Friuli Venezia Giulia

Le antiche maschere del Friuli Venezia Giulia

Contaminazioni culturali, rituali antichi e personaggi fantastici: dalla Carnia a Muggia, ecco i più divertenti Carnevali a nord est

12 Feb 2015 - 06:00
 © ufficio-stampa

© ufficio-stampa

Amate la montagna e i riti arcaici? O preferite il mare, le sfilate di carri, i ritmi scatenati di musica e balli? In Friuli Venezia Giulia, terra di contaminazioni culturali e incroci di popoli, il Carnevale è l'occasione per andare alla scoperta di paesaggi, luoghi, tradizioni. E ciascuno può trovare il suo Carnevale.

Le antiche maschere del Friuli Venezia Giulia

1 di 13
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa

© ufficio-stampa

© ufficio-stampa

Il funerale del Babaz - Un Carnevale spontaneo, che si svolge da secoli seguendo i medesimi riti e coinvolge tutta la popolazione: in Val Resia (sperduta vallata all'interno del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, in provincia di Udine), durante i giorni della festa più trasgressiva dell'anno, si danza incessantemente al suono di antichi strumenti (cïtira, sorta di violino, e della bünkula, simile al violoncello). Di antiche origini slave, la sua comunità ha mantenuto intatte nei secoli lingua, cultura, tradizioni, che hanno nel Carnevale (Püst in resiano) uno dei momenti più significativi. Cuore dei festeggiamenti, nei quali sono coinvolti tutti i piccoli borghi della valle, è la frazione di San Giorgio. Il Carnevale prende il via il 14 febbraio all'Osteria Alla Speranza dove per quattro sere, fino a martedì grasso (Te Vilïki Püst), si festeggia fra musiche, danze e assaggi di tipici piatti resiani. Nel pomeriggio di domenica 15, grande ballo di piazza a San Giorgio e lunedì 16 a Stolvizza il Carnevale per i bambini (Te Sridnji Püst). Il Carnevale resiano si conclude il mercoledì delle ceneri, con il funerale del Babaz (informazioni: www.parcoprealpigiulie.it). In Carnia invece, fra i monti di Sauris, dove si parla ancor oggi un'antica lingua d'origine tedesca, si festeggia uno dei più antichi Carnevali dell'arco alpino: da non perdere, il 14 febbraio, la Notte delle lanterne nei boschi intorno al paese.

A Muggia teatro di strada e carri allegorici - Uno dei Carnevali più antichi d'Italia è quello che si tiene a Muggia, cittadina di mare a due passi da Trieste, verso il confine con la Slovenia. Le sue prime tracce si trovano infatti già negli Statuti del 1420. Il grande Corso mascherato di domenica 15 febbraio è il cuore delle 7 giornate di festa. Grazie al lavoro di mesi dei componenti delle varie Compagnie, provenienti dalla stessa borgata o spesso solo amici, e all'utilizzo dei materiali più disparati, vengono realizzati costumi molto elaborati e carri allegorici monumentali, puntualmente distrutti a fine manifestazione. A dare il via ai festeggiamenti, il Giovedì grasso, sono l'incoronazione del Re Carnevale e l'antichissimo Ballo della Verdura, così chiamato perché i danzatori tengono in mano mazzi composti da fiori e frutta. Nei giorni successivi concerti, piccole sfilate, appuntamenti per bambini animano le pittoresche stradine del centro storico. In chiusura, il mercoledì delle Ceneri, i Funerali del Re Carnevale (www.carnevaldemuja.it).

Nelle Valli del Natisone, tradizioni e riti propiziatori - I Carnevali che si tengono nelle selvagge Valli del Natisone, che si aprono a ventaglio alle spalle di Cividale del Friuli verso la Slovenia, si distinguono per originalità e tradizioni inalterate nel tempo. Ogni paesino ha i suoi riti che si sviluppano nel fine settimana del 14 e 15 di febbraio, clou del Carnevale: a Montefosca, i Blumarji, vestiti di bianco, con in testa un copricapo alto e intrecciato, corrono nei campi attorno al paese a scopo propiziatorio; a Rodda, la figura centrale del carnevale è il Pust, che tiene in mano lunghe tenaglie e gira per le frazioni assieme al diavolo e a San Michele; a Clodig, il fantoccio del Carnevale viene bruciato in mezzo alla piazza mentre la gente canta e gli balla attorno: qui le maschere tipiche, intrecciate ancor oggi come un tempo, sono in vimini. A Tribil e a Montemaggiore ci si maschera a brutti (Te Gardi ) e a belli ( Te Liepi); la compagnia carnevalesca di Mersino va in corteo a visitare le comunità vicine e a Masarolis Te Kriznast e Te Koznast, con campanacci sulla schiena, un bastone in mano e una calza piena di cenere, accompagnati dalle Minke (maschere femminili vestite di bianco) vanno di casa in casa a raccogliere piccoli doni, seguiti da un corteo di maschere. Suggestioni, fascino, mistero sono gli ingredienti di queste antiche cerimonie, particolarmente vissute dagli abitanti che vivono in queste valli, dove si parla un'antica lingua d'origine slava (www.nediskedoline.it).

Per informazioni: www.turismofvg.it

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri