© Istockphoto | Parma, la piazza del Duomo
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Insolite esperienze come in un film, nei monumenti, nelle miniere, su antichi sentieri
di Nadia Baldi© Istockphoto | Parma, la piazza del Duomo
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Passeggiare per Parma può trasformarsi in un’esperienza insolita, ricca di emozione come una scena di un film di Bernardo Bertolucci: monumenti che attraggono e che segnano il cammino, trattenendo nei confini urbani il viaggiatore per poi invitarlo ad allargare l’orizzonte verso le colline, verso Salsomaggiore, verso l’Appennino. La città natale diventa per il regista un serbatoio di luoghi cinematografici forse perché “Parma – diceva - era rimasta dentro di me come credo accada agli esuli”.
Due passi negli scorci cittadini delle pellicole di “Prima della rivoluzione” (1964), “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) o “La luna” (1979) e il legame con Parma sembrerà di lunga data. Addentrandosi nel groviglio di strade di Parma, il cui centro storico è elegante e discreto, ci si imbatte in improvvisi spunti di bellezza sul piano artistico e architettonico. Il complesso della Pilotta, il Palazzo Ducale e il Teatro Regio creano una climax sorprendente che culmina nel Battistero. Un monumento medievale fra i più apprezzati a livello europeo insieme alla Cattedrale e al Palazzo Vescovile, ma con la particolarità di appartenere con Stonehenge, il Pantheon di Roma e le piramidi d’Egitto ai siti di massimo valore astronomico mondiale, secondo la segnalazione dell’UNESCO: il famoso ciclo dei mesi è infatti un chiaro riferimento al cosmo, mentre l’orientamento della costruzione di Benedetto Antelami pare sia stato progettato tenendo conto della relazione tra la Terra e il cosmo, facendo dell’oggetto architettonico una gigantesca meridiana (info su www.visitemilia.it).
Spostandosi a Salsomaggiore Terme la via si snoda sulle colline della città, dove accompagnati da una guida turistica, il nostro viaggiatore può conoscere la lunga storia dell'estrazione del sale e della vita di Salsomaggiore, precedente a quella di centro termale. Il percorso più originale viene indicato su www.trameditalia.it, il riferimento ideale per organizzare esplorazione di luoghi, tradizioni, artisti, curiosità di solito inaccessibili del parmense, come di altre località italiane. In questo caso cogliamo il suggerimento di un trekking che inizia dalle Terme Berzieri, lungo le vie dei commercianti di sale e dell’acqua termale poi. Seguendo il sentiero indicato si raggiungono i resti delle antiche Saline farnesiane di Salsominore, fra i quali si distingue un edificio industriale imponente e inusuale di impianto seicentesco per l’estrazione del sale, attività per cui Salso era nota.
Salendo sulla collina si raggiunge la chiesa di origini paleocristiane di Salsominore; poi proseguendo si arriva al Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino, dopodichè si può ritornare in città, costeggiando il torrente Stirone, scorgendo gli affioramenti di fossili risalenti a 8 milioni anni fa. Oltre alle storie e alle leggende sui Cavalieri del Sale, guardando il volto più noto di Salsomaggiore ci si imbatte in un tocco inatteso di originalità: il Grand Hotel des Thermes, laddove si fruisce del benessere delle acque termali, rivela tratti evidenti d’Oriente nei decori e negli affreschi di Galileo Chini. E allora il nostro viaggiatore dovrà interrogare la guida che lo accompagna sull’inaspettata atmosfera orientale e poi dovrà lasciarsi coinvolgere in speciali laboratori di rilegatoria giapponese, organizzati da un'esperta in quest’arte affascinante e rara. Oppure si potrebbe concludere con una fuga nella Belle Époque tra le Terme Berzieri, i grand hotel e le palazzine di inizio Novecento e poi con un laboratorio per creare il proprio set di cartoline vintage secondo la tecnica della linoleografia.
E’ il momento di allontanarsi dai centri abitati e di imboccare la Via Francigena, un tratto ben tenuto, in cerca di un po’ di silenzio e di spiritualità, seguendo il simbolo del pellegrinetto. Da Fidenza passando tra le colline parmensi e attraverso l’Appennino si percorre un tracciato impegnativo e lungo, più o meno tre giorni (pernottando) di paesaggio inedito, che porta nostro viaggiatore sui sentieri battuti nel corso dei secoli da pellegrini alla ricerca del Santo Graal. Indirizzati da una guida esperta si può dividere il cammino in tappe, magari fermandosi al Museo Martino Jasoni (artista del secolo scorso che nei suoi disegni raccontava la vita bucolica, come in “Contadini che caricano il fieno” e in “Donne paesane al forno”). Da non perdere le miniere del Corchia, labirintiche gallerie spettacolari, ascoltando la narrazione delle storie dimenticate dei minatori: in queste antiche miniere, già attive nel XII secolo, si estraeva “argento vivo”, ovvero mercurio, data la grande presenza di cinabro, minerale contenente appunto mercurio e zolfo.
Dopo una sosta in una delle autentiche trattorie di montagna, e una buona dormita, il viaggiatore prosegue sulla via Francigena valicando il passo appenninico della Cisa, con fatica per le intense salite, ricompensata però da panorami sorprendenti, che si affacciano prima verso la pianura padana, poi sulla Lunigiana; attraverso la Porta Toscana della Via Francigena, si immette in una zona paesaggisticamente nuova, misteriosa, che trasmette un’atmosfera di misticismo. A questo punto la salita è conclusa, ma neppure la discesa sarà semplice con tratti ripidi e grande dislivello fino ad arrivare sulla costa fra Toscana e Liguria attraverso foreste magiche e ponti medievali degni delle più antiche novelle.