Antiche tradizioni

In Friuli Venezia Giulia gli antichi riti dell’Epifania

Le rievocazioni storiche di Cividale e Gemona, e l’arcaica tradizione dei falò votivi, pignarûi, da cui si traggono profezie per il nuovo anno

02 Gen 2015 - 07:00
 © ufficio-stampa

© ufficio-stampa

Ogni anno in Friuli Venezia Giulia si rinnovano per l'Epifania antichissime tradizioni. Fra le più coinvolgenti e arcaiche, i pignarûi che – dai monti al mare - accendono la notte di centinaia di fuochi di altissimi falò, la Messa dello Spadone a Cividale e la Messa del Tallero a Gemona, le cui scenografiche rievocazioni storiche fanno fare un tuffo nel passato.

In Friuli Venezia Giulia gli antichi riti dell’Epifania

1 di 9
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa

© ufficio-stampa

© ufficio-stampa

L'estremo lembo nord orientale d'Italia è una terra in cui storia e leggenda si fondono e si confondono, in cui le tradizioni sono ancora vita vissuta, i luoghi evocano personaggi e storie. Molte sono le antiche tradizioni popolari, sia di origine pagana che di derivazione cristiana, che vengono riproposte ancora oggi: tra queste, i riti propiziatori collegati al passare delle stagioni, le cerimonie religiose, la rievocazione di fatti storici. L'Epifania, nella liturgia di un tempo, era la seconda festa dell'anno per importanza e veniva celebrata con particolare solennità. Per questo il 6 gennaio è ancora oggi uno dei giorni più ricchi di simboli, tra cui il fuoco ha un ruolo di grande rilievo.

FALÒ NELLA NOTTE – Nelle notti del 5 e del 6 gennaio infatti in moltissimi luoghi si celebra l'usanza di accendere i pignarûi (chiamati, a secondo delle zone, anche seima o foghera) giganteschi falò votivi retaggio del rito propiziatorio a Beleno, dio celtico del fuoco. Dall'andamento del loro fumo si traggono auspici per l'anno a venire: se va a oriente sarà propizio, se va a occidente sarà invece sfavorevole. In quello che è oggi il periodo epifanico, si celebrava anticamente l'inizio dell'anno solare, la rinascita della vita e della natura dopo la morte apparente dell'inverno. Una rinascita che i Celti propiziavano con una serie di rituali, fra cui, appunto, l'accensione di falò per tener lontano gli influssi malefici e invocare la benevolenza del dio Baleno.
Il pignarûl grant di Tarcento. È il più famoso dei pignarûi e la predizione del Vecchio Venerando, che lo accende e legge il destino dell'anno che sta iniziando dalla direzione del suo fumo, la più attesa. Quest'anno l'accensione del falò è il 6 gennaio alle 22.00. A precederla, la sfilata al lume delle fiaccole di un corteo in costumi medievali, che dal centro del paese raggiunge i ruderi del castello di Coia, dove durante il giorno viene preparata un'altissima catasta di legna. Tutta la conca tarcentina è punteggiata da fuochi, che brillano sulla cima delle colline (info: www.protarcentoud.com).

In provincia di Udine, per la precisione a Cividale e Gemona, si svolgono poi il 6 gennaio due importanti celebrazioni liturgiche, a cui fanno seguito rievocazioni storiche inscenate da centinaia di figuranti in costume: la Messa dello Spadone e la Messa del Tallero.

LA MESSA DELLO SPADONE A CIVIDALE - Viene celebrata con grande solennità in Duomo alle 10.30. Ritmata da canti aquileiesi del IV secolo, deve il nome alla lunga spada, appartenente un tempo al patriarca Marquardo von Randek, con cui il diacono, con un elmo piumato in testa, saluta per quattro volte i fedeli. L'ultimo saluto segnava, nella tradizione popolare, l'inizio del Carnevale e ora dà il via a un'imponente e vivacissima parata di armigeri, nobili, popolani, abbigliati con ricercati abiti e corredi scenici. La sfilata fa rivivere il primo ingresso a Cividale di Marquardo, avvenuto nel 1366. La Rievocazione storica prosegue, con musiche ed esibizioni, per tutta la giornata (info: www.cividale.com).

LA MESSA DEL TALLERO A GEMONA – Ricorda simbolicamente, l'offerta di un tallero da parte di Maria Teresa d'Austria, come gesto di sottomissione da parte del potere temporale a quello spirituale. La celebrazione che la Magnifica Comunità di Gemona ha ripetuto per secoli coinvolge decine di figuranti in costume rinascimentale. La sfilata percorre via Bini, cuore del centro storico, e raggiunge il Duomo, dove viene celebrata la messa durante la quale il sindaco offre al parroco un tallero d'argento. Per tutta la giornata, Gemona si anima con spettacoli, musiche, danze con personaggi in costume e imbandisce i suoi prodotti tipici (info: www.prolocogemona.it)

Per informazioni: www.turismofvg.it

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri