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Sull’Appennino Tosco-Emiliano in tutta libertà e salute
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Le nevicate record di questo inverno hanno reso incantevole il paesaggio dell’Appenino Tosco-Emiliano: al passo dell’Abetone sembra di trovarsi in un fiabesco regno delle nevi. Per il nostro viaggiatore le opportunità di fare attività sportive sono plurime, dalle ciaspolate, allo sci alpinismo con pelli di foca, allo sci di fondo e a breve, si spera, anche lo sci alpino.
In attesa della data di riapertura degli impianti di risalita, che in quest’area servono 52km di discese, spiega Andrea Formento, presidente di Federfuni, l’associazione italiana degli impianti di risalita: “Gli operatori della montagna hanno pronti da settimane protocolli di sicurezza anticontagio: tra l’altro in questo comprensorio appenninico si hanno skilift e seggiovie aperte, solo una funivia. Lo sci rimane uno degli sport più sicuri e salutari, grazie al fatto che si pratica all’aperto, singolarmente, con tutte le parti del corpo protette da guanti, cappelli, visiere, passamontagna o mascherine, e solo se si è in ottime condizioni fisiche”.
Partiamo dunque con le ciaspole: con quelle ai piedi (da prendere a noleggio in paese) il viaggiatore si può addentrare nel bosco abetonese diretto sul Monte Maiori. Queste racchette da neve aumentano la superficie di galleggiamento evitando di sprofondare nella neve non battuta. Il nome viene dal ladino “caspo”, ossia cesto, perché originariamente (migliaia di anni fa) l’uomo le realizzava con forma e struttura simile ad un cesto. Si parte dunque dalla piazza dell’Abetone, proprio sull’antico settecentesco punto del passo, le due piramidi in pietra inaugurate nel 1781 e adornate degli stemmi dei due ducati allora confinanti: il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena. Si imbocca la strada per la Casetta di Lapo-Monte Maiori che diventa quasi subito un sentiero ampio e comodo, senza pendenze impegnative, sotto ai grandi rami di abeti bianchi, aceri e faggi, nel silenzio ovattato caratteristico della neve.
Su questo tracciato si può praticare liberamente anche lo sci nordico sui tre percorsi semplici e divertenti dell’anello di fondo dell’Abetone. Si raggiunge la fontana ghiacciata, salendo un po’ più su della quale la vista spazierà dal crinale della Montagna Pistoiese al Monte Cimone, dal Monte Giovo fino a Fiumalbo e alla valle del modenese. Cammina, cammina si arriva in prossimità di un’altura, il Monte Maiori, alle pendici del Libro Aperto. Questo monte, osservato in estate, ricorda in effetti un libro stampato ed aperto su pagine piene di caratteri tipografici (le rocce allineate). Il rientro all’Abetone si fa salendo dal versante orientale del Monte Maiori, sempre in mezzo al bosco innevato e chissà che lungo il cammino non ci si imbatta in qualche traccia dei timidi animali che abitano queste montagne.
Il secondo giorno si può tentare un itinerario più stimolante e impegnativo verso il Lago Nero sempre ciaspolando: il viaggiatore si ferma nel parcheggio dell’Orto Botanico dell’Abetone o un po’ prima lungo la strada che porta a Pian di Novello. Il percorso passa dalle bellissime e folte faggete della Valle del Sestaione, dove si trovano anche maestosi abeti bianchi e rossi, una delle poche aree dell’Europa meridionale in cui si trovino entrambi; quelli rossi (del Trentino) sono noti tra l’altro per aver fornito il legno a Stradivari per costruire i suoi preziosi e ineguagliabili violini. Dopo aver seguito il corso del Rio Sestaione si esce dal bosco e si raggiunge il Lago Nero, uno specchio d’acqua che in estate accoglie i rari tritoni alpini e che invece in inverno si presenta come una superficie di ghiaccio, attualmente coperto da una coltre di neve spettacolare e soffice su cui vien voglia di lanciarsi con slancio infantile. Da qui il panorama regala immagini da cartolina dell’Alpe Tre Potenze e delle altre vette circostanti come il Monte Cimone, il Monte Gomito, i Denti della Vecchia e, nubi permettendo, il Monte Prado e il Monte Cusna.
Con gli sci da alpinismo e le pelli di foca si può risalire la pista Riva per arrivare, in un paio di ore, in cima al Monte Gomito per poi godersi una discesa su neve fresca ricca di emozioni. Si può anche camminare fino all’Alpe Tre Potenze o al Passo di Annibale e poi venir giù fino alla base della Val di Luce. Teniamo presente che oltre alla fatica questa disciplina richiede grande prudenza.
Per mangiare quanto di meglio offra la cucina abetonese e appenninica si deve bussare alla porta del ristorante dello storico Albergo Regina, le cui tagliatelle al mirtillo selvatico locale, la zuppa di funghi porcini della montagna, la cacciagione di zona e lo spumone (un dessert golosissimo) sono ciò che non dobbiamo farci sfuggire. (www.albergoregina.com)
Ci sono poi ciaspolate da farsi in notturna, doverosamente accompagnati da guide esperte muniti di torce e abbigliamento adatto alle temperature rigide della sera. L’anello del Doni, ossia il trekking facile intorno al paese dell’Abetone, è uno dei giri adatti alle serate di luna piena; se si soggiorna all’Hotel Bellavista, in posizione strategica oltre che panoramica, come dice il suo stesso nome, ci si può incamminare (con guida ed illuminazione) direttamente sul sentiero del Tedesco da via del Pescinone, passando attraverso piccoli ponti di pietra su ruscelli ghiacciati ed alternando il bosco fitto agli ampi spazi ripidi e panoramici delle piste da sci Riva, Zeno, Pulicchio fino alla Val di Luce (www.abetonebellavista.it). Al ritorno sarà piacevole fermarsi davanti al camino per riscaldarsi e fissare nella mente la bella esperienza vissuta.