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Rifugio di artisti e celebrità, a strapiombo sulle onde turchesi, da decenni detta la moda dell’estate
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E’ forse la gemma più preziosa del meraviglioso collier della Costiera Amalfitana: Positano deve la sua fama internazionale, oltre che alle sue bellezze paesaggistiche e alla sua intricata conformazione, alle generazioni di artisti, intellettuali, uomini celebri che l’hanno scelta per soggiornarvi o per rifugiarvisi. In più, è una località mondana, che attira da anni il jet-set internazionale.
“Quando vi capita di scoprire un posto bello come Positano, il primo impulso è quasi sempre di tenervi per voi la vostra scoperta”. Scriveva così nel 1953 John Steinbeck. Come dargli torto: una cascata di casette bianche a mare in mezzo a cupole, archi, viuzze e gradinate; un antico presepe che si espande in verticale fino alla spiaggia Grande. Positano è così, fascino mediterraneo tra il blu cobalto del mare e l’azzurro del cielo, e in mezzo il giallo dei limoni.
Dai Romani a Nureyev - Il clima mite e la bellezza del paesaggio ne fecero un luogo di villeggiatura apprezzato innanzitutto dai Romani. Un rifugio dorato la cui fama non si estinse negli anni, tanto che all’inizio del Novecento Positano accolse persino molti profughi politici, dai russi reduci dalla Rivoluzione di ottobre ai tedeschi ostili al nazionalsocialismo. Negli anni più recenti, il più grande divo della danza internazionale, Rudolf Nureyev rimase talmente folgorato dalla bellezza del piccolo arcipelago di isolette rocciose distese nel tratto di mare antistante Positano (Li Galli) da decidere di diventarne proprietario, stabilendo nella grande villa dell’isolotto più grande, fatta costruire nel 1924 dal coreografo Leonida Massine, il proprio “nido”.
La leggenda della Vergine - Nel centro della cittadina, in piazza Flavio Gioia, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, ben visibile per la sua grande cupola maiolicata, custodisce alcune preziose opere, tra cui una tavola bizantineggiante del 1200 (Madonna con il Bambino). C’è una leggenda che la riguarda: pare che la nave che trasportava l’immagine sacra della Vergine non riuscisse più ad andare avanti, la bonaccia l’aveva praticamente bloccata in mezzo al mare. Allora i marinai sentirono una voce che diceva loro “posa, posa”. Si avvicinarono alla riva, e si fermarono in quel luogo, che divenne Positano. L’icona fu portata nella chiesa della piazza centrale, ma al mattino venne ritrovata su un campo di ginestre. Ai positanesi non rimase altro che costruire una nuova chiesa, dedicata a Maria Assunta.
Le Sirenuse - Altrettanto caratteristiche sono le tantissime scalinate che giungono sino alla spiaggia. A proposito, solo due sono raggiungibili a piedi: la spiaggia Grande e Fornillo. Per le altre, La Porta, Arienzo, San Pietro Laurito, meglio affittare una barca. Chi preferisce la tranquillità, può scegliere tra Gallo Lungo, Gallo dei Briganti e la Rotonda, tre isolotti già noti nell’antichità, che compongono l’arcipelago delle Sirenuse (le sirene), oggi Li Galli. Proprio qui, appunto, leggenda vuole che vivessero le sirene cantate da Omero nell’Odissea. Allontanandosi dal centro, si possono raggiungere alcune suggestive e panoramicissime zone dei monti Lattari, che sovrastano il piccolo presepe bianco.
Lo stile Positano - I coloratissimi capi di abbigliamento, la cui produzione, a partire dagli anni Cinquanta, ha reso la Costiera famosa in tutto il mondo. Si spazia dai tipici indumenti per il mare (parei, copricostume, borse e bermuda), ai capi da pomeriggio o da gran sera, fino ai particolarissimi abiti da sposa. Uno stile particolare, un marchio insomma, che va sotto il nome di “Moda Positano”. Positano si è imposta all’attenzione dei visitatori anche per l’artigianato dei sandali: fratino, infradito, zoccoli di legno o di sughero. Questi vengono realizzati a mano da abili calzolai, anche al momento, mentre si continua la visita della bottega. Tagliati, cuciti e rifiniti a seconda del tipo, possono essere impreziositi da perline, pietre dure o strass che li rendono più preziosi, eleganti e ricercati. Negli ultimi anni a Positano si è sviluppata anche la produzione di ceramica artistica.
La gastronomia - La gastronomia offre una serie di gustose specialità sia marinare che contadine. È possibile così assaporare piatti di pesce o anche deliziose pietanze a base di carne. Tra le ricette caratteristiche: spaghetti alle vongole veraci, zuppe di pesce, alici fritte, involtini di pesce spada, le cozze e i polpetti affogati, cotti nel coccio con i pomodori di San Marzano, o lessati o, ancora, gustati al mercato, appena pescati. Per chi preferisce la carne, ci sono le ricche grigliate alla brace accompagnate da squisiti contorni a base di verdure.
Assaggiare la “babarese” - Da non perdere le prelibate mozzarelle al naturale o arrostite su foglie di limone. Sono da assaggiare anche i ravioli al limone, ripieni di ricotta e conditi con burro fuso e la buccia del famoso limone sfusato d’Amalfi, dalla tipica forma allungata. Da questi limoni proviene anche il limoncello, liquore usato anche nella produzione di dolci: delizie al limone, torta positanese, la babarese (una sfoglia di babà ripiena di panna e fragoline) e l’originale sfogliatella senza ricotta. Ottima la granita al limone.
Per maggiori informazioni: www.aziendaturismopositano.it