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Gita in bicicletta con soste dai produttori di bontà tipiche
di Nadia Baldi© Istockphoto
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Destinazione Val d‘Orcia: questa parte di Toscana conquista chiunque per la sua natura incontaminata e le suggestioni di colori, differenti da stagione a stagione, ancor più se si fa sosta in bottega e nelle cantine, spostandosi a piedi o in bici fra produttori artigianali di bontà tipiche.
Usciti dall’autostrada A1 (arrivando da nord casello Valdichiana e da sud casello di Chiusi Chianciano) si procede in lentezza sui tornanti fino a San Quirico d’Orcia. Poi in sella alla bici si inizia la discesa verso Bagno Vignoni e si incontrano vari scorci da fotografia: il paese di Pienza e quello di Montepulciano, la rocca di Castiglione d’Orcia, il cono imponente dell’ex vulcano Amiata e, guardando con attenzione, la Cappella della Madonna di Vitaleta, la minuscola chiesetta tardo rinascimentale, nota per essere patrimonio Unesco e per essere stata immortalata in cartolina fra due cipressi su una collina isolata. Arrivati a Bagno Vignoni il viaggiatore segue il tepore proveniente dal cuore del caratteristico borgo, cioè la grande vasca di raccolta delle acque termali che esalano un vapore denso al punto di sbiadire la vista degli storici edifici residenziali intorno alla piazza. Per fare bagni benefici nelle acque calde naturali si può far base all’Adler Thermae, con la sua singolare e suggestiva piscina ricavata in un’antica cava di travertino all’interno del parco a due passi dalla piazzetta. Anche i vip arrivano qui direttamente in elicottero e poi girano a piedi, in bici o in e-bike fornite in struttura per i sentieri circostanti (www.adler-thermae.com).
Al mattino si imbocca la strada bianca seguendo le indicazioni in direzione Vignoni, circa un chilometro e mezzo di salita attraversando vigneti e uliveti della Tenuta Sanoner: facciamo una sosta enogastronomica nella cantina di rara eleganza ricostruita nel 2016 come edificazione ipogea, incastonata a scomparsa nel declivio che permette processi di vinificazione per caduta naturale, con pressatura lenta per gravità, senza disturbare né lo sguardo (spazi lineari e tonalità della terra senese) né i suoni della natura. Nelle degustazioni personalizzate si assaggiano vini Aetos (“aquila” in greco), rigorosamente biologici in regime biodinamico, che vengono serviti sulla terrazza panoramica con affaccio spettacolare su tutta la Val d’Orcia. Aetos Rosè brut, Aetos Sangiovese Riserva doc o Aetos Bianco igt svelano le loro spiccate note minerali caratteristiche dei terreni sulfurei, garantiscono vini strutturati, brillanti e dal colore intenso, con una particolare capacità di invecchiamento e qui si assaggiano insieme a pietanze tipiche fatte in casa con prodotti della tenuta o dei vicini di terra (www.tenuta-sanoner.it).
A questo proposito rimontiamo in sella alla bici per andare alla volta di formaggi di pecora eccellenti e pluripremiati a livello internazionale; sulla strada panoramica fra Pienza e Montepulciano si può fare un goloso pic nic sui pascoli del caseificio di Silvana Cugusi (oggi alla terza generazione di casari di origine sarda, dal 1962) a base di Pecorino di Pienza Gran Riserva, le cui forme di oltre 10 kg, vengono stagionate 18 mesi e trattate con olio di oliva in superficie per un sapore persistente ma dolce (più volte medaglia d’oro World Cheese Awards), primo sale da grigliare, pecorino di Pienza fermentato per circa 3 mesi sotto foglie di noce, pecorino con muffe del gorgonzola verde-blu, buccia ruvida e umida, dal sapore deciso, indimenticabile al palato. Si sceglie il taglio di ciò che si preferisce, che viene messo in un apposito cesto con tutto l’occorrente, poi ci si siede ai tavoli in legno o ci si stende sul prato a far merenda come in una scena bucolica di una volta (www.caseificiocugusi.it).
A pochi chilometri di distanza, da percorrere in bici lungo la SP146, prima di arrivare in paese sulla destra si incontra la bottega Bindi, tappa perfetta per assaporare un’altra specialità del territorio, la porchetta di Pienza: cotta con sale, pepe, spezie aglio e rosmarino, con un procedimento lungo fino a 12 ore, come impone la tradizione di famiglia da più di quarant’anni, per avere crosta croccante e carne morbida e saporita.
La dolcezza arriva quando, procedendo a ritroso sulla strada verso Montepulciano, il nostro viaggiatore arriva in località San Benedetto, per bearsi fra i profumi di susine “coscia di monaca”, varietà tipica autoctona di Montepulciano. Un tempo ciascuno aveva nel proprio giardino almeno un susino selvatico di questa tipologia, riconosciuta ufficialmente col nome di “mascina di Montepulciano” fra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali dal Ministero dell’Agricoltura e dalla Regione Toscana; negli anni ’60 la famiglia Peruzzi decise di trasformare la passione per le marmellate in una professione e da allora la conserva di susine viene preparata come da tradizione casalinga, ovverosia con cottura a fiamma, girando costantemente il mestolo nel pentolone, e rigorosamente senza zucchero, grazie alla naturale dolcezza spiccata di questo frutto (www.s.benedetto.it/).
Al rientro la Tenuta Sanoner ci attende per un aperitivo a base di finger food con verdure dell’orto, snack preparati in casa, salse genuine e bruschette con olio extravergine biologico di olive di varietà Frantoio, Correggiolo, Leccino, Moraiolo, Maurino e Pendolino coltivate sui terreni sulfurei della zona termale e per questo di buona sapidità e di equilibrata acidità.