© ufficio stampa | Castel Roncolo, foto: Daldos Spherea
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A due passi dalla città alto-atesina l’atmosfera medievale si intreccia con la leggenda
di Nadia Baldi© ufficio stampa | Castel Roncolo, foto: Daldos Spherea
© ufficio stampa | Castel Roncolo, foto: Daldos Spherea
È poco più a nord di Bolzano ed è uno scrigno che raccoglie storia antica e leggende nordiche, raccontate per immagini: Castel Roncolo è una meta poco conosciuta che conserva il più grande ciclo di affreschi profani di epoca medievale in Europa, perfetto per una gita fuori porta.
Runkelstein era una roccaforte voluta dal Vescovo di Trento nella prima metà del 1200, poi nel 1300 venne scelto per farne la residenza estiva di una delle famiglie più importanti dell’arco alpino; allora venne interamente decorato con affreschi che raccontavano storie della cavalleria e leggende medievali a tutti, colti e meno colti o analfabeti, per quanto la conoscenza delle saghe procedesse per lo più a trasmissione orale. Il nostro viaggiatore raggiunge Castel Roncolo anche a piedi dalla stazione, seguendo un percorso ben segnalato, risalendo il Talvera, tagliando dai giardini lungo fiume, sul sentiero dei Castelli “Castelronda” (info su www.runkelstein.info) fino a Sill, all’ingresso della Val Sarentino, nel comune di Renon. Nel massiccio su cui sorge il castello, secondo la leggenda è tuttora nascosto un immenso tesoro protetto da un fantasma. Sul portale si riconosce l’antico stemma del Liechtenstein. Si entra nel cortile e si distinguono il Palazzo Occidentale a sinistra, coi suoi affreschi sul mondo cortese, la Casa d’Estate di fronte, con i suoi affreschi di Tristano e Isotta e il ciclo arturiano, poi il Palazzo Orientale e la cappella a destra.
Nel Palazzo Occidentale la Stua da bagno è l’ambiente più interessante: il soffitto originale risalente al XIV secolo è dipinto come una volta stellata; sul perimetro della stanza si apre la galleria di logge e drappi da cui si affacciano animali (lupi, scimmie, cervi), dame e cavalieri in abiti eleganti, impreziositi da gioielli e in pose dinamiche.
Si entra nella Sala del Torneo, affrescata con lo svago più amato dalla società cortese, la giostra cavalleresca, applaudita da fanciulle nobili spettatrici dai balconi del vicino castello. Sotto al torneo ci sono scene di danza a ritmo di liuto e viella, il gioco con la palla e scene di caccia e pesca. Nel mezzanino sono invece raffigurati due cavalieri che chiedono la mano a due dame, esplicitando appieno gli ideali dell’amor cortese dell’ambiente.
Sulla facciata del Palazzo d’Estate si trovano figure storiche e leggendarie dipinte in grandi dimensioni, raggruppate a triadi: si tratta di tre re (Artù, Carlo Magno e Goffredo di Buglione), tre eroi dell’antichità (Ettore, Alessandro Magno e Giulio Cesare), tre eroi del Vecchio testamento; proseguendo sul ballatoio si incontrano tre coppie di innamorati (Tristano e Isotta, Guglielmo e Aquilea, Guglielmo d’Orleans e Amelia). Troviamo infine rappresentate le spade di Sigfrido, di Teodorico e di Amedeo di Stiria. All’interno il nostro viaggiatore si trova circondato da scene della leggenda di Tristano e Isotta di Gottfried von Straßburg (tre pareti su quattro, il più vasto programma iconografico a soggetto tristaniano pervenutoci insieme a quello del Castello di Saint-Floret in Francia), affreschi eseguiti con la tecnica della terraverde, quasi fosse un sogno. Il pubblico può guardare l’evolversi della storia tragica d’amore adultero di Isotta, sposata con lo zio di Tristano, re di Cornovaglia, e Tristano, qui per la prima volta con un’inedita barba lunga ed in età matura. Poi troviamo le scene della saga del Garello (eroe nel ciclo arturiano) nella sola rappresentazione figurata conosciuta.
Nella Cappella consacrata a Sant’Antonio, Santa Caterina e ad altri Santi, in origine completamente affrescata, si possono riconoscere immagini della Vita di Santa Caterina di Alessandria. Molte figure sono andate perdute. Dietro all’altare va notata la rara rappresentazione dell’anima con le sembianze di un piccolissimo bambino.
Salendo sul camminamento sopra le mura del castello si gode una spettacolare vista sulla città di Bolzano, che nel periodo dell’Avvento è costellata di luminarie suggestive per i Mercatini di Natale. Il nostro viaggiatore, rientrando verso il centro città, sarà avvolto dal profumo di pan di zenzero e vin brulè, e dal calore dei canti natalizi di Piazza Walther e dei concerti di ottoni fra piazza delle Erbe e piazza del Grano fra un centinaio di bancarelle con prodotti realmente artigianali, giostre, trenini elettrici e spettacoli, come il teatro dei burattini e la pista di pattinaggio in Piazza Municipio. Dopo aver assaporato questa magica atmosfera fra via Isarco, il parco dei Cappuccini, e il Duomo, il maestoso albero in piazza Walther ed il presepe, il nostro viaggiatore può dedicarsi ai sapori genuini interpretati in chiave contemporanea al Zur Kaiserkron nel signorile storico palazzo Pock (www.ristorantezurkaiserkron.it). Sotto le volte eleganti, la tavola dello chef Filippo Sinisgalli - anima mediterranea - racconta la storia per piatti, non per affreschi come al Runkelstein: nella sala da pranzo si dialoga a proposito di quel che si gusta, la conversazione si infittisce e diventa cultura; gli ingredienti eccellenti e della miglior qualità diventano pietanze buone e belle: gli spaghettoni con burro di malga, alici e mollica di plancton, l’anatra miéral, il pescato del nostro mare e la cacciagione alpina, il dessert che pare un quadro d’arte da mordere, sono tutti imperdibili, insieme ai vini dell’eccellente enoteca.
Info su www.bolzano-bozen.it