Fuga rigenerante

In Valle Isarco tra castagneti, vigne e castelli

Vacanze d’autunno in Alto Adige, fra natura e storia, gusto e benessere

01 Ott 2020 - 06:00
1 di 8
© Ufficio stampa  | Sabiona, foto Alex Filz
© Ufficio stampa  | Sabiona, foto Alex Filz
© Ufficio stampa  | Sabiona, foto Alex Filz

© Ufficio stampa | Sabiona, foto Alex Filz

© Ufficio stampa | Sabiona, foto Alex Filz

In Valle Isarco, per godere dei tersi colori, dei rustici sapori e degli straordinari panorami dell’autunno, inoltrandosi senza fretta fra castagneti, vigneti e antichi borghi dell'Alto Adige. Un week end, o perché no, una breve vacanza per fare un pieno di salutare energia prima dell’inverno, quando questo straordinario angolo di Alto Adige si accende delle mille sfumature del foliage
 

È  comunque questa la stagione ideale, se si ha ancora uno scampolo di ferie, per partecipare al tradizionale e amatissimo rito del Törggelen che fino a fine novembre anima i Buschenschänke, le osterie contadine fra i vigneti.

Il Sentiero delle castagne - Con l’uva e le immancabili mele, a caratterizzare paesaggio, tradizioni e tavola è in questo periodo è la castagna. Un'unica fascia di fitti castagneti ricopre i pendii della Valle Isarco, dall'abbazia di Novacella presso Bressanone fino all'altipiano del Renon e giù fino al maniero dipinto di Castel Roncolo, poco a nord di Bolzano. Qui si snoda il Sentiero del castagno, "Keschtnweg" (una sessantina di km), ben segnalato a cui sia accede da varie località, da percorrere a tratti o in un unico trekking. Percorribile da tutti senza nessuna difficoltà,  porta attraverso  castagneti secolari, boschi di latifoglie, prati, vigneti e meleti: uno spettacolo della natura veramente unico. Lungo il sentiero, ci si imbatte in piccole aziende agricole che vendono i loro prodotti o offrono rustiche merende, cantine a conduzione familiare dove assaggiare i rinomati vini della zona, masi dove gustare i più tipici piatti del territorio, antiche architetture sacre e profane che sono preziosa testimonianza della storia di queste terre, caratteristici villaggi (che, fra l’altro, sono tutti collegati fra loro da mezzi pubblici, il che garantisce agli escursionisti di ritornare con facilità alla località  di partenza dove alloggiano, o hanno lasciato l’auto). 

Il Sentiero del castagno in quattro tappe -  La prima tappa di 16 km parte dall’Abbazia di Novacella (centro monastico di grande importanza storica e una delle migliori cantine della Valle Isarco) e arriva a Velturno. La seconda si snoda sull’incantevole altopiano soleggiato di Velturno fino a Barbiano, con una deviazione verso Chiusa: la discesa regala un affascinante panorama sulla cittadina medievale, che vale la pena di visitare. Lungo la terza tappa, che porta a Leitach/Renon, ci si imbatte nella scenografica cascata del torrente Gonderbach, mentre la quarta dà la possibilità di ammirare alcune  bellezze dell’altopiano del Renon ( come la Valle delle salamandre, le rovine di Castel Stein, le piramidi di terra di Auna di Sotto) e lo straordinario Castel Roncolo con il suo stupendo ciclo di affreschi, dove termina il sentiero. Ogni tappa è di circa 5 ore o poco più.

Velturno e il suo castello – Panoramicissimo e particolarmente vario è il tratto del Sentiero del castagno che va da Velturno fino a Barbiano. Incantevole paese a mezzacosta ben attrezzato ed organizzato anche fuori stagione per accogliere al meglio i turisti (come negli altri della zona, sono ad esempio organizzate quotidianamente escursioni guidate tematiche), Velturno fa, in questo periodo, della castagna la sua regina. Prodotti contadini, dolci, menù a tema, addirittura benessere: della castagna si utilizzano e valorizzano gusto e proprietà benefiche. Come, ad esempio, nello storico ed elegante Hotel Taubers Unterwirt, noto per i suoi eccellenti e creativi piatti a base di castagne, che per la sua Castanea Spa ha fatto addirittura creare una linea che sfrutta i molti poteri cosmetici e salutari delle castagne (ottimi, ad esempio, nei trattamenti rigeneranti, per la circolazione, o contro la ritenzione idrica). Il paese è raccolto attorno a Castel Velturno, perla assoluta dell’architettura altoatesina. Edificato nel 1580 per volere del principe vescovo di Bressanone Johann Thomas von Spaur, fu nei secoli l’antica residenza estiva dei principi vescovi di Bressanone. A renderlo unico sono le ricchissime boiseries e gli affreschi con elaborati cicli iconografici sacri e profani che decorano le sue 10 stanze e ne fanno una delle residenze rinascimentali meglio conservate dell’arco alpino. In particolare le decorazioni della camera da letto sono considerate fra le più straordinarie opere d’arte lignea a livello mondiale ed hanno raggiunto una fama internazionale. Un tempo la residenza ospitava anche una grandissima voliera e un parco dei cervi.

Törggelen, un’esperienza imperdibile -  Da Velturno ci si inoltra fra castagneti sull’altopiano ben soleggiato, con ampli scorci panoramici sulla Valle Isarco e le vette che le fanno da corona. Il sentiero tocca vari masi, dove vale la pena di fermarsi. Pura sinergia fra natura e agricoltura biodinamica è, ad esempio, il Rodoarhof, con stalla, frutteto biologico, cantina e piccola distilleria, dove Norbert Blasbichler crea un profumato distillato di castagne, vende i suoi prodotti e accoglie i turisti con merende contadine, degustazioni, visite guidate. Meta, il Monastero di Sabiona, dal passato millenario e dai ricchi tesori artistici, arroccato su un’alta rupe sopra Chiusa. Da qui, vale veramente la pena di scendere fino a Chiusa, per visitare il suo incantevole centro storico medievale. Ultime tappe Villandro e Barbiano, con il suo caratteristico campanile pendente. Imperdibile, in questo periodo, è provare l’esperienza del Törggelen in un Buschenschänke, le osterie contadine fra i vigneti che espongono sulla porta un mazzo di frasche con un fiocco rosso, a segnalare che offrono vino di produzione propria, castagne e rustiche pietanze. Una delle più conosciute è  Oberpartegger a Villandro, genuinità e tradizione allo stato puro, dove Hannes Kainzwaldner e la sua famiglia accolgono gli ospiti sotto le pergole o nelle antiche stube in legno di cirmolo con eccellenti vini, pane fatto in casa, speck, carne di manzo affumicata, schlutzer (mezzelune ripiene di spinaci o aglio ursino), canederli allo speck, gnocchi, zuppe, krapfen, buchtein (dolce a pasta lievitata) e altri piatti tipici realizzati con prodotti del maso.

Per informazioni: www.suedtirol.info

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri