© Istockphoto | Deserto del Wadi Rum, Giordania
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Il deserto rosso che ci fa sentire marziani, oppure tanti paesaggi vulcanici e assolutamente “lunari”
© Istockphoto | Deserto del Wadi Rum, Giordania
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Sentirsi lunatici o marziani, senza muovere un passo dalla cara vecchia Terra: è possibile in alcuni luoghi molto speciali, in cui panorami vulcanici, pietre modellate dall’erosione o colori straordinari conferiscono al nostro Pianeta un aspetto… spaziale. Non a caso, molti sono diventati location suggestive per molti film hollywoodiani. Ne abbiamo scelti dieci, tra i più affascinanti.
DESERTO DEL WADI RUM, Giordania – È il paesaggio “marziano” per eccellenza, con sabbie rosse, picchi montuosi di roccia bruna che si ergono all’improvviso dalle dune, visuali che corrono a perdita d’occhio. Il Wadi Rum, in Giordania, è un deserto di bellezza mozzafiato che ha catturato lo sguardo di molti registi, tra cui David Lean, per il suo colossal “Lawrence d'Arabia”, Ridley Scott, che ha girato qui molte scene di “Sopravvissuto – The Martian”, con Matt Damon. Il Wadi Rum è stato anche location per il pianeta fittizio di Jedha, nella saga di Star Wars.
DESERTO DEL SINAI, Egitto – Lo scenario è relativamente simile, ma con colori diversi che creano un’atmosfera differente: qui sabbia e roccia hanno sfumature brune e ocra, con chilometri e chilometri di deserto roccioso. La penisola del Sinai, con la sua particolare forma triangolare, è il punto di congiunzione tra Africa e Asia ed è coperta quasi completamente dal deserto.
DESERTO BIANCO, Egitto – Spire rocciose di gesso candido, una distesa dorata di sabbia desertica mista ad altra roccia, torri di sasso che sembrano spuntare direttamente dal suolo: uno scenario surreale e in apparenza proveniente da un altro pianeta, anche se potrebbe trattarsi di un mondo lontano e ancora da scoprire: siamo ancora in Egitto, tra le meraviglie del Deserto Bianco, una parte del Sahara egiziano situato nel centro del Paese.
VULCANI DI FANGO, Azerbaigian – Ci troviamo non lontano da Baku, capitale del Paese, in una piccola penisola affacciata al Mar Caspio, immersi in un paesaggio dominato da vulcani di fango attivi da oltre 25 milioni di anni. Dai crateri escono fango e gas, in uno scenario nel quale la vegetazione è praticamente assente, dominato da innumerevoli sfumature di grigio.
ISOLA DI VULCANO, Eolie, Sicilia – Ancora vulcani, ma stavolta più vicini a noi: l’isola di Vulcano nell’arcipelago delle Eolie, è costituita dal cono stesso che sembra sorgere direttamente dal mare. La mitologia colloca in questo luogo le fucine di Efesto, dio del fuoco e fabbro degli Dei: con l’aiuto dei Ciclopi, i giganti con un solo occhio, costruiva i fulmini utilizzati da Zeus. L’attività sismica ha creato sull’isola una risorgiva di fanghi sulfurei caldi, molto apprezzati per le loro proprietà curative.
CAPO TESTA, Sassari, Sardegna – Non è indispensabile trovarsi nei pressi di un vulcano per imbattersi in atmosfere lunari. Capo Testa, nella Sardegna settentrionale a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura, oltre ad offrire belle spiagge e un mare fantastico, regala ai visitatori una zona di scogli e rocce modellati dal vento e dal mare in forme davvero stravaganti: nel loro insieme offrono uno scenario alieno, che richiama l’idea di altri mondi.
PARCO NAZIONALE TIMANFAYA, Lanzarote, Isole Canarie - L’isola è interamente vulcanica e priva di acqua. Il suolo nerastro e quasi privo di vegetazione ricorda da vicino quello del nostro satellite, specie all’interno del Parco Nazionale del Timanfaya, il vulcano locale che con le sue eruzioni ha plasmato l’attuale aspetto dell’isola. All’interno del Parco la terra rossa e quella nera si mescolano creando uno straordinario contrasto cromatico a cui si aggiungono il blu del cielo e dell’oceano. Patrimonio Unesco dal 1993, il Parco è un continuo saliscendi di pendii e crateri.
MONUMENT VALLEY, Utah e Arizona, USA – Questo immenso pianoro desertico, situato al confine tra Utah e Arizona, è in realtà di origine fluviale; è caratterizzato da grandi guglie rocciose, geologicamente definite "testimoni di erosione", celebri in tutto il mondo e diventati icona del West. Si tratta di veri e propri edifici naturali, molti dei quali hanno la forma di torri con la sommità piatta, formati da roccia e sabbia dal colore rossastro, indice della presenza di ossido di ferro. La zona fa parte della Navajo Nation Reservation e qui vivono ancora i membri di una tribù che gestisce tutte le attività all'interno della valle.
DESERTO DI ATACAMA, Cile – Le condizioni climatiche proibitive fanno di questa zona, estesa tra Cile e Perù dalle Ande all’Oceano, una distesa desolata e arida. L’escursione termica tra giorno e notte è di circa 30 gradi e l’acqua è scarsissima: sono poche le specie che possono adattarsi a un clima simile. Particolarmente suggestiva è la Valle della Luna, non lontano da San Pedro de Atacama, nel cuore del deserto: qui l’altitudine e le basse temperature permettono addirittura qualche nevicata: in questi casi il suolo si copre di una polvere bianca che rende il paesaggio ancora più lunare.
LAGO NATRON, Tanzania – Ci troviamo nella Rift Valley africana e ai piedi del Vulcano Gelai, in un vasto bacino, la cui elevata salinità consente la sopravvivenza di poche specie soltanto. Durante la stagione delle piogge il bacino si riempie di acqua, ma in seguito le alte temperature provocano una intensa evaporazione. L’acqua è molto caustica, per cui riescono a vivere qui solo alcuni batteri ricchi di pigmenti rossi, che colorano intensamente l’acqua, e i fenicotteri minori, i quali sono dotati di uno strato protettivo sulle zampe e sul becco.