Il 14 e 15 settembre due giorni con convegni, incontri, wokshop per ricostruire una cultura collettiva del patrimonio boschivo dopo la disastrosa alluvione dello scorso anno.
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Danni per quasi tre miliardi di euro in tutto il nordest; 12.000 ettari di boschi e foreste cancellati e milioni di alberi abbattuti. Un anno fa, il più grande disastro naturale che abbia mai colpito le montagne del nostro Paese. Il bilancio è ancora aperto, come dopo un terremoto. Le macerie, ancora da rimuovere, sono decine di migliaia di tronchi che devono ancora trovare un recupero utile, ma senza andare a sconvolgere il mercato del legname con un’offerta fuori controllo. L’equivalente di centri storici rasi al suolo, solo le desolanti radure dove c’erano boschi fittissimi. E poi c’è il territorio, con terreni sconvolti, esposti al percolo di frane e smottamenti. Uno scenario ambientale ed economico che ad un anno di distanza doveva essere fotografato e misurato per progettare la miglior prevenzione possibile per il futuro: è ciò che si farà i prossimi 14 e 15 settembre con la prima edizione delle Fiera delle Foreste, un evento organizzato della fiera di Longarone.
Non poteva essere che il comune del Bellunese, a suo tempo spazzato via dalla sciagura del Vajont, ad ospitare questa due giorni dedicata al patrimonio naturale, ai metodi più moderni per salvaguardarlo, alla cultura del rispetto nel modo di viverlo. Convegni, incontri, wokshop per ricostruire una cultura collettiva del patrimonio boschivo, anche con l’aiuto delle più moderne tecnologie e con un’ampia sezione dedicata agli operatori economici e turistici.
“Abbiamo dimenticato i nostri boschi, le nostre foreste, considerandoli un dono della natura di cui non doverci occupare, se non per uno sfruttamento spesso senza scrupoli e senza visione del futuro” dice Gian Angelo Bellati, presidente di Fiera di Longarone “Eppure boschi e foreste vogliono dire non solo ambiente e salute, ma economia. Per questo abbiamo deciso di portare esperti, ricercatori e divulgatori che si confronteranno su bioingegneria, legno ed energia, turismo forestale sostenibile, tecnologie forestali.”
Il programma è denso e proporrà anche momenti di avvicinamento alla cultura del legno, temi già cari alla Fiera di Longarone , nel solco della sua vocazione di unica Fiera della montagna, nel nostro Paese.
“C’è oggi una grande attenzione, – afferma Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno che ha promosso questo evento - Aver visto questi boschi distrutti, con gli alberi che sono diventati stuzzicadenti, ha colpito tutti coloro i quali sono venuti a visitare i nostri territori e che verranno anche in futuro. E' un lavoro molto impegnativo che ci porterà per diversi anni a guardare il bosco con un occhio diverso. Bosco, legno sono qualcosa che fanno parte della montagna e che dobbiamo cercare di valorizzare al massimo. Questo è il messaggio che dobbiamo dare. Gran parte dei nostri boschi sono certificati, hanno grande valore per diversi ambiti economici“.
Si parlerà quindi di equilibrio tra le biomasse, ma anche di trasformazione del legno, di gestione di bacini e corsi d’acqua montani, come di architettura montana. Parallelamente verranno allestite tre mostre fotografiche, toccanti reportage di quel che furono quelle ore spaventose di tempesta e di ciò che causarono.