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Trentino, in bici alla scoperta dei borghi più belli

Paesi sospesi nel tempo e paesaggi incantati: un tour tra i monti e i laghi delle Alpi

28 Mag 2021 - 06:00
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© Ente del Turismo  | Ristoro a San Lorenzo
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Appartati tra le montagne, circondati dai boschi o da distese coltivate, i borghi del Trentino aprono le porte facendo parlare le corti con le tipiche fontane in pietra, affreschi e segni del sacro sulle facciate, i porticati, i fienili e i ballatoi in legno dove ancora si fanno essiccare le pannocchie di granturco oppure le noci. Si parcheggia la bici e il viaggio ha così inizio.

In Trentino sono sei le località inserite nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia: dalle Giudicarie all’alto Garda, dalla Valle del Chiese alle valli dolomitiche. Sono altrettanti viaggi alla scoperta di tradizioni, architetture rurali, memorie del sacro. Da fare anche in sella ad una bici o una e-bike.

San Lorenzo, borgo del benessere -  Situato ai piedi delle Dolomiti di Brenta, questo borgo è nato dalla fusione di sette Ville: Berghi, Pergnano, Senaso, Dolaso, Prato, Prusa e Glolo. Camminando senza fretta tra le stradine delle sette frazioni si possono ancora osservare rare architetture rurali caratterizzate da elementi architettonici unici come i “pont”, le rampe carrabili per accedere ai depositi di fieno, gli essiccatoi e i fienili nella parte alta delle abitazioni. Quasi a sottolineare il potere rilassante di questo borgo si scopre che maestri yogi e altri professionisti del benessere operano proprio qui. San Lorenzo è inoltre la patria della “ciuiga”, un insaccato presidio slow food. Si può mangiare al Ristoro Dolomiti di Brenta, all’ingresso della Val d’Ambièz, magari dopo un’escursione. A San Lorenzo si arriva comodamente in bici da Molveno, costeggiando il lago fino all’Oasi di Nembia. Per proseguire, l’alternativa alla provinciale è lo sterrato che scende in località Deggia, passando dal Santuario della Madonna di Caravaggio e dalla frazione di Moline prima di salire a San Lorenzo. Chi non si spaventa per le salite può partire anche da Comano Terme. Questa località termale è ideale anche per raggiungere, senza faticare troppo, altri due borghi, Rango e Canale di Tenno. 

Rango, un cuore rurale - Salendo verso l’altopiano del Bleggio con le sue antiche pievi, attraverso un paesaggio rurale disegnato dalle coltivazioni della patata di montagna, si giunge a Rango. Il “portech de la Flor” è la prima tipica struttura abitativa che salta agli occhi. È il nucleo più antico e monumentale del borgo, esempio per tutti gli altri “porteghi” che nel tempo hanno impreziosito l’abitato. Portici, cantine, androni, grandi fontane e recinzioni in pietra, vie lastricate ed antiche dimore, si osservano nel cuore del borgo. Un vero compendio di architetture rurali giudicariesi, che sembrano vivere in quel passato di pastori, greggi, pellegrini, mercanti e viaggiatori. Pochi minuti di passeggiata separano il borgo di Rango da Balbido, il “paese dipinto”, per i murales colorati che ne decorano le case. La Noce del Bleggio, oggi presidio Slow Food, è alla base di tante gustose ricette locali e le hanno dedicato anche una facile passeggiata che si sviluppa su strade di campagna, tra prati e campi coltivati. Per una fetta di torta alle noci cotta nel forno a legna c’è il Panificio Riccadonna, mentre nel vicino abitato di Cavrasto l’Azienda agricola Il Noce è specializzata in prodotti a base di noci del Bleggio, dolci, pesti, olio e altro ancora.

Canale di Tenno, atmosfere medievali -  Il tour prosegue ora verso il Lomaso, prima in direzione di Fiavè con il sito palafitticolo Patrimonio Unesco e da lì verso il Passo del Ballino, porta di accesso al Garda trentino. E poi  verso il Lago di Tenno dalle acque color turchese Un’ultima salita ed ecco le prime case in pietra di questo borgo, un nucleo medievale fiero di un trascorso rurale antico di secoli. Qui si passeggia sui viottoli selciati dove si affacciano i caratteristici avvolti delle antiche abitazioni in pietra, passando sotto archi, porticati e robuste mura che collegano le abitazioni l’una all’altra. Uno dei riferimenti nel borgo, conosciuto anche all’estero, è la Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” che ospita, da marzo a dicembre, esposizioni ed eventi artistici. La Locanda del Borgo nella piazzetta centrale è il posto giusto per uno spuntino e per assaggiare la vera specialità di questa zona, la carne salada e il suo contorno ideale di fasoi, i fagioli, o altri piatti a Km0. Un'alternativa è il Ristorante Antica Croce, a Tenno.

Bondone, borgo sopra le nuvole - Affacciato sul Lago d’Idro, è l’ultimo accolto nei “Borghi più belli d’Italia” in Trentino. Siamo nel comune più a sud in Valle del Chiese, al confine con la Lombardia, dove questo borgo nasce storicamente come paese di carbonai. Percorrerne le strade strette, anzi strettissime, passare sotto archi, prendere per viottoli che si trasformano in ripidi scalini tra le case, sfiorare i muri a secco coperti di muschio, ammirare gli affreschi che decorano alcune case come la “Madonna in Trono” (XVI secolo), è come tornare indietro a stagioni lontane e dure. Quando, cioè, i carbonai e le loro famiglie vivevano qui solo per quattro mesi e nei restanti si spopolava, sprofondando nel silenzio. È piacevole pedalare sulla ciclabile che da Lardaro percorre la Valle del Chiese fino al Lago d’Idro con il suo esteso biotopo. Per raggiungere Bondone, invece, si sale per 4 km e le pendenze non sono proprio leggere, ma una e-bike permette di godersi gli scorci panoramici sul lago. E si può spezzare l’ascesa sostando a Castel San Giovanni, sentinella sulla valle della Famiglia Lodròn. Per una sosta con vista sul Lago d’Idro c’è il Ristorante Pizzeria Miralago nella frazione di Baitoni. Insieme ai piatti di pesce si può degustare la polenta fatta con la famosa farina gialla di Storo, prodotto simbolo della Valle del Chiese.

Mezzano, una fuga romantica -  Nella valle di Primiero, con le sue artistiche architetture in legno ed i suoi panorami dolomitici, questo borgo è un serbatoio di vita alpina e miniera inesauribile di idee che si materializzano davanti al visitatore negli angoli più nascosti: lungo le strette vie (le “canisele”), nelle piazzette, all’ombra dei ballatoi, di questo vibrante e unico museo sotto il cielo. Da visitare semplicemente passeggiando lungo alcuni percorsi tematici che invitano a rintracciare tra le case i “segni sparsi del rurale”, ma in particolare le celebri cataste di legna che qui si fanno arte grazie all’iniziativa Cataste&Canzei. Al Caseificio di Primiero si può acquistare la famosa tosèla, formaggio fresco tipico di questa zona e in estate anche il burro Botìro di malga e dopo un giro nel paese si può sostare al Ristorante la Lontra. La pista ciclabile in Valle di Primiero, inizia a Masi di Imer: pianeggiante, collega tutte le località compreso Mezzano, che dista solo 1,5 km da Imer e 3 km da Fiera di Primiero. 

Vigo di Fassa, ai piedi del castello di Re Laurino -  Nelle Dolomiti del Trentino c’è un secondo “Borgo più bello d’Italia”, culla della cultura ladina, ai piedi del Gruppo del Catinaccio - Rosengarten, Patrimonio mondiale UNESCO che la leggenda vuole dimora di Laurino, il re nei nani. Spostarsi in bici lungo la Val di Fassa è semplice e molto appagante per gli occhi. Un percorso ciclopedonale di 45 km unisce le valli di Fiemme e Fassa, da Molina di Fiemme a Canazei, tracciato che segue per lunghi tratti lo stesso percorso della Marcialonga, la più famosa gran fondo italiana di sci nordico. Abbandonata la ciclabile si deve iniziare a salire per raggiungere l’abitato di Vigo e qui si incontra anche il Museo Ladino, nelle cui collezioni è depositato il patrimonio della cultura materiale e delle tradizioni dei Ladini di Fassa. Vigo conta tante frazioni e tra queste Tamiòn, piccolo nucleo abitato a 4 km dal paese dove, tra le case con gli antichi fienili, sorge una chiesetta dedicata alla Santissima Trinità. Invece il santuario gotico di Santa Giuliana è uno dei più antichi della valle. È intitolato alla patrona della Val di Fassa e racchiude preziosi cicli di affreschi del XV Secolo. Sorge su un luogo di culto preistorico, il Doss del Ciaslìr, legato anche a vicende intrecciate con i processi per stregoneria che interessarono drammaticamente la comunità fassana nel 1627-28. Siamo sulla Strada dei formaggi delle Dolomiti che in Val di Fassa è rappresentata dal Cher de Fascia e dal Puzzone di Moena. Non mancano mai nei menù del ristorante tipico El Tobià a Vigo e dello “stellato” L’Chimpl nella frazione Tamiòn.

Per maggiori informazioni: www.visittrentino.info 
 

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