Mitico Dhofar, sogno esotico tra mare e deserto
© ufficio-stampa | Spiagge del Dhofar
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E’ la regione meridionale del Sultanato dell’Oman, da cui partiva la !"via dell'incenso". Una storia antica, tutta da scoprire.
Spiagge del Dhofar © ufficio-stampa
Sin dai tempi antichi il Dhofar, la regione meridionale del Sultanato dell'Oman, è al centro della produzione e degli scambi commerciali dell'incenso, utilizzato da sempre nelle cerimonie religiose e preziosa merce di scambio in epoca medievale. Estratto dalla Boswellia sacra, questa resina speciale si commerciava lungo l'antica “via dell'incenso" partendo dalla capitale Salalah, attraverso la penisola arabica fino al Mediterraneo. Ma il Dhofar, dove il tempo sembra essersi fermato, non è solo questo.
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Lo straordinario valore storico e culturale di questo territorio è stato annoverato dall'Unesco nel 2000, con quattro siti della “via dell'incenso“ iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità: gli alberi di incenso di Wadi Dawkah, le rovine dell'oasi carovaniera di Shisr e il porto di Khor Rori, il sito archeologico di Al Balid a Salalah, che si stima abbia origine nel IV secolo a.C. anche se la città è stata ricostruita durante il periodo islamico medievale.
L'Atlantide del deserto - Un centro storico per il commercio dell'incenso fu la città di Ubar, nota anche come l'Atlantide del deserto, alle porte di Salalah. Dopo la raccolta e la sua lavorazione, la produzione veniva portata a Sumhurum, città in cui secondo la leggenda viveva la Regina di Saba e da cui partivano le spedizioni. Ancora oggi, la produzione dell'incenso è molto viva nella regione: l'estrazione si tiene da maggio a giugno e la lavorazione durante l'estate, per essere poi pronta a settembre per il grande mercato dell'incenso di Salalah, dove sorge il Museo dell'incenso, situato nel cuore del sito storico di Al Balid. Il sito è stato eletto a simbolo dei resti della più importante città archeologica islamica sulle coste del Mar Arabico, grazie all'albero dell'incenso che vi cresce.
Spiagge e natura straordiinarie -I migliori hotel della zona sono situati a Salalah. Da non perdere le sue spiagge scintillanti e i villaggi dei pescatori sull'oceano. Da qui si parte in barca per avvistare delfini e balene e si osservano le tartarughe marine venute a deporre le uova sulla sabbia della laguna di Khor Rori. Più aspro invece l'ovest della provincia, di una bellezza lunare. Passato Mughsail e le sue spettacolari scogliere costellate di geyser, le curve e i tornanti della "Furious Road" scalano il Jabal Qamar: sono solamente 5km, ma con 1000 metri di dislivello. Un tragitto tanto vertiginoso conduce ad Al Fazayh Beach, splendida nel suo isolamento.
Il deserto dei deserti - Salalah è la porta di accesso al Rub'Al-Khali, il “Deserto dei Deserti” chiamato “Quarto Vuoto” perché ricopre un quarto dell'intera penisola arabica su territorio omanita e saudita. Oltre a essere uno dei posti più aridi e inospitali della terra, rimane anche uno dei luoghi più inesplorati. Gli stessi beduini lo sfiorano marginalmente viste la sua superficie di 650.000 km2, superiore a quella dell'estensione della Francia. Il piccolo massiccio montagnoso scavato dal wadi ad est di Salalah, racchiude la riserva naturale di Jabal Samhan, baluardo degli ultimi leopardi d'Arabia, in pericolo di estinzione. La strada che conduce alla riserva si arrampica attraverso distese di rose del deserto e svela dei panorami sorprendenti. I più volenterosi possono anche chiedere di percorrere una delle vie carovaniere per cammelli e tentare di vedere uno dei 600 leopardi che vivono ancora in questo santuario naturale.
Per maggiori informazioni: www.travelleroasis.om