IL RACCONTO

Puglia, da Bari a Polignano a Mare fino ad Alberello: un viaggio tra street food, mare e trulli

Mangiare popizze e sgagliozze tra i vicoletti, scoprire una storia di abusivismo dietro alle tipiche costruzioni coniche così come quella della rinascita del capoluogo e rimanere stupiti da borghi pittoreschi: ecco racconti e tesori più e meno conosciuti della regione

di Giorgia Argiolas
05 Giu 2024 - 18:44
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© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)  | Polignano a Mare
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"Questo luogo è stato creato prima del paradiso". La frase di Marc Twain adorna un portone in legno collocato vicino a uno dei balconi panoramici di Polignano a Mare e ben descrive questa cittadina che sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico, in Puglia. La citazione è stata scritta, come altre che ornano muri, porti e case dei vicoletti del centro storico, da Guido il flâneur, barese ma polignanese d'adozione. Il flâneur altro non è che un termine, reso celebre dal poeta Charles Baudelaire, usato per indicare l'uomo che passeggia per vie cittadine emozionandosi per ciò che vede. E la vista di Polignano a Mare di emozioni ne provoca tante. Basta guardarsi intorno per capire quanti preziosi doni, come il mare, ci siano stati fatti, parafrasando il brano "Meraviglioso" del "suo" Domenico Modugno.

Un labirinto di viuzze con balconi vista mare

 Le testimonianze più antiche che riguardano Polignano risalgono al Neolitico. Tuttavia, è la fase medioevale che lascia il segno più evidente alla cittadina. Il centro storico è un labirinto di viuzze, in cui è possibile scorgere negozi, ristoranti, bar e case a corte. Non solo. È anche possibile imbattersi in tralci d'uva: infatti, un tempo, molte famiglie del posto ne avevano uno per fare la loro uva sotto spirito da offrire agli ospiti. Dalle stradine si arriva a svariate terrazze panoramiche, da cui è possibile vedere la scogliera e le case a picco sul mare. Dai vicoletti si raggiunge, inoltre, il cuore del borgo antico: piazza Vittorio Emanuele II, dove si trovano la Chiesa Matrice, ex Cattedrale, e il Palazzo dell'Orologio.

© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)

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A pochi passi dal centro storico, si trova la spiaggia più famosa di Polignano, quella che appare in tutte le cartoline, per intenderci: la pittoresca Lama Monachile, una cala incastonata tra le falesie. Alle sue spalle, si trova un ponte borbonico omonimo, costruito sopra il vecchio Ponte Romano posto sulla Via Traiana. Da lì sopra il panorama è mozzafiato!

Infine, non si può non fare tappa sul Lungomare Domenico Modugno, dove campeggia la statua del cantante nato a Polignano a Mare nel 1928. Alta tre metri, l'opera è stata realizzata dallo scultore argentino Hermann Mejer ed è stata inaugurata nel 2009.

© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)

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Polignano a Mare

Turismo slow

 Proprio nella splendida cornice di Polignano, a pochi chilometri dal centro storico e direttamente sul mare, sorge il Pietrablu Resort & SPA, parte del portfolio di CDSHotels. Immerso nel verde di una vegetazione tipicamente mediterranea tra ulivi e piccoli trulli, l'hotel, reduce da un importante intervento di restyling dopo il quale è entrato a far parte della Hotel Collection di CDSHotels, dispone di 191 camere suddivise in 4 diverse tipologie: Comfort, Suite, Suite Deluxe e Suite Deluxe vista mare. Gli esterni sono dipinti di bianco, creando un contrasto perfetto con il blu profondo del mare e il verde rigoglioso dei giardini, mentre gli interni sono stati studiati e progettati per creare un'atmosfera accogliente e confortevole.

Un'esperienza di turismo slow al Pietrablu Resort & SPA

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L'hotel offre una spiaggia privata attrezzata, una piscina, due ristoranti, di cui uno à la carte, una spa di 700 mq con biosauna, doccia scozzese, bagno turno, docce emozionali, jacuzzi, tre diverse aree relax e cabine per trattamenti e messaggi, e una vasca idromassaggio fronte mare. E ancora: campi sportivi e ampi spazi verdi nei 12 ettari su cui si distribuisce l'hotel, nei quali è possibile fare una piacevole esperienza picnic coi prodotti locali. Infine, è presente una rimessa per le biciclette, progettata anche come officina per piccole riparazioni, per garantire un servizio anche agli ospiti appassionati delle due ruote. Insomma, un posto ideale per chi cerca un turismo slow, a contatto con la pace, la natura e il canto degli uccellini al mattino. E per chi vuole visitare i vari gioielli nelle vicinanze.

La rinascita di Bari

 Uno degli scrigni della Puglia raggiungibile in mezz'oretta è proprio il suo capoluogo: Bari. Passeggiare per le strade e i vicoli della città vecchia è un'esperienza da vivere. Per farlo, lasciandosi alle spalle il Castello Normanno-Svevo, un'imponente fortezza risalente al XII secolo, oggi adibita a sede museale, ci sono due archi di ingresso: quello Alto e quello Basso, che danno i nomi alle successive vie. Via dell'Arco Basso non è altro che la via delle orecchiette, il vicolo più famoso della città. Le anziane donne che le fanno sono diventate famose in tutto il mondo. Nel 2020, Nunzia Caputo, la più famosa, è andata a farle niente meno che al Travel Show, la fiera del turismo organizzata dal New York Times. Sempre lei, a marzo è volata in India, dove un magnate l'ha invitata a realizzare le orecchiette alla sua festa pre-matrimonio. Bari vecchia, dove è tangibile la stratificazione della storia, creata dalle varie dominazioni subite (Longobardi, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi), ha conservato una autenticità che non si trova spesso nei centri turistici: si sente tra i vicoli l'odore del sugo in cottura, gli abitanti litigano, si aiutano a fare la piega ai capelli; insomma, fanno tutto in strada.

© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)

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Bari

Nel centro storico si trovano la Cattedrale di San Sabino, chiesa romanico-pugliese che vanta il campanile più alto della città, 70 metri, e nella cui cripta sono conservate le reliquie del santo, e la Basilica di San Nicola. Prototipo delle chiese romaniche in Puglia, quest'ultima è stata costruita nel 1087 per accogliere le reliquie di San Nicola di Myra, che da allora riposa nella cripta della chiesa ed è venerato da cattolici e ortodossi. Tanto che nella basilica si celebrano sia il rito cattolico sia quello ortodosso (quest'ultimo nella cripta).

Oggi il centro storico di Bari è pieno di turisti che vogliono scoprirlo, ma non è sempre stato così. Come ci ha raccontato la nostra guida Samanta, di Putignano, comune della città metropolitana di Bari, vent'anni fa "era un luogo difficile, il covo della malavita, un posto infrequentabile e inospitale. Chi non era di Bari vecchia non era benaccetto. Tutta la città ha sofferto di questa cattiva fama. Ho frequentato qui l'università tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila e mi ricordo ancora le raccomandazioni di mia madre: 'Non entrare a Bari vecchia'. Ora finalmente posso raccontare una storia di rinascita. È stato cambiato il volto della città da un punto di vista della pulizia delle architetture e dei monumenti ma, soprattutto, è cambiata la mentalità degli abitanti di Bari vecchia, che ora accolgono i turisti. Politici e forze dell'ordine hanno lavorato a braccetto". Rinascita, che, come racconta la guida, è partita circa vent'anni fa sfruttando i fondi europei per la riqualificazione urbana, il progetto Urban.

Lo street food pugliese

 Anche le degustazioni fanno parte della cultura del luogo, e così è inevitabile assaggiare le tante prelibatezze dello street food pugliese tra i vicoli di Bari vecchia: focacce, panzerotti, sgagliozze (fette di polenta, fatta con acqua, farina di mais e sale, fritte con olio di semi di girasole) e popizze (frittelle di pasta leggera, fatta con acqua, farina e olio, e fritte con olio di semi di girasole; si mangiano salate o cosparse di zucchero).

La Valle d'Itria

 Nelle vicinanze di Polignano, è anche possibile immergersi nella Valle d'Itria, conosciuta anche come Valle dei Trulli, proprio per la presenza sparsa di queste tipiche costruzioni coniche realizzate con la tecnica del muretto a secco. Di quest'area fanno parte, tra gli altri, i centri Locorotondo e il più noto Alberobello.

© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)

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 Locorotondo

Per quanto riguarda Locorotondo, annoverato tra i borghi più belli d'Italia, il nome è strettamente connesso alla sua forma rotonda: dal latino "Locus Rotundus", luogo rotondo. Sorge sulla sommità di un colle e tra i suoi vicoletti è impossibile non rimanere affascinati dalle tipiche case bianche dai tetti aguzzi, le cummerse, e dai vasi di fiori sparsi un po' ovunque. Sulla cima del colle si trova la Villa Comunale, il cui giardino offre una vista privilegiata sui trulli della Valle d'Itria.

Fatto il trullo, trovato l'inganno

 Alberobello, patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1996, è la capitale dei trulli. È il centro abitato con la più alta concentrazione di queste costruzioni: se ne contano circa 3mila tra le due aree monumentali che compongono la città, il rione Aia Piccola e il rione Monti. Quest'ultimo è stato restaurato per primo ed è quello più commerciale, mentre Aia Piccola è la zona più autentica perché è quella che conserva più l'aspetto abitativo, sebbene nessuno ci viva più. Alcuni sono utilizzati come strutture ricettive, altri vengono resi visitabili dai proprietari che ora non ci abitano più.

© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)

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 Alberobello

Il trullo nasce come un rifugio provvisorio, deposito agricolo o riparo temporaneo per agricoltori e pastori. Ad Alberobello, diventa a uso abitativo perché, dalla fine del 1400, nasce un insediamento voluto dalla famiglia dei Conti Acquaviva di Conversano. Tuttavia, come ci ha raccontato la nostra guida, quest'ultima non ha denunciato la nascita di un nuovo centro abitato per non pagare le tasse al Regno di Napoli. Un abusivismo edilizio ante litteram reso possibile proprio dai trulli. Infatti, essendo realizzati in origine con la tecnica del muretto a secco, senza l'uso della malta che legava in maniera fissa le pietre tra di loro, potevano essere distrutti facilmente, senza lasciare tracce. Questo comportava che i feudatari potessero applicare "leggi" a proprio uso e consumo.

Nel frattempo, si era creata una comunità vera e propria con tutti i servizi di riferimento. Avuta notizia che il re Ferdinando IV di Borbone si trovava in visita ufficiale a Taranto, una piccola delegazione dei personaggi più illustri del paese si è recata in città e ha chiesto udienza, ottenendola. Ha dunque chiesto al re che il paese fosse riconosciuto e così è stato. Era il 1797.

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Conversano

Tra storia e… luminarie

 A proposito degli Acquaviva, un altro gioiellino di questa zona della Puglia, Conversano, è strettamente legato a loro, considerando che i Conti ressero la Contea omonima alla città per quattro secoli. Passeggiando per i vicoli del centro, incontrando il suo maestoso Castello - al quale si accede dalla piazza della Conciliazione e che ospita la "Pinacoteca Finoglio", in cui sono esposte 10 enormi tele seicentesche sulla "Gerusalemme Liberata" di Tasso realizzate dal pittore napoletano Paolo Finoglio, la "Pinacoteca Netti" e il Museo del Territorio, con una mostra di abiti storici -, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Monastero di San Benedetto, che ospita il Museo Archeologico, sembra di essere immersi in un altro periodo storico. Si è fortunati se ci si trova in città nel periodo della festa patronale della Madonna della Fonte, che cade la terza domenica di maggio, perché si trovano le tipiche luminarie pugliesi ad adornare il centro.

Dove il tempo si ferma

 Non lontano da Conversano, c'è un'altra bella scoperta: Monopoli. In Piazza Garibaldi, uno dei luoghi di ritrovo del centro, c'è la Torre Civica dell'Orologio, che ingloba la colonna infame. Inizialmente, quest'ultima si trovava al centro della piazza ed era una riproposizione della classica gogna: vi si legavano coloro che dovevano essere puniti - per lo più i debitori - così che potessero essere sbeffeggiati dal pubblico.

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Monopoli

Da Piazza Garibaldi è possibile addentrarsi nell'articolato centro storico, ricco di vicoletti, e arrivare alla Cattedrale dedicata alla Madonna della Madia, protettrice di Monopoli, la cui icona, conservata nella chiesa, secondo la tradizione è arrivata nel vecchio porto della città a bordo di una zattera. Poco più avanti si trova la Chiesa Santa Maria del Suffragio, con al suo interno anche una cappella con le mummie, compresa l'unica mummia bambina di tutta la Puglia, Plautilla Indelli, morta a 2 anni e figlia di una famiglia illustre della città.

La città è caratterizzata anche dalle vecchie mura di cinta e dal Castello di Carlo V. Così come dal suggestivo Porto Vecchio, con le barchette tipiche dei pescatori (i gozzi), al quale si arriva direttamente dalle viuzze del centro storico. Qui sembra che il tempo si sia fermato.

© Tgcom24 (Foto di Giorgia Argiolas)

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Giovinazzo

Un caffè vista mare

 Il viaggio in Puglia tra storia, mare e street food si conclude a Giovinazzo, un pittoresco borgo medioevale sul mare che leggenda vuole sia stato fondato da Perseo, uno dei tanti figli di Giove ("Jovis Natio"). Dopo un giro per le sue stradine, ci si può godere un ottimo caffè vista mare in un chioschetto. Quale modo migliore per terminare il viaggio e per… programmare il ritorno al più presto.

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