Eden contemporanei

Val Sarentino, rigenerarsi nel cuore dell'Alto Adige

Un incantevole microcosmo di natura incontaminata, abilità artigianali, raffinata accoglienza, dove si preservano le tradizioni lasciando spazio al nuovo

14 Lug 2023 - 06:00
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© Ufficio stampa  | Val Sarentino, ph Edi Weger
© Ufficio stampa  | Val Sarentino, ph Edi Weger
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© Ufficio stampa | Val Sarentino, ph Edi Weger

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Nel cuore dell'Alto Adige, la Val Sarentino è una verdissima vallata sui mille metri di altitudine, che si estende dolcemente per 50 km, circondata da cime dolomitiche che raggiungono i 2700 m di altitudine.

Estesa 303 kmq, 6 milioni di alberi (fra cui una straordinaria concentrazione di pino mugo), un comune (il più grande dell’Alto Adige), 28 frazioni, 540 masi, poco più di 7.000 abitanti, 4 bande, 5 gruppi folcloristici, una decina di feste tradizionali all'anno, 500 di km itinerari escursionistici, 4 maneggi (con cavalli avelignesi), la Val Sarentino è un piccolo, fantastico mondo a sé, che ha conservato con amore - e vive oggi in modo autentico e creativo - tradizioni, dialetto, artigianato, cultura, musica, folclore, costumi, prodotti tipici, vivendo la sua tranquilla quotidianità in una idilliaca cornice di natura intatta. Stupendi i costumi tradizionali della valle, i Sarner Tracht, indossati non solo in occasione delle molte festività, ma anche spesso nei giorni feriali. Con raffinate decorazioni, sono unici in Alto Adige, soprattutto nella versione maschile con il tradizionale cinturone (Fatsch) con bretelle ricamati e lo Jangger, la giacca di lana ora molto usata anche per il tempo libero.

Un’oasi di autenticità - Il suo relativo isolamento, rimasto tale fino agli Anni Trenta del secolo scorso quando fu costruita la strada che ora la collega velocemente alla piana di Bolzano, ha regalato alla vallata la possibilità di mantenere vivi saperi e cultura ed ora è un incantevole scrigno di valori genuini e profondi nel cuore dell’Alto Adige, un luogo dove rigenerare corpo e mente a contatto con i suoi abitanti, il cui modo di essere e stile di vita è un’oasi di autenticità in una società massificata quale è quella contemporanea. Vi si sale velocemente da Bolzano, a cui la valle è collegata da un servizio di bus con corse ogni mezz’ora. In alto, la vista si apre su un ampio, verdissimo, altopiano coronato da vette alpine. Sarentino, il capoluogo, è un piccolo gioiello con le antiche case dagli elaborati portoni e i balconi lussureggianti di fiori, le botteghe artigianali e i piccoli deliziosi negozietti, qualche gustoso ristorante (come il Braunwirt, che mixa piacevolmente piatti altoatesini con ricette mediterranee), la chiesa parrocchiale di Maria Assunta con il suo campanile in stile romanico, appartenente – vera curiosità- ininterrottamente dall'alto medioevo all'Ordine teutonico. Gli fanno da corona altri 7 bucolici paesini.

La valle degli antichi mestieri artigiani - La Val Sarentino è famosa per il ricamo su cuoio fatto con le rachidi delle penne di coda di pavone, un’arte che ha oltre 200 anni di storia e che viene ancor oggi coltivata da alcuni abilissimi artigiani. Non solo: l’artigianato (favorito dall’antico isolamento, che rendeva necessario il fatto di produrre in loco quanto serviva) è un’attività ancor oggi molto viva e spazia dalla scultura del legno alla tornitura, dalla tessitura a telaio all’oreficeria, dal lavoro a maglia all’arte dello scalpellino. Tipici sono i Sarner Jangger (giacche di lana lavorate a maglia) e le Reggele (pipe contadine intagliate a mano). Prodotti tutti sostenibili, fatti con materiali naturali. Li creano i 5 artigiani del Sarner Gschick (www.sarner-gschick.com), che si sono associati proprio per far conoscere la tradizione centenaria dell'artigianato locale.

Il ricamo su cuoio - Il tempo si è veramente fermato nella bottega di Ulrich e Georg Thaler, terza generazione di artigiani dediti al ricamo su cuoio utilizzando, invece dei soliti filati, le rachidi delle penne di coda di pavone. Li si può ammirare all’opera nella loro bottega mentre, punto per punto, aiutandosi con la lesina (un grande ago piatto e affilato), danno vita a raffinatissimi ed elaborati ricami che decorano (oltre ai tradizionali cinturoni, per realizzare uno dei quali ci mettono almeno una settimana di lavoro, e bretelle) portafogli, portachiavi e altri accessori personalizzati con le iniziali. Ogni prodotto è un piccolo capolavoro, creato spesso su commissione specifica del cliente, che sceglie da un ampio campionario i disegni da riprodurre. Pezzi dalla forte personalità, destinati a durare nel tempo e apprezzati ben oltre i confini della valle.

Il Sarner Jangger - Le tradizionali giacche di lana sarentinesi lavorate a maglia sono non solo un capo legato al folkore, ma anche un abbigliamento ideale per il tempo libero, indossato da grandi e piccoli. Le produce, fra gli altri, Albert Unterweger nella sua piccola manifattura fra i prati, dove fila (dopo averla lavata, asciugata al sole, selezionata e suddivisa per colore) a lana di pecora non trattata, da cui ricava prodotti di altissima qualità (che si trovano in vendita anche nel suo negozio in un’antica casa di Sarentino). Già nel 1850 la bisnonna Unterweger soleva sedersi nella stube di casa e “pettinare” la lana delle sue pecore e quella dei vicini con una cardatrice. Oggi Albert lavora la lana della tosatura estiva (particolarmente morbida e calda) di pecore che pascolano in libertà sui prati della valle, da cui realizza tappeti, coperte, cuscini, oltre alle famose e caldissime pantofole Sarner Toppar.

Sculture in legno - Non artigianato, ma arte è quella degli scultori sarentini, che da generazioni traggono dal legno piccoli capolavori di maestria e sensibilità. Ne è eccellente rappresentante Isaak Runngaldier (pure musicista), che realizza sculture e rilievi, croci moderne, ritratti insoliti, figure particolari di santi e di animali e altri incantevoli manufatti. Lo si trova al lavoro nel suo negozio, in un tripudio di oggetti di legno fra cui spiccano, accanto alle sue opere artistiche, originali orologi da terra, da parete e a pendolo e stupende ciotole in legno. Figlio d’arte, abilissimo, ama restaurare vecchie opere d’arte e intagliare bassorilievi partendo da fotografie. La sua anima sensibile lo induce a cercare le figure che si celano dietro ogni pezzo di legno. E il risultato sorprende ogni volta.

La natura si fa arte - Scultore, ma decisamente sui generis per la sua originalità, è anche Manuel Egger. 35 anni, grande appassionato di montagna, trova veri e propri tesori della natura durante le sue lunghe incursioni sulle montagne altoatesine, li porta (non senza fatica) a valle e li lavora per ottenere pezzi unici. Ad affascinarlo sono soprattutto i legni selvatici, le radici, i rami contorti, gli alberi spezzati dai fulmini, che diventano il cuore portante delle sue opere, rifinite con ceramica, acciaio, pietra, vetro. Tutti i pezzi sono unici e realizzati uno per uno a mano: sculture e arredi che, inseriti in ambienti moderni, esaltano la potenza delle materie naturali e vi infondono la loro energia. Fra gli oggetti più richiesti i portabottiglie e le slanciate figure femminili. Li si ammira nello showroom Mannart a Sarentino, dove si trova oltre 250 prodotti finiti e si possono ordinare pezzi su misura.

Il pino mugo - È il tesoro verde della Val Sarentino, fonte di benessere e salute. Da tempo immemorabile, i contadini sfruttano i benefici dei pini mughi (chiamati “la forza vitale delle montagne”), molto diffusi al di sopra del limite della vegetazione. Oggi ne viene prodotto un olio, usato per linee cosmetiche e terapeutiche. Il suo processo di distillazione, molto complesso e faticoso, si può scoprire alla distilleria Eschgfeller, gestita dall‘omonima famiglia da più di 40. Secondo la tradizione contadina non solo viene distillato l'olio puro al pino mugo, ma vengono utilizzati anche il tronco e i trucioli del pino, dato che non si doveva buttar via nulla. Dopo la visitare alla distilleria si possono acquistare prodotti a base di pino mugo ed altri prodotti alpini, o provare direttamente i benefici del pino mugo nell‘annesso Centro Benessere Alpino con massaggi, bagni e trattamenti. Veramente unico è il bagno nei trucioli caldi di pino mugo, rilassante e corroborante.

Passeggiate e pedalate - Innumerevoli - di varia lunghezza ed impegno, a fondovalle e in quota- le passeggiate che si possono fare in Val Sarentino, vero Eden per gli escursionisti. Fino al 30 ottobre sono servite martedì, giovedì e sabato da un comodo servizio di bus turistico, che permette di non utilizzare l’auto.  Per godere dall’alto (e senza faticare) di uno stupefacente scenario a 360° delle montagne, si può salire con la cabinovia di Reinswald in quota, da dove si snodano vari sentieri. Una facile passeggiata di 6 km tra andata e ritorno porta a Malga Getrum, con panorama mozzafiato sulla valle e le Dolomiti e un’eccellente cucina tradizionale, che imbandisce ottimi tris di canederli, l’immancabile piatto con speck, patate arrosto e uova, kaiserschmarren e altre delizie altoatesine.  Un’altra escursione divertente per i bambini è poi il sentiero naturalistico Urlesteig, diviso in sei diversi tratti, tutti in discesa. I bambini possono giocare e sperimentare, arrampicarsi sulla libellula gigante, scivolare con la zattera sulla superficie di un piccolo specchio d'acqua, cercare la via d'uscita nel labirinto di pino mugo e altro ancora. Più a valle, di tutto relax è il bel percorso che si snoda attorno al remoto lago di Valdurna, raggiungibile in auto. Qui merita una visita la bellissima chiesa parrocchiale di San Nicolò decorata con un pregevole ciclo di antichi affreschi, a cui si gode una stupenda vista sul lago. Per gli amanti delle due ruote, in Val Sarentino non c’è che l’imbarazzo della scelta, fra innumerevoli percorsi da affrontare in mountain bike ed e-bike.

I misteriosi Omini di pietra - Misteriosi e leggendari, si stagliano contro il cielo a 2003 m di altitudine, sulla cima tondeggiante Hohe Reisch, gli Stoanernen Mandln, ovvero gli Omini di pietra. Un luogo magico in cui immergersi in Val Sarentino. Sono colonne di lastre di pietra arenaria che superano in vari casi l'altezza d' uomo. Colonne del genere non sono una rarità sui monti dell'Alto Adige, dove servono all' orientamento, segnano i sentieri di montagna, oppure venivano erette una volta dai pastori per passare il tempo. La straordinarietà di queste è il fatto che presentano incisioni sulla roccia e che nell’area sono stati rinvenuti attrezzi di pietra focaia che indicano un'origine risalente all' età della pietra. Numerose leggende circondano questo posto che, secondo la credenza popolare, era un misterioso luogo di ridde delle streghe. Le scalfitture sulla roccia fanno pensare ad un luogo di culto precristiano. Una spiegazione plausibile è anche quella che gli Stoanernen Mandln non fossero altro che dei rudimentali parafulmine a protezione delle malghe circostanti. Ciascuno può credere alla versione che più lo convince, fatto sta che questa altura dal panorama incantevole con oltre 100 Omini di pietra merita senz' altro di essere visitata.

Rigenerarsi nel bosco - Al limitare del bosco, con il suo fiorito giardino di montagna, l’orto con erbe aromatiche e le acque sorgive, una cucina sorprendente e una straordinaria cantina, l’hotel Bad Schörgau ha un’atmosfera magica che ben interpreta lo spirito della Val Sarentino. Elegante semplicità, silenzio, la natura come protagonista anche nei raffinati interni, a tavola e nella Spa, è un luogo di totale benessere per fisico e mente, che coniuga armoniosamente stile alpino e moderno design. Le camere e le suite profumano di legno. L’accogliente bistrò, il ristorante e la Spa con acqua di sorgente minerale, la piscina e le saune esterne, le appartate aree per il relax nel verde, sono dedicati a chi sa apprezzare i piaceri della vita e vuole liberare dalle scorie corpo e psiche. Alla base, le virtù terapeutiche della natura abbinate alle applicazioni più innovative affiancate da un’alimentazione sana che ha il suo pilastro nei cibi fermentati, facilmente digeribili e apportatori di vitamine, minerali e colture di batteri vivi, che contribuiscono alla formazione di una flora intestinale sana. A firmare la cucina dei 3 ristoranti dell’hotel, aperti anche a chi non vi alloggia, è l’alchemico chef Mattia Baroni, che delizia con viaggi sensoriali che coniugano salute e autentici piaceri del palato. Frutto di una ricerca continua e anticonvenzionale, la sua cucina etica (che dà importanza fra l’altro al concetto di Zero Waste, ossia Rifiuti Zero) si esprime al meglio nell’esperienza che si può fare a La Fuga, il Laboratory for Future Gastronomy, con un sorprendente percorso al di fuori dagli schemi alla scoperta di cibi e bevande naturali.

Per informazioni: www.sarntal.com, www.suedtirol.info

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