Appuntamento dal 3 al 18 ottobre con il festival di divulgazione scientifica che propone un format improntato alla sicurezza anti Covid
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La XVIII edizione di BergamoScienza, il festival di divulgazione scientifica organizzato dall’Associazione BergamoScienza, in programma da sabato 3 a domenica 18 ottobre 2020, è improntata alla massima sicurezza del suo pubblico, con un’edizione tutta in digitale e con un nuovo format, per raggiungere il numero maggiore possibile di appassionati di scienza. Si sfruttano quindi il sito Web e i canali social della manifestazione, con dirette streaming, esperimenti interattivi e giochi scientifici. Il festival anche quest’anno coinvolge i maggiori esponenti mondiali della comunità scientifica, tra cui ben 26 Premi Nobel, in un fitto calendario con quindici giorni di conferenze, laboratori, spettacoli e tour alla scoperta del mondo che cambia, pensati per un pubblico di tutte le età.
Il festival si propone di rinsaldare il dialogo fra comunità scientifica e società, sottolineando il valore della scienza nel produrre avanzamento della conoscenza e nuove soluzioni tecnologiche, e soprattutto per diffondere un modo di pensare, di comportarsi, di scegliere e prendere decisioni consapevoli. In questo periodo si stanno accelerando trasformazioni già intercettate dal festival nelle scorse edizioni, come quelle relative al clima e alla tutela del nostro pianeta, su cui si torna a riflettere; nel palinsesto 2020 trovano spazio anche altre tematiche estremamente attuali quali ad esempio la sicurezza informatica, le pandemie, la risposta delle società alle grandi crisi, l’invecchiamento e la ricerca aerospaziale.
L’inaugurazione è un evento di eccezione, con cinque Premi Nobel collegati in livestreaming per raccontare la loro visione del futuro, intervistati da Gianvito Martino e Mario Salvi, due dei soci fondatori di BergamoScienza. Per la prima volta nel panel di BergamoScienza Elizabeth Blackburn, Premio Nobel 2009 per la Medicina, e, con lei, i volti già noti al pubblico del festival di: Martin Chalfie, Premio Nobel 2008 per la Chimica; Barry Marshall, Premio Nobel 2005 per la Medicina; Craig Mello, Premio Nobel 2006 per la Medicina; Jack Szostak, Premio Nobel 2009 per la Medicina. Inoltre, collegamenti live con: il regista Premio Oscar Ralph Eggleston; il capo del laboratorio del Dipartimento di Ricerca Ambiente e Salute dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Silvano Gallus; il fisico teorico Alessandro Pluchino; il creatore dei Premi IG-Nobel Marc Abrahams; l’astrofisico Luca Perri e lo storico della scienza Adrian Fartade.
Le conferenze non sono semplici lezioni frontali in streaming, ma dialoghi dinamici nei quali il pubblico può interagire via social. Per citare solo alcuni dei primi appuntamenti, ricordiamo che si parte l’8 ottobre con l’incontro “Da dove vengono i virus?”, nel quale lo scrittore e divulgatore scientifico David Quammen (autore del bestseller Spillover) dialoga con il giornalista scientifico Luigi Ripamonti sull’origine dei virus e delle pandemie.
Il 10 ottobre ritorna dopo l’inaugurazione, Elizabeth Blackburn nella lectio magistralis “Possiamo vivere per sempre?”. È un quesito che l’umanità si pone da sempre e da millenni cerca metodi per rallentare il più possibile l’invecchiamento. Ma come funziona questo meccanismo che definisce le nostre esistenze?
Sempre il 10 ottobre, in collegamento dall’Università di Harvard, Naomi Oreskes, geologa e storica della scienza, si interroga, assieme alla neuropsicologa e divulgatrice scientifica Daniela Ovadia e alla meteorologa e climatologa Serena Giacomin, su “Chi vuole nascondere la verità sul clima?”.
Nell’incontro “A cosa serve la cooperazione?” l’antropologo e primatologo dell’Università di Harvard Richard Wrangham dialoga sulle dinamiche sociali assieme al filosofo Telmo Pievani e al filosofo e divulgatore di Superquark+ Davide Coero Borga. (11 ottobre).
Quindi: “La scienza ha bisogno dei cartoni animati?” Per rispondere a questa domanda lo scrittore Massimo Polidoro e Alessandro Bettonagli, direttore artistico del Festival, discutono con Ralph Eggleston, scenografo Pixar e Oscar nel 2002 per la regia del cortometraggio For the Birds, con il disegnatore e regista Bruno Bozzetto e con il divulgatore scientifico Piero Angela. Scienza e comunicazione scientifica, infatti, hanno bisogno di immagini. E i cartoni, da questo punto di vista, sono uno strumento preziosissimo (14 ottobre).
Ma non finisce qui. Tra i temi affrontati nel corso del festival ci sono la comunicazione, l’arte e la possibilità di effettuare un tour nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo con il critico d’arte Mauro Zanchi e di dare uno sguardo alla ruota che sostiene le volte, che si dice sia stata realizzata su disegno di Leonardo Da Vinci, e alle 33 tarsie del coro, realizzate a inizio Cinquecento da Giovan Francesco Capoferri su disegno di Lorenzo Lotto. Si visitano inoltre i laboratori del CERN con il giornalista scientifico Giovanni Caprara e Nicola Quadri di BergamoScienza, alla scoperta dell’acceleratore di particelle LHC, al cui progetto partecipano 3.000 scienziati e ingegneri, appartenenti a 182 istituti di 38 nazioni diverse. Infine i divulgatori di Superquark+ fanno da guida tra le attività sperimentali all’interno dei laboratori di ricerca di alcune aziende del territorio, dimostrando come la scienza spesso si nasconde dove non immaginiamo.
Tutti gli eventi sono come da tradizione completamente gratuiti e visibili sul sito www.bergamoscienza.it oltre che sui canali social del festival. Non sarà necessario prenotarsi per la visione delle conferenze e dei tour virtuali. La prenotazione è invece unicamente obbligatoria per partecipare ai laboratori digitali dal sito bergamoscienza.it. Lo stesso sito contiene anche tutte le informazioni per partecipare agli eventi e il calendario completo degli appuntamenti.