Nel bosco di notte, nel canyon dei sauri, arrampicate, immersioni nei laghi
di Nadia Baldi© ufficio-stampa
Un’avventura che dura tutta la vacanza nelle pieghe più misteriose delle Dolomiti: fra Alpe di Siusi, Sciliar, Catinaccio e Bletterbach il nostro viaggiatore verrà messo alla prova alla maniera di Indiana Jones divertendosi. Il primo approccio all’avventura ci dà appuntamento al Parco Naturale a Tires (in provincia di Bolzano) per andare alla ricerca di tracce animali nel parco naturale Sciliar-Catinaccio.
Una guida esperta, una sorta di “Ranger” addetto alle aree protette ogni giovedì mattina sarà a capo dell’esplorazione delle orme, dei segni lasciati su foglie, rami, cortecce, pigne, nocciole, cibo, per seguire gli spostamenti dei “selvatici” e arrivare, con un po’ di fortuna a vederli liberi in giro nel parco. Ancora più avvincente è l’escursione notturna per cogliere in flagrante gli animali più timidi (oppure più spaventosi) mentre cercano da mangiare o vagano indisturbati nelle zone frequentate di giorno dagli esseri umani. Il nostro viaggiatore inizierà l’esplorazione dopo il calare del buio al Laghetto di Fiè allo Sciliar (in provincia di Bolzano) e si addentrerà nei boschi circostanti, dove di notte regnano oscurità e pace assoluta; dovrà farsi coraggio con la sua sola torcia in mezzo alle tenebre, ai suoni della notte, ai richiami degli animali che, pur senza avvicinarsi troppo all’uomo, dopo il calar del sole prendono coraggio ed escono dai loro nascondigli. Del resto la notte è loro. Quest’area intorno al Laghetto di Fiè è un vero paradiso di pipistrelli, uccelli e mammiferi notturni: munendoci di rilevatori e apparecchi per la visione notturna, si possono vedere ed avvicinare.
Di avventura in avventura: di buon mattino, con l’abbigliamento da esploratore, cappello rigido e occhi spalancati sulle rocce ci si addentra nel canyon Bletterbach o Rio delle foglie, fra Trentino e Alto Adige. L’ingresso si trova ad Aldino, in provincia di Bolzano. La natura qui si presenta come un museo a cielo aperto, nel quale l’accesso è consentito solo d’estate, quando il rio si ritira. Dentro ad una gola stretta e profondissima si sperimenta un viaggio nel tempo, camminando instancabilmente e analizzando gli strati interni sovrapposti nelle pareti della gola si tocca materialmente la storia delle Dolomiti, un vero e proprio libro aperto su più di 40 milioni di anni della storia della terra. A partire dalla fine dell’ultima era glaciale (15mila anni fa) il Bletterbach ha scavato un’incisione profonda 400metri e lunga 8 chilometri che mette in luce netti strati geologici su cui sono rimasti fissati fossili di animali e vegetali, pesci del mare del Triassico, alghe e coralli, risalenti a 250 milioni di anni fa. Qui hanno vissuto anche i sauri, antenati dei dinosauri, di cui si trovano tuttora qua e là numerosi reperti: uno piccolo sauro, ritrovato integro, è custodito all’interno del museo ad Aldino, esposto vicino ad un altro sauro, in questo caso non vero, ma ricostruzione di un esemplare in dimensioni naturali, col quale si possono fare dei selfie divertenti (www.bletterbach.info).
Per tuffi e immersioni fuori dal comune la tappa è al laghetto di Fiè, che offre l’eccezionale possibilità di rinfrescarsi in uno degli specchi d’acqua più puliti e belli d’Italia. Luogo incontaminato con un’acqua d’eccellente qualità, è uno degli otto laghi balneabili del Trentino Alto Adige, alle falde del parco Sciliar-Catinaccio.
Per i più coraggiosi vale la pena di provare la via ferrata per raggiungere il cuore roccioso delle Dolomiti, il Catinaccio d’Antermoia, accessibile a principianti ed esperti. Dal Passo Molignon il sentiero occidentale sale alla vetta del Catinaccio d’Antermoia, in cima alla quale lo sguardo si estende tra i gruppi del Brenta, dell'Adamello, dell'Ortles, dello Stubaier e delle Alpi dello Zillertal. La punta del Catinaccio e le Torri di Vajolet, il Sasso Lungo, il gruppo Sella e la Marmolada, così come l'Antelao e la Civetta sullo sfondo, sono tutti nelle immediate vicinanze. Non ultima l’emozione di fronte allo spettacolo del Lago di Antermoia di un color turchese che non si dimentica. Per scegliere i dettagli del percorso più adatto alle reali competenze del nostro viaggiatore meglio rivolgersi ad una guida esperta.
Questa zona è un vero e proprio regno dell’arrampicata, e qui si trova una delle vette più difficili e ambite, conquistata per la prima volta 150 anni fa, nel 1869, da Paul Grohmann: il Sasso Lungo. Quest’estate si celebra e si ricorda la scalata sensazionale (la vetta sembrava infatti inespugnabile per la lunghezza della salita e il pericolo di caduta di massi) con un evento artistico il 27 luglio: nel bel mezzo dell’arena montuosa del Sasso Lungo e del Sasso Piatto, esattamente fra la forcella del Sassolungo e il Rifugio Vicenza, a 2.500 metri, incontreremo un’opera d’arte imponente, ossia un masso solitario avvolto da circa 8000 metri di corda da arrampicata, che vuol rappresentare il tema dell’incatenazione (opera di Hubert Kostner); poi musicisti, alpinisti e ballerini celebreranno con musica e movimento la conquista delle cime (musica di Eduard Demetz e coreografia di Anastasia Kostner). I festeggiamenti proseguiranno con eventi in quota nei rifugi intorno al Gruppo del Sella ed in Val Gardena per tutta l’estate. Il consiglio è di raggiungere il Sasso Lungo senza passare dall’arrampicata – che non è per tutti – percorrendo sempre con spirito d’avventura il sentiero 525 dal Passo Sella oppure il 526A e il 527 partendo da Selva di Val Gardena.
Per informazioni www.seiseralm.it