FRIULI VENEZIA GIULIA - Vincitrice dell’Oscar Italiano del Cicloturismo 2024, la Ciclovia Pedemontana attraversa il Friuli Venezia Giulia da Salice a Gorizia, che sarà Capitale europea della Cultura 2025. Un itinerario di 180 km che segue la linea immaginaria che delimita l’arco alpino regionale attraverso un paesaggio prezioso, ricco di punti di interesse storico, artistico, enogastronomico. Il tracciato, pressoché pianeggiante, è adatto a tutti per il fondo confortevole e la possibilità di utilizzare la ferrovia turistica Sacile-Gemona, in parte parallela al percorso, per alleviare la fatica a bordo di treni con materiale storico. L’intermodalità è del resto una cifra distintiva della Ciclovia, dove il treno con bici al seguito si integra con il trasporto pubblico locale - come i pullman con carrello bici e il passo-barca a Bibione - e con il trasporto marittimo, aumentando la possibilità di percorrere l’intera rete di percorsi ciclabili lungo l’arco costiero del Friuli Venezia Giulia, da Lignano Sabbiadoro fino a Trieste. Tra i punti di interesse: le spettacolari Dolomiti Friulane, patrimonio Unesco, la riserva naturale del Cornino, città medievali come Gemona e Pinzano al Tagliamento, l’arte longobarda di Cividale del Friuli, sito Unesco, e - imperdibili durante i mesi della vendemmia - le pregiate aree vitivinicole delle DOC Grave, Colli Orientali del Friuli, Isonzo e Collio e ben sette dei tredici presidi Slow Food della Regione. Raggiungibili attraverso percorsi ciclabili secondari, sono anche alcuni dei Borghi più Belli d’Italia - Polcenigo, Poffabro, Venzone e Gradisca d'Isonzo.
CALABRIA - Corre per 38 km lungo l’antica mulattiera sull’argine dell’omonimo fiume la Ciclopedonale “Val di Neto”, inaugurata lo scorso marzo e pensata per famiglie con bambini e per tutti coloro che amano stare a contatto con la natura. In un’area dell’antica Magna Grecia ricca dei profumi, dei sapori e dei colori della macchia mediterranea la green road damigella d’onore all’Oscar Italiano del Cicloturismo 2024 inizia dall’antico sito termale di Bruciarello per raggiungere la foce sul Mar Jonio, attraversando il territorio di sei comuni del Marchesato crotonese: Caccuri, Belvedere di Spinello, Santa Severina, Rocca di Neto, Scandale, Strongoli. La ciclovia “Val di Neto” è un esempio di turismo responsabile, progettata per avere il minimo impatto ambientale. La segnaletica informativa e i punti di sosta attrezzati con servizi a uso del cicloturista e del viandante - oasi di accoglienza, aree fitness, capanni per l’osservazione della natura, rafting in kayak - permettono di apprezzare appieno la natura, visitare i siti storici, archeologici, castelli, borghi e i luoghi di culto di questa porzione sconosciuta di Calabria.
SARDEGNA - Il periodo autunnale è certamente ideale per chi desidera andare in bicicletta in Sardegna. L’itinerario che ha ricevuto la menzione speciale Legambiente all’Oscar Italiano del Cicloturismo 2024 è Il Cammino Minerario di Santa Barbara, un percorso ciclopedonale ad anello di oltre 600 km che parte e arriva a Iglesias, nella zona Sud Occidentale dell’isola. La Green Road ciclabile già pronta è di circa 360 km ed è composta da un fondo misto di asfalto, strade bianche, tratti di ferrovia dismessa attraverso le aree minerarie delle regioni storiche dell’Inglesiente, Sulcis e Arburese-Guspinese. Nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna si pedala tra le rovine post-industriali dell’epoca mineraria attraversando paesaggi naturali - grotte, scogliere, dune e spiagge sconosciute al turismo di massa e spettacolari scorci montani, con laghi e foreste incontaminate, dove non è raro incontrare esemplari di fauna autoctona come il cervo sardo - e comunità locali dalle tradizioni forti e distinte, dove si gustano prodotti del territorio introvabili in altre zone del pianeta. Presenza costante sono le chiese e le cappelle dedicate al culto di Santa Barbara, la patrona dei minatori, anche all’interno delle miniere: la più antica, del 1223, è a Domusnovas. Innumerevoli i punti di interesse disseminati in 8000 anni di storia, tra siti nuragici, villaggi fantasma e le gigantesche miniere dismesse: un’immensa ricchezza, di grande valore antropologico, che l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità.