. E così il fil rouge di cantine e zone vitivinicole può essere uno spunto inedito per visitare questa straordinaria terra, conoscendone nel contempo paesaggi, cittadine rurali, luoghi carichi di storia ed arte.
Come parte dell’area Mediterranea, Israele è una delle più antiche zone al mondo di produzione di vino e la vite è sempre stata un elemento ricorrente e imprescindibile della storia di queste terre. La prima vigna, così come la prima ubriacatura, è attribuita nella Bibbia a Noè (Genesi 9, 20-21) e la vite, una dei sette prodotti agricoli ricordati sempre nei testi biblici come tipici del paese, è divenuta oggi un simbolo di Israele, tant’è che viene riportata anche nel logo del Ministero del Turismo.
Cantine boutique - Se la coltivazione della vite ha quindi in Israele radici antichissime, la viticoltura contemporanea è però nata di recente, negli anni '80 del XX secolo. Cantine giovani, dunque, dinamiche e in crescita, sia private che facenti parte di kibbutz o moshav (cooperativa di piccoli proprietari). Son oggi oltre 200 le boutique wineries israeliane: molte di esse offrono ai visitatori tour guidati, degustazioni di vini, pasti gourmet con abbinamenti di vini d’annata e molti altri servizi. Alcune hanno ampi centri ben strutturati per visite individuali o di gruppo, altre accolgono più semplicemente i turisti in quello che è il loro spazio produttivo. La prenotazione è sempre in ogni caso consigliata. Le visite guidate sono un viaggio alla scoperta di un mondo sicuramente sconosciuto ai più: oltre al piacere di degustare in loco vini che è molto difficile trovare nel circuito internazionale dato che solo il 15% è destinato all’esportazione, si scoprono ad esempio, gli antichi modi di coltivazione della vite e i processi di vinificazione della zona o le tradizioni, i riti, le simbologie legati al vino. E, soprattutto, si degustano vini kosher (conformi cioè alle leggi della Torah, che il popolo ebreo segue fedelmente da oltre 3.000 anni e delle quali i Rabbini, ancor oggi, verificano il rigoroso rispetto) e le complesse regole che ne scandiscono la produzione, dalla coltivazione delle viti al modo di vinificazione.
Dai monti al deserto – L’ampia gamma dei microclimi d’Israele - dall'innevato Monte Hermon nel Nord al deserto roccioso nel Sud - porta ad una varietà di vini estremamente ampia per un paese così piccolo (si estende infatti per circa 430 km di lunghezza, con una larghezza variabile dai 20 ai 110 km): gli enoturisti hanno quindi la possibilità di avere in un solo viaggio la panoramica completa della produzione nazionale. In alternativa, possono concentrare la loro visita in determinate zone. Alcune sono situate in aree dove uve da vino venivano coltivate già migliaia di anni fa, come la Galilea e la zona attorno a Gerusalemme. La visita è quindi particolarmente interessante perché è un piacevole tassello che si aggiunge alla conoscenza d’Israele e della sua antica storia.
Il Golan e le altre aree vinicole - La principale area vinicola è comunque il Golan, sulle cui alture si è concentrata negli ultimi decenni gran parte della produzione vinicola e da cui provengono i più famosi vini d'Israele. Altre zone vitivinicole interessanti ed attrezzate per accogliere gli enoturisti sono la Galilea, Colline della Giudea e quelle di Gerusalemme, Zichron Yaakov, Binyamina, la zona del Monte Tabor e il Neghev, nella parte desertica meridionale del paese. Le varietà più diffuse sono Cabernet Sauvignon, Carignan e Merlot, che insieme coprono il 50% della produzione. Fra i bianchi, primeggiano Sauvignon blanc, Gewürztraminer e Chardonnay. Accanto ai vitigni internazionali, si trovano tre interessanti vini autoctoni (Marawi, Dabouki, Bittouni) e l’Argaman (considerato ormai quasi una varietà locale, anche se è in realtà incrocio del portoghese Souzão e Carignano).
I tour del vino - I tour del vino offrono ai partecipanti l'opportunità di visitare cantine di vari tipi, da quelle già molto note (come Yarden nel Golan della famiglia Rothschild) a piccole e raffinate wineries boutique tutte da scoprire. In Alta Galilea, ad esempio, l’azienda vinicola Kishor Winery è un’oasi di verde e tranquillità, immersa in 25 ettari di vigneti da cui provengono 11 tipologie di vini (tra cui Sauvignon blanc, Riesling, Syrah e interessanti uvaggi come il GSM, composto da Grenache, Syrah e Mourvedre) che si possono degustare nella grande sala affacciata sui filari. Un tempo era un kibbutz, oggi è una fattoria dove lavorano (e vivono) anche persone con disabilità, che vengono inserite accanto agli altri nelle varie fasi produttive. Visita e degustazione di tutt’altro genere è quella al Mulino di Montefiore a Gerusalemme, simbolo dello sviluppo economico della comunità ebraica nel periodo ottomano, edificato nel 1857 da Sir Moses Montefiore nel quartiere residenziale Yemin Moshè. Vale la pena di salire fin lassù, anche per godere della straordinaria vista sulle mura della città. Ora ospita, accanto al Windmill Museum, la caratteristica e suggestiva sala degustazione della famosa Jerusalem Vineyard Winery, le cui cantine si trovano alla periferia della città.
Birre artigianali – Non solo vino. Infatti gli israeliani consumano preferibilmente la birra: la più famosa è la Goldstar, leggermente ambrata e con retrogusto tendente al dolce. In questi anni sono state aperte vari birrifici artigianali, che accolgono i turisti per visite e degustazioni. Il più famoso è probabilmente il birrificio Malka (in ebraico “regina”), la scommessa vinta dell’intraprendente Assaf Lavi, che dal 2006 produce 5 diversi tipi di birra: Wheat, IPA, Light, Dark e Red. Il birrificio è aperto al pubblico per visite e degustazioni, ed è molto frequentato soprattutto perché ospita un’informale birreria con vista sui silos di lavorazione dove si può anche mangiare e sentire musica.
Cenare in una casa privata – Per completare al meglio una vacanza enoturistica, vale la pena di vivere l’esperienza di cenare in una casa privata, accolti a tavola da una famiglia. A secondo di dove ci si trova, si proveranno sapori e gusti molto diversi fra loro e si scopriranno i molteplici volti della gustosa cucina israeliana, sorprendente melting pot di prodotti, cibi, culture. Tutta da provare e da gustare. Le tradizioni culinarie di Israele comprendono infatti alimenti e metodi di cottura che abbracciano 3.000 anni di storia. Nel corso dei secoli, queste tradizioni hanno preso forma, subendo sia influenze provenienti dall'Asia, dall'Africa e dall'Europa, che influenze religiose ed etniche, che hanno dato come risultato lo straordinario mix culinario che è la cucina israeliana di oggi. Gli indirizzi delle case private dove poter cenare si trovano sul sito www.eatwoth.com.
Per maggiori informazioni: www.goisrael.com