© ent | Monte Lussari, Ph. Ulderica Da Pozzo
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Ambienti boschivi millenari tra Carnia, Tarvisiano, Cansiglio, Valli del Natisone e Carso
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Cinque sensi per ripartire, alla scoperta dell’incanto delle foreste e dei boschi, “miniere verdi” che da centinaia d’anni abitano il Friuli Venezia Giulia. Ammirare i giganti verdi, sfiorare con mano la magia della natura, ascoltarne i silenzi e annusarne i profumi, assaporando il gusto della libertà.
Nell’ottobre del 2018 la tempesta Vaia colpì anche il Friuli Venezia Giulia, radendo al suolo quasi 4mila ettari di bosco. Ma il Friuli Venezia Giulia è pronto a offrire al turista, non appena le restrizioni sugli spostamenti si allenteranno, magnifiche camminate ed escursioni in mezzo alla natura.
Forest bathing - Il Friuli Venezia Giulia possiede un grande patrimonio di ambienti naturali che si differenziano a seconda delle varietà, del suolo presente, del clima, dell’altitudine. Uno scrigno di tesori tra flora, fauna, morfologie e biodiversità che occupa oltre il 35 per cento del territorio regionale, in grado di regalare un viaggio inaspettato anche a pochi chilometri da casa e svelare alcuni dei suoi giganti, gli alberi monumentali che popolano la regione. Negli ultimi tempi il forest bathing e le green walking sono attività sempre più ricercate, tra tuffi nelle foreste e immersioni nei boschi alla ricerca del benessere psicofisico e come vera e propria terapia contro lo stress urbano. Di seguito si propongono alcuni dei diversi itinerari presenti sul territorio, da quelli più conosciuti a quelli meno “calpestati”.
Una foresta millenaria - Con i suoi 24mila ettari tra gli estremi delle Alpi Carniche e le Giulie, rappresenta la foresta demaniale più estesa d’Italia. Tra i suoi abeti rossi, i “giganti” della musica conosciuti in tutto il mondo per il legno di risonanza che viene utilizzato nella realizzazione degli strumenti musicali a corda, ospita uno dei sentieri più spettacolari, il “The Forest sound track”, nel cuore della Val Saisera, percorribile tutto l’anno attraversando bellezze per oltre 10 chilometri, quali il torrente Carnizza o i prati Oitzinger, nella splendida scenografia dello Jôf Fuart e del Montasio. La Val Saisera, luogo particolarmente caro al poeta alpinista delle Giulie, Julius Kugy, racchiude uno degli esempi più singolari di biodiversità e assieme al Monte Lussari rappresentano sicuramente uno degli angoli più incantevoli della foresta in cui possono essere praticate escursioni di tutti i tipi, durata e difficoltà. Un itinerario proposto ai piedi del monte Mangart, nel cuore delle Giulie, apre la strada a una camminata nella conca di Fusine, tra i laghetti di origine glaciale che fanno da cornice a un ambiente naturale e montano conosciuto come uno dei luoghi di maggior pregio naturalistico dell’intera catena alpina.
Carnia, natura allo stato puro - A Passo Pramollo, a nord di Pontebba sulle Alpi Carniche orientali, tra prati di wulfenie e incredibili giacimenti fossili (9,5 km – 4 ore), oppure nella conca del passo del Cason di Lanza, lungo oltre nove chilometri sui vecchi tracciati usati dai contrabbandieri di anni passati, si offrono paesaggi incantati e fascinosi tra boschi d'abete, ontani, pascoli e zone paludose. O ancora l'itinerario tra la Val Degano e la Val Pesarina, che nei suoi 8,4 chilometri taglia boschi e prati sfalciati, mughete, ontaneti, rocce a strapiombo, verdi colli e continui panorami mozzafiato a 360°. Sono tante le possibilità che offre la Carnia a chi desidera infilare gli scarponi ai piedi e avventurarsi nella natura. Lungo l'alta Valle del Bût attraversando per 9,7 chilometri boschi, vecchi pascoli e casere, l'itinerario ripercorre i tracciati lambendo il bosco bandito di Cleulis, mentre a Resia si può andare alla scoperta degli stavoli fino ad arrivare al bosco Plagna, con l’omonimo monte che separa la Val Resia dal Canal del Ferro.
Il regno dell’aquila - Dal bosco degli urogalli al regno dell’aquila: addentrarsi nella foresta di Ampezzo significa scoprire e immergersi in boschi misti di faggio, abeti rossi e abete bianco tra i più belli della Carnia, cercando di avvistare il gallo cedrone e, sulle cime, l’aquila, o in Val Colvera alla scoperta di frassini e aceri montani, con un’escursione nella forra del torrente Colvera, nell’habitat del gufo reale, il più grande rapace notturno europeo. Alpi, Dolomiti e Prealpi, in quelle Orientali vallate strette si addentrano tra vette e torrioni dolomitici: dal rifugio Giaf (vicino a Forni di Sopra) si può partire per l’anello Bianchi, un percorso naturalistico alla scoperta del bosco e dei fiori d’alta quota, attraversando il lariceto e le praterie utilizzate per il pascolo transumante.
I boschi della Serenissima - La Repubblica di Venezia, nel ‘500, aveva dichiarato questi boschi di pertinenza dell’Arsenale, come riserva di legname necessario alla realizzazione dei remi della flotta della Serenissima. L’altopiano carsico del Cansiglio, nel Pordenonese, rappresenta uno dei percorsi più suggestivi e popolati dai faggi, tra funghi, fiori, cervi, scoiattoli e picchi (durata circa tre ore). Lo stesso in Val Alba, nel bosco del Vuâlt che oggi spiana la strada a un itinerario turistico ed escursionistico (6,4 km – 3,5 ore) nelle Giulie, in una riserva naturalistica in cui si possono incontrare rarità di fiori e piante. L'anello del Landre Scur nei boschi dell'Alta Val Cellina (6,9 km – 3 ore), è invece un percorso che consente di arrivare attraverso i boschi al grande portale del Landre Scur incontrando grotte ricche di miti e leggende e sviluppandosi per oltre quattro chilometri nelle profondità del massiccio del Monte Resettùm, in comune di Claut.
Valli del Natisone e del Torre - Anche le Valli del Natisone e del Torre fanno da sfondo a escursioni in mezzo al verde e alla natura. Si può scegliere tra il tracciato alla scoperta dei castagneti e i prati sfalciati dei paesi del Kries (13,4 km, 4 ore) nelle Valli del Natisone, caratterizzate da un ambiente di dolci promontori sui quali domina il Monte Matajur e attraversate da antichi itinerari - e tradizioni ancora vive - che collegano l'Adriatico e il centro Europa, o altri itinerari sempre sulle tracce dei castagni, importanti in questa zona per il legno e per i frutti. Nelle Valli del Torre ci si può avventurare invece alla scoperta delle cascate del Rio Gorgons. Il “Sentiero naturalistico del “Gorgons” si snoda per 7,8 chilometri nel territorio di Taipana, nella valle conosciuta come Šeroka Dolina: una lunga, profonda e boscosa incisione valliva, costellata da una serie di cascate splendide, tra cui Pod Malen, create dal torrente. Il ponte conduce sull'altra sponda, in un punto particolarmente suggestivo della forra e si può salire – ma è consigliato solo per i più esperti - al fianco del rio proseguendo, verso il Monte Zisilin.
Carso, la montagna vista mare - Natura e poesia si fondono a Duino, lungo il sentiero Rilke dove il Carso incontra l’Adriatico circondato dallo spettacolo delle falesie. Un’ambiente unico, in cui grazie alle particolari condizioni climatiche si può apprezzare la flora di tipo mediterraneo anche a quote elevate e si può anche proseguire verso il bosco Cernizza, il bosco sul mare dei principi di Duino (8,5 km), o il bosco Fornace che si collega con il sentiero della salvia. È la magia del Carso, altopiano calcareo alle spalle del capoluogo giuliano che offre un panorama mozzafiato. Igouza, il piccolo bosco di Basovizza, apre la strada a un itinerario (due ore e mezza circa) in questo altipiano senza confini, condiviso tra Italia e Slovenia, che rappresenta una delle unicità del Friuli Venezia Giulia. E ancora la Val Rosandra, lungo i 6,3 chilometri alla scoperta delle ultime grandi querce fino alla vetta del Monte Carso; infine, nel Goriziano il Monte Sabotino e il Collio (4,5km), tra boschi di rovere e castagno e il bosco Plessiva, che fino al termine della seconda guerra mondiale fu un deposito militare dell’esercito italiano.
Per maggiori informazioni: www.turismofvg.it