Fino al 14 dicembre appuntamento con l’” interactive art”, per immergersi nel digitale senza disconnettersi dalla realtà
© Ufficio stampa
“Superconnection”, la mostra-evento in programma a Milano presso lo Spazio Milesi di via Felice Casati fino a sabato 14 dicembre, è una manifestazione di interactive art che si propone di mostrare un nuovo modo di entrare in contatto con la tecnologia senza perdere il contatto con il mondo reale. Attraverso un sistema web-based innovativo e altamente sofisticato, diverse realtà sono messe in relazione tra loro: mondo fisico e digitale, movimento e spazio, individuo e collettività.
L’evento nasce dalla considerazione per cui, alla fine dell’anno 2024 e prendendo in considerazione soli gli ultimi 12 mesi, l’umanità avrà trascorso complessivamente 500 milioni di anni sui social network. Il dato, recentemente reso noto dal portale internazionale “Visual Capitalist” specializzato in analisti statistiche, fornisce un’idea di quanto tempo l’essere umano trascorra, quotidianamente, in un rapporto quasi esclusivo con i dispositivi digitali. Se consideriamo solo il nostro Paese, l’Italia si posiziona ai primi posti a livello globale per consumo di contenuti di questo tipo, con due ore e 17 minuti di utilizzo medio giornaliero pro capite per gli individui nella fascia di età tra i 16 e i 64 anni. Siamo in quarta posizione in Europa alle spalle solo di Bulgaria, Portogallo e Romania) e al 20esimo a livello mondiale. Questi numeri richiamano con urgenza la necessità di vivere in modo nuovo e più consapevole il rapporto con la tecnologia.
Proprio dall’Italia arriva ora un’interessante proposta esperienziale che invita a una nuova modalità di interazione tra uomo e device, che si contrappone all’isolamento tecnologico e che non rifiuta le nuove possibilità offerte dai nuovi strumenti, ma le ripropone attraverso un sistema capace di mettere in relazione mondi diversi, quello fisico e quello digitale, ma anche il movimento e lo spazio, l’individuo e la collettività.
Questa interazione fisico-digitale sfrutta gli smartphone in combinazione con le tecnologie più avanzate, per dare vita all’esperienza della cosiddetta “superconnessione”. Questo termine, nato nell’ambito delle scienze matematiche, trova oggi una sua declinazione antropologica e artistica nelle installazioni interattive proposte nella mostra. Il progetto, nato da un’idea dell’art director Marcello Arosio, fondatore di Onda Studio (ondastudio.art) e già ideatore del Kernel Festival, che negli scorsi anni ha rivestito un successo internazionale, esplora la potenza della connettività a diversi livelli attraverso installazioni interattive che mettono in relazione, in tempo reale, il mondo fisico e quello digitale, l’opera e il pubblico che la ammira, il movimento e lo spazio, I progetti esposti in mostra collegano attraverso immagini, suoni, luce, spazio e smartphone, le forme e le percezioni, creando un'esperienza condivisa che va oltre la contemplazione. Le installazioni esposte, infatti, utilizzano un sistema proprietario al quale il pubblico può collegarsi direttamente con i propri device, senza la necessità di alcuna App, e grazie al quale è possibile interagire in modo semplice e intuitivo, in tempo reale, trasformando ciascuno nel nodo di una rete in continua evoluzione. Le caratteristiche distintive del sistema offrono, quindi, straordinarie potenzialità per esplorare nuove frontiere della comunicazione audiovisiva contemporanea in una varietà di ambiti e contesti.
La mostra si dispiega su due ambienti: una “LED Room” con un’esperienza in quattro “capitoli”, ciascuno dei quali invita l’ospite a riflettere su un aspetto differente del rapporto uomo-tecnologia: i titoli sono “Where are we going?”, “Scratch and win”, “Humming” e “Faces”; e una “Laser Room”, in cui il visitatore, immerso in un’atmosfera onirica, può definire gli aspetti visivi e sonori dell’ambiente interagendo fisicamente con l’installazione “Laser echo”.
“In un'epoca di connessioni globali quello della ‘superconnessione’ è un invito a prendere coscienza della nostra relazione con la tecnologia e del suo ruolo nel definire le nostre azioni quotidiane e le relazioni tra individuo, comunità e il mondo in cui viviamo – spiega Marcello Arosio – Un invito che facciamo attraverso una vera e propria provocazione. Una provocazione in cui i nostri telefoni non sono il filtro attraverso cui osservare la nostra quotidianità, ma il mezzo che ci permette di vivere da protagonisti la realtà fisica e digitale circostante, attraverso un’esperienza unica e immersiva. Nello specifico, con questa mostra, ci inseriamo nel panorama internazionale della interactive art, perché il futuro dell’espressione artistica crediamo sarà, sempre di più, quello che renderà il visitatore parte integrante, attiva, ma anche riflessiva, dell’opera e della performance”.
L’esperienza di “Superconnection” è resa possibile grazie alla partnership tecnologica con Sts Communication ed Epson.
Per informazioni: https://ondastudio.art/