© Istockphoto | Costiera Amalfitana
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Panorami mozzafiato ad ogni curva, in un emozionante connubio tra Uomo e Natura
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La Costiera Amalfitana, tra i golfi di Salerno e Napoli, è uno degli itinerari più fotografati al mondo, tutelata dall’Unesco fin dal 1997 come Patrimonio dell’Umanità. Amatissima dai turisti non solo italiani, è - fino dai tempi del Grand Tour - una delle tappe imperdibili per gli stranieri in viaggio in Italia.
Un itinerario mitico - Un sogno ad occhi aperti, più che un percorso, 70 km da assaporare lentamente, per non perdendosi nulla dei suoi gioielli storico artistici e della bellezza della sua natura. La Costiera raccoglie in paesaggi straordinari una manciata di incantevoli città e paesi, stretti tra il blu intenso del mare e il verde della macchia mediterranea, rocce scoscese, il profumo dei limoni e una litoranea che tutti al mondo conoscono.
Salerno - Una città che vale la pena di visitare è Salerno, che della Costiera Amalfitana è un po' la porta. Sotto i Normanni, che ne fecero fino al 1127 la capitale dei propri domini nell’Italia meridionale, la città visse la sua stagione più florida. Risale a quel periodo anche il monumento più insigne, lo stupendo ed imponente duomo. Vale la pena di percorrere via dei Mercanti, che attraversa il centro storico tra chiese e bei palazzi. Dopo soli 3 km, si raggiunge Vietri: rinomata dal medioevo per la ceramica, ne ospita un Museo e numerose botteghe artigiane, fra cui le famosissime Ceramiche Solimene, i cui artigiani da oltre 50 anni decorano a mano i piatti dei Ristoranti del Buon Ricordo.
Cetara e Maiora - La litoranea scavata nella roccia supera Cetara, celebre centro di produzione della colatura di alici (tradizionale ingrediente fra i più tipici della cucina locale, dove vale la pena di sostare per un tuffo nelle limpidissime acque del mare) e Maiori, su cui svetta la torre normanna del 1653. Nel vicino ed incantevole borgo di Minori, da vistare sono la chiesa di Santa Trofimena e la bella villa romana, poco fuori del paese.
Ravello - Ora è d’obbligo una deviazione verso Ravello: dall’alto dei suoi 350 m, tra terrazze di agrumi, ulivi e vigne, è un balcone mozzafiato tra l’azzurro del cielo e il blu del mare. La sua immagine è legata all’eleganza delle sue ville. Di bellezza assoluta le terrazze fiorite di Villa Rufolo (tipico esempio dello stile arabo-siciliano del Duecento), dove viene allestito in luglio ed agosto il panoramicissimo palco a picco sul Tirreno della famosa manifestazione musicale del Ravello Festival, e il belvedere dell’Infinito di Villa Cimbrone, “il panorama più bello del mondo” per lo scrittore Gore Vidal.
Amalfi, Repubblica marinara - Tornati ad Atrani, dove venivano eletti e seppelliti i dogi di Amalfi, la Costiera raggiunge Amalfi, la più antica delle quattro Repubbliche marinare italiane: la quattrocentesca Tavola amalfitana, primo esempio di codice marittimo, è conservata al Museo civico. Fra scalinate e sottoportici, rimane da vedere il duomo di Sant’Andrea, in stile arabo-normanno. Amalfi è da quasi mille anni la città della carta. Per comprendere il processo di produzione di questo prezioso materiale e osservare da vicino gli antichi - e funzionanti - mulini ad acqua, basta fare una visita al Museo della carta, appena fuori dal centro storico della città, dove inizia la Valle dei Mulini.
L’inventore della bussola - Una curiosità: l’inventore della bussola fu - nel 1302 - un amalfitano, passato alla storia col nome di Flavio Gioia. Nome e cognome sarebbero però frutto di un errore di trascrizione, e quindi il vero nome del geniale inventore rimane sconosciuto. Oltre Amalfi, Conca dei Marini è un piccolo gioiello la cui spiaggia è annoverata fra le più belle d’Italia. Qui c’è la grotta dello Smeraldo, il cui nome ricorda i riflessi dell’acqua sulle pareti, grazie ai raggi del sole. A renderla unica le stalattiti e stalagmiti che - fatto rarissimo - emergono dal mare.
Costiera selvaggia - Da Paiano (la cui chiesa di San Luca Evangelista vale una sosta per ammirarne il bel pavimento di maioliche), si entra nel tratto più selvaggio e a strapiombo della Costiera, in cui la montagna pare squarciata da gole profonde, come quella di Furore. Al largo, i tre scogli (Li Galli) delle sirene cantate da Omero nell’Odissea. Si arriva quindi a Positano, la località più mondana della Costiera e cuore della movida. Frequentata dal jet set internazionale, è una cascata di case coloratissime che scendono fino al mare, con ristoranti alla moda, boutique, eleganti hotel.
Moda Positano - Inconfondibile è lo stile – coloratissimo e informale - che, dalla fine degli Anni Cinquanta, caratterizza la “Moda Positano”, coloratissimi parei, copricostume, camicie, abiti da sera, borse, bermuda amati da vip e star. Altra particolarità, l’artigianato dei sandali: infradito, fratino, zoccoli di legno o di sughero realizzati a mano, anche al momento, e impreziositi con perline, pietre dure o strass. Ultima tappa, Sorrento, il mare delle sirene (questo il significato del suo nome), splendida terrazza sul golfo di Napoli, profumata di aranci e limoni: da visitare la cattedrale rinascimentale e villa Terranova.
I sentieri - Per scoprire la natura della Costiera, per apprezzare le bellezze dei suoi paesi e per godere di panorami eccezionali, vale veramente la pena di lasciare auto o moto e di avventurarsi a piedi lungo gli antichi sentieri che uniscono i paesi della costa a villaggi, chiese e monasteri appollaiati sui monti. Tra i più suggestivi, il Sentiero degli Dei, un vero e proprio balcone tra cielo e mare a 500 metri sul livello del mare. Parte da Bomerano (650 m, tra Praiano e Ravello) e termina a Nocelle (440 m). Meglio percorrerlo da est a ovest, così da avere davanti Capri e abbracciare la parte estrema della penisola sorrentina. Tempo di percorrenza: 5 ore. Una volta giunti a Nocelle, si può raggiungere Positano attraverso 1500 scalini o proseguire per Montepertuso (nei mesi estivi da una fenditura della montagna che lo sovrasta passano i raggi del sole e della luna, e gli effetti-luce sono incredibili) e quindi scendere a Positano.