Estonia: in bicicletta con Tiberio Timperi
© tgcom24 | Foto di Tiberio Timperi
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“Atterrando a Roma mi sono bastati 32 chilometri fino a casa e due piani in ascensore per capire che oltre al mal d'Africa esiste anche il mal d'Estonia....”
Luglio. Voglia di vacanza. Ma non la solita vacanza. Mi sento come la protagonista dei Ferrero Rocher. Non è fame ma come una sorta di languorino... In questo caso, il mio Ambrogio è rappresentato dalle mille opportunità della rete. Accompagnato da Google scelgo tra gli itinerari di viaggio raccontati da viagginbici.com. Destinazione Estonia, fresca di ingresso in Europa. Sufficientemente lontana dai mondiali di calcio e dai primi caldi. E dunque, Estonia sia.Nonostante la mia innata pigrizia che, assieme alla claustrofobia, crea una miscela paralizzante.
© tgcom24 | Foto di Tiberio Timperi
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Mai quanto il traffico di Roma. Nonostante il volo sia a mezzogiorno. Esco di casa alle 9 del mattino. I know my chickens.
Difatti, Flaminia bloccata per lavori ad una conduttura dell'acqua. Una corsia chiusa. Lavori finiti nel week end ma la corsia resta chiusa. Morale: un piccolo embolo che fa collassare Roma Nord e gran parte del raccordo anulare. Sempre sia lodato il sindaco Marino...Al pelo, con le coronarie in subbuglio, si arriva al Leonardo Da Vinci. Al gate, io e il mio vicino di casa, Mauro, orfano della sua compagna, anche lei fan della pedalata ma bloccata dal lavoro. L'imbarco è ok. Meno il volo. In abbinamento con la Cathay, il volo è pieno di coreani che non se ne stanno fermi un attimo. Peggio di un alveare impazzito. Sia come sia, Helsinki arriva dopo quasi quatto ore di volo e un orrendo panino al tacchino. Pochi passi e siamo su un altro aereo. Venti minuti dopo, Tallinn. All'uscita, in fila per i taxi, una famiglia e basta. Pensi alla bolgia della Stazione Termini e mastichi amaro. Per arrivare in centro, trenta minuti di traffico disciplinato dove non si sente un clacson, dico uno. Per strada non si vede un vigile... E non sono nei bar come in altre città... Tutti sono ligi e rispettosi. Il centro di Tallinn si chiama Old Town, ed è esattamente come ti aspetti che sia un borgo medioevale. Molto curato. Da non fumatore noto che a terra, tra un san pietrino e l'altro non c'è una mozzicone di sigaretta…
La pioggia va e viene ma la gente del posto non sembra farci caso. Zero ombrelli. Basilare coprirsi. Sarà l'ottimismo infuso dalla vacanza ma, alla fine, neanche io ci faccio più caso. Anzi. Mi sorprendo a respirare il profumo della pioggia che rende l'aria pulita e frizzante. Il primo giorno si consuma con una breve passeggiata nel centro (e in alcune sue interessanti pasticcerie) e sulla rocca dove si domina l'intera città. I lucchetti agganciati ad una cancellata vicino alla porta di ingresso al centro mi danno la misura della popolarità, anche qui, di Moccia… Più tardi, dopo una frugale cena, zonzando per il centro e seguendo il flusso, la scoperta. Una sala cinematografica all'aperto, sul top di un centro commerciale. Sdraio, copertina, bar, sole di mezzanotte e la proiezione di un film che non si può ignorare: Samsara. Un film documentario alla ricerca dell'esistenza ciclica con una fotografia meravigliosa. Evitato l'effetto Corazzata Potemkin e il pericolo di sembrare una brutta copia di Nanni Moretti, soffoco l'iniziale ilarità per essere rapito dal mix emozionante del film e del sole di mezzanotte dell'Estonia. Attorno a me, ben coperti, tanti giovani. Una simile sensibilità lascia ben sperare per il futuro dell'Europa.
Estonia, giorno 2.
Ringalluzziti dal sonno, io e Mauro siamo pronti per pedalare. Proprio dietro il Braavo Hotel albergo/palestra (che non è proprio il massimo a meno che tu non sia uno studente squattrinato) c'è un eccellente affitta biciclette. Il proprietario si chiama Thomas, è un ragazzo dall'aria sveglia e simpatica. Con lui, e due Cube nuove di pacca con motore Bosch, l'avventura può iniziare. Precisazione. L'elettrica si è presa solo per curiosità visto che in Italia, questo modello non è molto diffuso. Thomas, invece, per superiorità o affetto per i suoi clienti italiani non lo sapremo mai, sfoggia una nostrana Bianchi. Pedalare per Tallinn è un'esperienza da vivere. C'è tanto verde. Dolci saliscendi. Case di cui innamorarsi che costeggiano il mare. Architetture piacevoli che ti riconciliano con il cuore. Discorso totalmente diverso per il monumento dedicato ai soldati russi caduti in guerra. Di chiara impostazione sovietica, è una grande colata di cemento armato (solo quello?) con il calco di due gigantesche mani di cui, con tutto il rispetto, non si sente proprio il bisogno. Il 30 per cento della popolazione estone, è russa. Senti sulla pelle che non è ben accetta. Del resto le ferite ci sono, inutile negarlo, e anche abbastanza recenti. Pedalando, si arriva alla residenza del presidente della repubblica, Thomas Hendrik IIves, giunto al suo secondo mandato. Davanti al portone, due dicasi due soldati a piantonare la residenza. E basta. Zero auto blu. Zero scorte. Come in Italia...
La biciclettata con Thomas è anche l'occasione per arrivare alla zona portuale dove ha sede un interessante museo della marina. Polo di attrazione un sottomarino visitabile più una serie di divertenti giochi interattivi. Da tornarci con mio figlio... La sera trascorre per il centro di Tallinn, dove lana e lino spadroneggiano. La gioventù è bella, sorridente e cortese. Non mancano gli italiani, ovviamente dediti corpo ed anima alla ristorazione. Come Danilo, romano di Cinecittà motore dei Gladiatori sapori di Roma, in centro, Rataskaevu 22. Parlare con Danilo e farsi raccontare come vede l'Italia da Tallin è interessante. Capisci subito che non ha la benché minima nostalgia dell'Italia. Difficile dargli torto. E questo nonostante le impegnative condizioni climatiche dell'Estonia. Basti pensare che d'inverno ci sono solo quattro ore di luce al giorno. Ma il riscatto arriva con istruzione, assistenza medica, rapporto con le istituzioni e sistema fiscale. Un'altra Europa a quanto pare è possibile. Si cena all'Hansa. Situato nel centro di Tallinn, è un ristorante in costume medioevale. Vale la sosta ma attenzione al menu. Un filo elaborato e non proprio dietetico. Per una volta lo strappo si può fare ma sappiate di dover allentare la cintura...
Estonia giorno 3.
Da bravi italiani, ci mettiamo in caccia di un buon cappuccino e relativo croissant. Che troviamo in una piccola traversa della grande piazza principale. Siamo di partenza per Vihula. L'auto ci viene portata direttamente in albergo. Uscire da Tallinn è breve. Sui vialoni, palazzi non belli. Man mano che la città svanisce, il posto del cemento viene preso da una natura prepotentemente meravigliosa. I centotrenta chilometri che ci separano da Vihula, passano piacevolemente, grazie anche a Retròfm. Il nostro albergo… ha il sapore di una vecchia ma ben curata villa di campagna. Bosco, laghetto, aria pulita, silenzio. Una meraviglia.
Si va a letto presto, complice anche la televisione che non fornisce neanche uno dei canali italiani (e forse non è neanche un male).
Estonia, giorno 4.
Itinerario in tasca e bici sotto le terga, ci avviamo per un lungo giro. Complice la mia innata fiducia nel google map del mio smartphone, dopo neanche una ventina di minuti ci si perde nel bosco. Persi. Neanche un punto di riferimento. Non un'anima viva in giro. Io e il mio pard, come direbbe Tex, arriviamo in una casa in aperta campagna. Nel nulla, praticamente. Porte aperte e noi che inutilmente ci sgoliamo per chiedere se c'è qualcuno. In sei ore di pedali conto ben… 20 automobili. Mirabile una Range Rover che trasporta sul carrello un robusto trattore. Pausa pranzo in un provvidenziale locale gestito da una simpatica russa di San Pietroburgo coniugata con un tedesco che non esce dalla cucina. Birra e goulasch eccellenti. Sia come sia, a fatica ma rinfrancati dalla sosta, ritroviamo la strada. Non prima di aver percorso chilometri in un nulla fatto di boschi a perdita d'occhio, verde e cicogne. Cosi tante che non ti spieghi la bassa densità della popolazione...
Estonia, giorno 5.
Breve ma intensa. Così è la sosta a Vihula. La Toyota noleggiata e la patente di Mauro si incaricano di tornare a Tallinn. Cambio di albergo… stavolta meno easy e più fashion, sauna, doccia e il sole di mezzanotte di Tallinn. Prima però dopo le parole e i caffè di Danilo, la sua cucina. Che non delude. Vuoi mettere mangiare un suppli fatto a regola d'arte in Estonia?
Nonostante il sole di mezzanotte, l'assenza di tende e la mancanza di mascherina copriocchi, indispensabile, si dorme di brutto.
Estonia, giorno 6.
Taxi e nel giro di mezz'ora scarsa, aeroporto. Breve volo per Helsinki e poi il grande salto per Roma. Notevole per livello di intrattenimento lo scalo di Tallinn. Bello, pulito, efficiente. Con la possibilità di fare un cross booking con il resto del mondo grazie ad simpatica libreria free. Il rientro avviene nei tempi stabiliti. O quasi. Una volta atterrati a Roma, la cosiddetta civiltà, a darci il benvenuto l'impossibilità di avere al volo la fattura del car valet e una fila chilometrica sulla Roma-Fiumicino. Ciliegina sulla torta, il Grande Raccordo Anulare bloccato in entrambe le corsie per due incidenti seri. Trentadue chilometri per arrivare a casa. Trentadue chilometri spesi a capire come trovare una scusa per tornare a Tallinn. Trentadue chilometri, tre ore e trenta e due piani in ascensore per capire che oltre al mal d'Africa esiste anche il mal d'Estonia....
Per dormire: a Tallinn - Braavo Hotel www.braavohotel.com/
Merchant House Hotel - www.merchantshousehotel.com
A Vihula: Vihula Manor Country Club & SPA - www.vihulamanor.com
Informazioni: Estonian Tourist Board
Tel +39 02 43458328
e-mail estonia.italy@aviareps.com
www.visitestonia.com